Social network a pagamento: un’evoluzione che non è un bene per la società
La sociatria (cura della società) è ostacolata dal passaggio a un modello di fruizione a pagamento, che rischia di escludere le persone più vulnerabili
La notizia che Meta, il colosso dei social network, è pronto a lanciare un servizio a pagamento per chi vuole utilizzare Facebook e Instagram senza pubblicità è stata accolta con preoccupazione dalla sociatria, la disciplina che si occupa dello studio delle patologie sociali e dei loro effetti sulle persone e sulla società.
Da un punto di vista sociatrico, il passaggio a un modello di fruizione a pagamento rappresenta un’evoluzione che non è un bene per la società.

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Innanzitutto, il pagamento per l’accesso ai social network rischia di escludere le persone più vulnerabili. In un mondo in cui la disuguaglianza è sempre più evidente, il fatto di dover pagare per utilizzare i social network potrebbe escludere un numero crescente di persone, soprattutto quelle con redditi più bassi o che vivono in aree rurali o disagiate.
In secondo luogo, il passaggio a un modello di fruizione a pagamento potrebbe limitare la partecipazione alla vita sociale e politica. L’accesso ai social network è spesso essenziale per la partecipazione alla vita sociale e politica. Il passaggio a un modello di fruizione a pagamento potrebbe quindi limitare il diritto di tutti i cittadini di accedere alle informazioni e di esprimere le proprie opinioni.
La sociatria prevede che le piattaforme di social media dovrebbero adottare misure per rendere i propri servizi più accessibili e inclusivi, anche in caso di passaggio a un modello di fruizione a pagamento.
Ad esempio, si potrebbe offrire una versione gratuita limitata o consentire agli utenti di pagare in base al proprio reddito. Inoltre, si potrebbero promuovere campagne di sensibilizzazione per informare le persone dei rischi di esclusione che il passaggio a un modello di fruizione a pagamento potrebbe comportare.
Solo in questo modo sarà possibile garantire che i social network rimangano uno strumento di inclusione e partecipazione per tutti, indipendentemente dal proprio reddito o dalle proprie condizioni sociali.
Analisi sociatrica:
Il passaggio a un modello di fruizione a pagamento dei social network rappresenta una minaccia per l’inclusione sociale.
L’inclusione sociale è un principio fondamentale della sociatria, che si basa sull’idea che tutti i cittadini, indipendentemente dal proprio reddito o dalle proprie condizioni sociali, abbiano diritto a partecipare alla vita sociale e politica.
Il passaggio a un modello di fruizione a pagamento dei social network potrebbe escludere le persone più vulnerabili, che sono quelle con redditi più bassi o che vivono in aree rurali o disagiate.
Queste persone sono già più svantaggiate in altri ambiti della vita, come l’istruzione, la salute e l’occupazione. Il fatto di dover pagare per utilizzare i social network rappresenterebbe un ulteriore ostacolo alla loro partecipazione alla vita sociale e politica.
Inoltre, il passaggio a un modello di fruizione a pagamento dei social network potrebbe limitare la partecipazione democratica. I social network sono diventati uno strumento essenziale per la diffusione delle informazioni e per la partecipazione alla vita politica. Il passaggio a un modello di fruizione a pagamento potrebbe limitare il diritto di tutti i cittadini di accedere alle informazioni e di esprimere le proprie opinioni.
La sociatria ritiene che le piattaforme di social media dovrebbero adottare misure per rendere i propri servizi più accessibili e inclusivi, anche in caso di passaggio a un modello di fruizione a pagamento.
Misure per rendere i social network più inclusivi:
Per garantire che i social network rimangano uno strumento di inclusione e partecipazione per tutti, le piattaforme di social media dovrebbero adottare le seguenti misure:
Offrire una versione gratuita limitata. Questa versione potrebbe includere funzionalità essenziali, come la possibilità di creare un profilo, pubblicare post e commentare i post degli altri.
Consentire agli utenti di pagare in base al proprio reddito. In questo modo, le persone con redditi più bassi potrebbero accedere ai social network a un prezzo più conveniente.
Promuovere campagne di sensibilizzazione. Queste campagne dovrebbero informare le persone dei rischi di esclusione che il passaggio a un modello di fruizione a pagamento potrebbe comportare.
Solo adottando queste misure sarà possibile garantire che i social network rimangano uno strumento di inclusione e partecipazione per tutti, indipendentemente dal proprio reddito o dalle proprie condizioni sociali.