Sono rimasti pure stupiti!

SONO RIMASTI PURE STUPITI!

SONO RIMASTI PURE STUPITI!

 In Veneto la disoccupazione giovanile è al 24%, in Liguria è al 41%

In Veneto l’addizionale sull’accisa della benzina è ZERO,  in Liguria è 2,5 cent/litro

In Veneto l’addizionale IRPEF per la Sanità è 1,23/% in Liguria arriva sino al 2,33%

In Veneto i conti della Sanità sono attivi, in Liguria nel 2013 il bilancio regionale ha sforato di 200 milioni (secondo la Corte dei Conti)…..e non sappiamo ancora il dato del 2014.

In Veneto la raccolta differenziata è al 62,6% in Liguria è appena il 30,9%

In Veneto arriva il 22% di turisti stranieri, in Liguria il 3%

In Veneto vi sono 48 dipendenti in regione ogni 1000 abitanti in Liguria ve ne sono 65.

In genere tutti gli altri standard veneti superano di gran lunga quelli liguri.

(Dalla battaglia navale di Curzola ai giorni nostri di tempo ne è passato!)


Zaia e Toti

In Veneto Tosi toglie il 10 % alla Lega, in Liguria Pastorino forse il 4% al PD, tuttavia Zaia prende oltre il 50% dei voti mentre la Paita prende pochi voti  più della Moretti; tutto ciò è accaduto non per un bieco fato ma semplicemente  perché Zaia ha governato bene, mentre da noi si  è governato  malamente per anni e anni: tutto qui!

La candidata al governo della Regione era a giudizio di tutti, incluso moltissimi elettori di sinistra, inadatta a governare la Regione, visto che non era neanche riuscita a governare degnamente il proprio assessorato; ma  il grande flop elettorale ha un responsabile ben maggiore di una dilettante mandata allo sbaraglio, il vero responsabile è il nostrano  Kim Jong-um  in salsa di pesto.

Forse l’ultimo di quelli che D’Alema, qualche tempo fa definì i “cacicchi” e che Panza ribattezzò i “mandarini rossi” e che recentemente Salvini, con un linguaggio più popolano, “le zecche rosse”: alla fine è stato cacciato dagli elettori della nostra regione, regione che di fatto era rimasta più o meno nelle sue mani da oltre vent’anni.

 

Lella Paita e Burlando

 Il peso crudele dei numeri ci dimostra  quanto in basso sia caduta la nostra cara terra dopo 10 anni di governo di Claudio Burlando, il quale, oltre che governatore della Regione, è stato per più di 20 anni il vero deux ex machina  del partito, prima PCI poi PDS poi Ulivo e ora PD , partito  che di fatto ha sempre okkupato tutti i gangli vitali delle amministrazioni liguri per quasi un quarto di secolo , periodo  che é coinciso con la inesorabile decadenza della nostra Regione, caduta mai così tanto in basso nella  sua lunga e memorabile storia millenaria. (tipico caso di questione morale sollevata a suo tempo dal grande Enrico Berlinguer).

Lo stesso Ezio Mauro, direttore dell’organo “ufficiale” del Partito Democratico, ha definito la vecchia dirigenza della Regione inadatta per non dire disastrosa, cosa che solo i ciechi e coloro (purtroppo  troppi) che hanno interessi personali non hanno voluto vedere e hanno ancora votato per tale dirigenza, volendo  ignorare altresì i numeri crudeli che documentano il lento declino di una regione una volta ricca e  prosperosa.

A suo tempo, il governatore rosso-bianco Loriero in Calabria aveva inventato la figura del vice assessore; la compagna Paita, qualora avesse vinto, tanto per non essere da meno, avrebbe creato la figura del sottosegretario alla Presidenza, in perfetto stile meridionale, da offrire a un savonese in cambio dei voti da lui procurati attraverso le cooperative “sociali”, che sono una vera e propria macchina da guerra elettorale del PD nei territori amministrati da tale partito in tutto il paese e che sono spesso le uniche attività economiche, peccato che sono a carico del contribuente.

Considerato che i Savonesi sono chiamati, in questi giorni, a pagare le imposte comunali raddoppiate, si spera che tengano conto di questa realtà alle prossime elezioni.

 
La candidata alla Presidenza e il candidato alla vice presidenza

Per queste elezioni regionali, finalmente la maggior parte degli elettori liguri si é ricordata che la Liguria si trova geograficamente in Padania e ha voluto imprimere un cambiamento di rotta radicale, per  intraprendere una nuova strada verso lo sviluppo, che si crea non con politiche clientelari di immediato consenso elettorale, ma con la costruzione di infrastrutture e con il favorire tutte quelle attività produttive, che creano economia reale e posti di lavoro reali.

Il nuovo Governatore non è ancora ufficialmente insediato, per cavilli burocratici, ma ha già incontrato il collega Maroni, governatore della Lombardia, per discutere di quelle infrastrutture   che possano fare diventare la Liguria la base logistica dell’Area più industrializzata del Paese, in considerazione  del fatto che, malgrado la vicinanza dei i nostri porti con tale area produttiva, molto spesso le merci dalla Lombardia arrivano e partono attraverso i porti del nord Europa, dove magari ci saranno meno bocciofile o “associazioni del no”, ma le infrastrutture ci sono e funzionano.

Recentemente, al convegno degli industriali, la segretaria della CISL, la genovese Furlan, parlando della Liguria, ha detto chiaramente che lei, per ciò che riguarda le infrastrutture, gli ultimi confronti li ha tenuti 12 anni fa con l’allora governatore Biasotti, come dire: Burlando in 10 anni non ha prodotto niente,  mentre la Liguria si staccava sempre più dalla parte più produttiva del Paese.

Ora la nuova amministrazione riprende quei progetti che si sono interrotti per 10 anni e che ci hanno fatto perdere troppe opportunità, con la speranza che non sia troppo tardi.


Toti e Maroni
Lo stesso vale anche per il turismo qualificato, che lo si attira con ferrovie che funzionino con aeroporti che funzionino, con autostrade decongestionate e anche con porti turistici che possano attirare charteristi  in estate e equipaggi e personale collaterale in inverno.

Tutti sanno cos’è il Colosseo, ciò nonostante il Ministero continua a promuovere un bene che tutti conoscono, mentre i tanti beni culturali che la Liguria possiede sono sconosciuti al grande pubblico internazionale, tanto è vero che solo il 3% dei turisti stranieri visita la nostra regione.

Il lavoro sarà arduo, perché non si può invertire una tendenza in poco tempo, specialmente quando la stessa compagna Paita, inacidita dallo smacco,  ha già dichiarato che darà filo da torcere e si opporrà strenuamente ai cambiamenti della nuova amministrazione, come dire che cercherà dall’opposizione di fare sì che la Liguria continui a sprofondare.

Per il bene della nostra cara terra speriamo che la nuova giunta ce la possa fare, anche se  l’impresa sarà ardua; ci auguriamo che i cittadini liguri ne siano consapevoli e che quella classe media produttiva, rappresentata dai partiti di centro destra, possa governare anche le nostre città, sostituendo quella classe media parassita creata dalle sinistre, per perpetrare il loro potere feudale, che ci ha portato ai numeri crudeli elencati in prefazione.

SILVIO ROSSI Lega Nord

 

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