Stagione balneare finita

STAGIONE BALNEARE FINITA
Allarmati e preoccupati i gestori degli stabilimenti
per la direttiva comunitaria ma le spiagge che abbiamo calpestato questa estate di chi sono

STAGIONE BALNEARE FINITA
ALLARMATI E PREOCCUPATI I GESTORI DEGLI STABILIMENTI PER LA DIRETTIVA COMUNITARIA MA LE SPIAGGE CHE ABBIAMO CALPESTATO QUESTA ESTATE DI CHI SONO?

La stagione estiva volge al termine e si porta dietro gioie e rammarichi per essersi divertiti poco, per aver speso tanto, oppure per essere stati bene da ritornare il prossimo anno in questa Riviera che non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane; immancabilmente, però, non poteva non trascinarsi dietro quella spinosa e vecchia diatriba di stabilire, una volta per tutte, di chi sia la sabbia che abbiamo calpestato per evitare sterili polemiche ad ogni estate.


In molti penseranno e diranno che è del tutto ovvio che le spiagge sono dello Stato Italiano per cui di tutti noi  anche se il Demanio le ha data in concessione ai vari gestori degli stabilimenti balneari, rimangono nostre con sommo dispiacere di chi ha avuto la fortuna di ereditare dai nonni o dai genitori la concessione o di quelli che le hanno pagate profumatamente superando tutti gli inghippi per subentrare, senza alcuna gara, ai vecchi gestori, in una pantomima di regole e regolamenti solo italiani.

Ma quali sono gli scenari futuri che a breve dovrebbe rivoluzionare e cambiare il sistema delle vecchie concessioni demaniali sulle spiagge non più a vita?

La famosa direttiva Bolkestein emanata nel lontano anno 2006 dalla Commissione Europea, ribadisce il principio-dovere della libera circolazione dei beni e dei servizi con bandi di gara aperti a chiunque può lecitamente partecipare, purtroppo, però, non risulta ancora attuata e applicata, ma rinviata con i soliti escamotage esercitati dalle influenti lobby dei titolari degli stabilimenti, con il beneplacito dei politici (sono tanti voti) o del potere di turno.

Il testo originale, successivamente modificato in alcuni punti, prevede che le circa 30 mila concessioni demaniali assegnati in Italia (sono circa 800 quelle concesse in Provincia di Savona) non vengano rinnovate automaticamente come accade oggi, ma riaffidate partendo da zero.


Frits Bolkestein

Decisione che fa letteralmente infuriare i titolari degli stabilimenti balneari italiani preoccupati di perdere gli enormi privilegi che fino ad oggi hanno originato ingenti guadagni a cui difficilmente intendono rinunciare. Si rimane allibiti quando si sentono certe cifre per acquistare la concessione di uno  stabilimento balneare, non si riscontrano fallimenti in questa attività anche se molti di loro si lamentano dei debiti per gli investimenti fatti in strutture ed attrezzature per meglio soddisfare le esigenze degli utenti, (molti stabilimenti sono fatiscenti), protestano perché hanno dovuto assumere pizzaioli, affermati chef di piatti caldi e freddi, discotecari, intrattenitori a tema  di qualsiasi evento, e pagano tasse elevatissime, in quanto sembrano i soli, unici e rari, che rilasciano fatture e scontrini fiscali. Cresce in loro la paura di non riuscire a competere con eventuali operatori stranieri che potrebbero aggiudicarsi le varie concessioni, e non ultima il dramma catastrofico di infiltrazioni di organizzazione mafiose non solo italiane ma anche straniere (si temono i cinesi), per cui stanno tutti appassionatamente insieme uniti nella protesta per fare in modo che la Bolkestein sia soppressa, oppure sia trovato il sistema di aggirarla da parte del Governo, cosa che appare assai difficile e complicata.

Al contrario la direttiva Bolkestein, che nella sua stesura originale prevedeva che al termine della concessione la spiaggia fosse restituita allo stato originale cioè senza chioschetti, scivoli o altro e, a seguito di sostanziali modifiche apportate successivamente, prevede di risarcire in parte (dopo una perizia) gli  investimenti fatti negli ultimi anni che non siano stati ancora ammortizzati, non dispiace anzi e gradita ed apprezzata da tante associazioni che si occupano della tutela ambientale  e di salvaguardare le nostre coste, in modo particolare dal WWF che ha predisposto interessanti bozze di studio in merito.

 
Sabina Guzzanti e ombrelloni posizionati a meno di 5 metri dalla battigia

La stagione estiva balneare finita immancabilmente si porta dietro molti problemi come quello spinoso e mai risolto di fare chiarezza in modo definitivo “di chi è la sabbia che abbiamo calpestato” questa estate; tutti abbiamo letto sui media la polemica innescata dalla Sabina Guzzanti ad Albissola Marina per aver sostato sulla battigia in modo abusivo. La norma dei 5 metri dalla battigia in cui non si può sostare è fuori dal tempo, è ridicola.

E ovvio e fuor di ogni dubbio che le spiagge sono dello Stato per cui nostre, anche se il Demanio che l’ha date in concessione con regole che non vengono assolutamente quasi mai rispettate (basta guardare dove sono posizionati i lettini). I gestori e i titolari della concessione devono togliersi dalla testa la convinzione di esserne diventati i padroni assoluti come se fosse un diritto ereditario da parte di nonni o genitori, o per averle profumatamente comprate senza alcuna gara dai vecchi titolari della concessione.

Inoltre vengono pagati irrisori canoni demaniali d’affitto davvero ridicoli, canoni d’affitto che non trovano giustificazione alcuna e che il Governo, le Regioni non hanno mai adeguato tanto che si può affermare con certezza matematica che sui circa 20 milioni di metri quadrati di spiagge e sabbia date in concessione il canone medio si aggira a soli miseri “50 centesimi al metro quadro” badate bene, per tutto l’anno per un il giro di affari di oltre 2 miliardi.

E del tutto comprensibile la preoccupazione di perdere questa “sabbiolina” che genera ogni stagione “tanto oro ad ogni metro quadro” che occupa solo sei mesi anche se impegnativi. Si fa leva sul fatto che andranno persi posti di lavoro, (è impegnata tutta la famiglia, figli, nipoti, cugini, sorelle e fratelli, cognati genitori ecc. ) ma è anche vero che nei bei tempi passati permetteva loro di comprare ad ogni stagione un appartamento, oggi magari solo 2 box, e svernare nelle Antille o altri paradisi.

Ora questo olandese, Bolkestein, vuole eliminare questa egemonia mettendo in discussione i profitti per cui, salvo rare eccezioni, i gestori dei bagni hanno iniziato a cautelarsi e nelle ultime stagioni balneari tutti hanno potuto notare la totale mancanza di investimenti in innovazione delle strutture al contrario di quanto avviene negli altri paesi. I clienti locali e stranieri vorrebbero che venisse scritta la parola fine a questa vicenda e magari, in funzione di questa direttiva Comunitaria, cogliere l’occasione di riavere tante belle spiagge libere, se Sindaci e amministratori locali usassero il buon senso di renderle usufruibili con docce e bagni, invece di tartassarli con multe per sanare i propri disastrosi bilanci. Purtroppo resterà una pia illusione riappropriarsi della vista del mare e della spiaggia a costo zero o irrisorio.

PAOLO ALDO PERINO

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