Speculazione sull’olio extra vergine

 

Speculazione

sull’olio extra vergine

Speculazione sull’olio extra vergine

Se la campagna olivicola 2018/2019 è stata una brutta annata, quella di quest’anno è un’annata eccellente.

A trainare la ripresa sono soprattutto le Regioni del Sud, la Puglia la Calabria e la Sicilia, meno buona la produzione di Lazio, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna, maglie nere della produzione italiana le altre regioni del Nord.

La produzione in Liguria è in controtendenza, se l’anno scorso è stata una annata eccezionale quest’anno ci sarà un calo, ma la qualità sarà sempre eccellente.

L’ottima annata a livello nazionale fa scendere il prezzo e di conseguenza dovrebbero aumentare le vendite, invece i prezzi all’ingrosso scendono, ma l’olio nuovo non si vende.

I motivi dei prezzi fortemente ribassati sono dovuti, da un lato alle dinamiche della grande distribuzione, che vendendo una gran quantità di bottiglie possono permettersi di abbassare i prezzi, dall’altro ai costi decisamente inferiori dell’olio di oliva dei Paesi come Spagna e Grecia.

Ma la vera causa del calo dello smercio dell’olio nuovo è la speculazione che secondo le dichiarazioni sulla la rivista il Salvagente del presidente della Cia-agricoltori italiani, Dino Scanavino, ed il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, sta mettendo in difficoltà un intero settore simbolo del made in Italy.

Gli industriali vogliono far scendere il prezzo dell’extra vergine italiano al livello di quello spagnolo, con l’escamotage di acquistare l’olio vecchio a prezzi dimezzati rispetto alla quotazione dell’olio nuovo, in questo modo l’olio nuovo rimane invenduto nei magazzini e crolla il suo prezzo.

Ecco spiegato perché nei supermercati si trovano bottiglie di extravergine italiano vendute a poco più di 2 euro al litro.

 


 

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