Sovranismo e europeismo: la dialettica spezzata di un’Europa senza sintesi

Mentre Viktor Orban celebra il sovranismo come futuro e +Europa rinnova la sua leadership,
l’Europa dimostra di essere prigioniera di una dialettica negativa, incapace di trovare una vera sintesi.
Sovranismo e europeismo: la dialettica spezzata di un’Europa senza sintesi
Tra il conservatorismo di Orban e l’idealismo di +Europa, l’UE rivela la sua incapacità di risolvere le contraddizioni che la lacerano.

La dialettica negativa di Theodor Adorno ci insegna che non sempre tesi e antitesi trovano una sintesi armoniosa. A volte, le contraddizioni permangono, irrisolte, e il conflitto diventa l’unica realtà. Questo è esattamente ciò che emerge dallo scontro tra il sovranismo di Viktor Orban e l’europeismo di +Europa: due visioni opposte che non si conciliano, ma si limitano a coesistere in un’Europa sempre più frammentata e disillusa.

La tesi: Orban e l’utopia reazionaria
Viktor Orban, intervenendo alla kermesse sovranista di Madrid, ha dipinto un quadro idilliaco del suo modello ungherese: un paese che respinge l’immigrazione irregolare, difende la cultura cristiana e combatte la “propaganda gender”. Con toni epici, ha evocato la Reconquista spagnola, presentando il sovranismo non come una scelta nostalgica, ma come un progetto per il futuro. “Siamo molti, forti e grandi”, ha dichiarato, trasformando l’Ungheria in un laboratorio politico per l’Europa conservatrice.
Ma questa visione, per quanto seducente per alcuni, nasconde una profonda contraddizione: il sovranismo di Orban promette libertà, ma solo a patto di rinchiudersi in un’identità nazionale esclusiva. È una libertà che nega l’altro, che respinge il diverso, che si costruisce sulla paura e sull’esclusione. Eppure, Orban la presenta come l’unica via possibile, ignorando le conseguenze di un’Europa divisa in piccoli fortini nazionali.

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L’antitesi: +Europa e l’idealismo senza radici
Dall’altra parte, +Europa rinnova la sua leadership con la rielezione di Riccardo Magi e l’elezione di Matteo Hallissey come presidente. Magi, con il suo stile tagliente, attacca il governo italiano per i centri di accoglienza in Albania, definendoli una “perseveranza meloniana” nell’errore. +Europa si conferma come il baluardo dell’europeismo, difendendo i valori dell’integrazione, dei diritti umani e dello Stato di diritto.
Ma anche qui, la contraddizione è evidente: l’europeismo di +Europa rischia di apparire come un idealismo senza radici, un progetto elitario che parla di integrazione ma fatica a connettersi con le paure e le esigenze concrete dei cittadini. Mentre Orban cavalca il malcontento popolare, +Europa sembra spesso parlare una lingua lontana dalla realtà quotidiana, rischiando di trasformarsi in un’utopia altrettanto irraggiungibile.

La dialettica negativa: un’Europa senza sintesi
Secondo Adorno, la dialettica non sempre porta a una sintesi risolutiva. A volte, le contraddizioni permangono, irrisolte, e il conflitto diventa l’unica realtà. Questo è esattamente ciò che sta accadendo in Europa: il sovranismo di Orban e l’europeismo di +Europa non si conciliano, ma si limitano a coesistere in un continente sempre più diviso.
Non c’è una vera sintesi, solo una dialettica negativa che rivela l’incapacità dell’Europa di risolvere le sue contraddizioni. Da un lato, il sovranismo promette sicurezza e identità, ma al prezzo di rinchiudersi in se stessi. Dall’altro, l’europeismo difende i valori dell’integrazione, ma rischia di apparire distante e inefficace.

E così, l’Europa rimane prigioniera di questa dialettica spezzata, incapace di trovare una vera sintesi. Forse, come suggerirebbe Adorno, la soluzione non sta nel cercare una riconciliazione impossibile, ma nell’accettare le contraddizioni e nel lavorare per un’Europa che sappia convivere con le sue divisioni, senza pretendere di risolverle.
Ma per ora, questa Europa rimane un’utopia. E mentre Orban sogna una Reconquista moderna e +Europa difende i valori dell’integrazione, il continente continua a navigare in acque agitate, in cerca di una rotta che forse non esiste.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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