SOLUZIONI POSSIBILI Dipinti e collages di Carlo Giusto

SOLUZIONI POSSIBILI
Dipinti e collages di Carlo Giusto

SOLUZIONI POSSIBILI

Dipinti e collages di Carlo Giusto

 Soluzioni possibili o ideogrammi da decifrare? Soluzioni o dissoluzioni possibili delle immagini che ci assediano e dei messaggi che ininterrottamente vengono trasmessi via etere da un punto all’altro del pianeta? Se l’artista –  come dichiara il maestro Carlo Giusto in una conversazione con la giornalista Sonia Pedalino – “deve sentirsi partecipe di una ricerca culturale collegata in presa diretta alle vicende della realtà e alle sorti dell’uomo”, allora deve anche registrare come un sismografo i sommovimenti sotterranei e i movimenti interiori delle proprie emozioni e della propria coscienza, perché il suo “impegno deve servire a chiarire e a capire la molteplicità e la ricchezza dei punti di vista e delle interpretazioni delle cose”.


E’ significativo il titolo di un quadro esposto nella mostra inaugurata il 15 novembre all’Atelier Gulli, a Savona, e che chiuderà l’8 dicembre 2014: E’ tempo di pensarea che cosa? E perché proprio ora? Non forse sempre tempo di pensare? Mah, se consideriamo lo stato del mondo attuale, si direbbe che il pensiero sia ormai più solo quello delle “macchine pensanti” o delle “bombe intelligenti”. Carlo Giusto ci invita a pensare  quello che vediamo e soprattutto a quello che non vediamo. Che cosa vedo in quell’acrilico e collage su tela al di là dei colori, delle forme, dei segni e dei frammenti di figure? Frammenti, appunto, di un mondo umano travolto in un caos o in un vortice che sembra privo di significato e che tuttavia non è casuale: è un disordine in qualche modo ordinato: “Questi frammenti figurativi e informali sono uniti tra loro in modo disordinato per creare delle strutture e situazioni dove intervenire  e portare un certo ordine. I miei quadri non sono quadri da contemplare o ammirare, devono avere la forza di fare nascere il desiderio di una nuova interezza e devono fare ragionare la gente contro i pericoli e i condizionamenti che ci circondano”. La funzione dell’artista impegnato è dunque quella di cercare di immettere un po’ d’ordine nel disordine e l’opera d’arte deve suscitare delle domande in chi la guarda, domande sul punto in cui siamo del giorno e soprattutto della notte, sui terribili rischi che tutti noi corriamo proprio a causa del nostro “non pensare”,  sulle conseguenze per gli altri e per l’umanità intera delle nostre scelte e delle nostre azioni.


Un tema caro a Carlo Giusto è quello del suo rapporto con la natura; cito sempre dalla conversazione con Sonia Pedalino:

“Nel 1984 il mio ritorno alla natura non è stata un’evasione romantica, ma una necessità imperiosa per sopravvivere di fronte alla contaminazione, allo squilibrio ecologico, alla distruzione sistematica operata dalla tecnologia. Non è la natura dell’Ottocento, ma di oggi, la quale è continuamente mutevole, e chi dipinge deve tenere conto ogni giorno di questo, anche i quadri mutano. Ogni punto di arrivo è un nuovo punto di partenza”. E difatti Carlo Giusto non ha mai smesso di esperire nuove forme espressive pur nella fedeltà a una concezione dell’arte come “antidoto alla disgregazione sociale e, indirettamente, alla perdita dell’io”, come scrive Silvia Campese nella sua presentazione alla mostra. Quanto al mutare della natura non c’è dubbio che non è più quella dei Romantici, degli Impressionisti, dei Macchiaioli e dei Divisionisti: vero, la natura non è più quella di un tempo, e nemmeno l’uomo è più quello di una volta, e se i quadri mutano, muta anche chi li guarda. Non per niente in queste “soluzioni” prevale la fluidità, il movimento, la gestualità: “Nelle mie opere l’impostazione geometrica si attenua e si apre a una composizione che, sebbene molto calibrata e controllata, non appare fondata sulla geometria. Le composizioni devono fluire…”. Un tema ricorrente, difatti,  è il volo degli aquiloni, simbolo di speranza.

E di speranza, intesa anche come virtù teologale, su questa terra tuttora devastata da guerre, terremoti e alluvioni (che stia per arrivare un nuovo diluvio e, a seguire. finalmente, il Giudizio Universale?) Dio solo sa quanto ne abbiamo davvero un disperato bisogno.

 

FULVIO SGUERSO

          

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