Sinistra a due velocità: difendere Elmasry sì, chiedere conto a Elkann no. Quando la coerenza diventa un optional
Sinistra a due velocità: difendere Elmasry sì, chiedere conto a Elkann no
Quando la coerenza diventa un optional
Bloccare il Parlamento per un criminale internazionale, ma non per difendere i lavoratori di Stellantis: l’ipocrisia delle sinistre

Il generale libico Najeem Elmasry
C’è un filo rosso che lega l’incoerenza della sinistra italiana alla sua eterna ricerca di battaglie che abbiano più valore simbolico che sostanziale. Il caso Elmasry è solo l’ennesima dimostrazione di come l’opposizione sia disposta a paralizzare il Parlamento quando si tratta di difendere un criminale internazionale, mentre si dimostra incredibilmente timida su questioni che riguardano il futuro di migliaia di lavoratori italiani.
Il generale libico Najeem Elmasry è stato estradato dall’Italia nonostante il mandato della Corte penale internazionale. Le opposizioni, invece di pretendere risposte chiare con un normale dibattito parlamentare, hanno scelto la via più teatrale e distruttiva: boicottare i lavori delle Camere e bloccare il Parlamento. Con il plauso della stampa progressista, i partiti di sinistra hanno inscenato il loro sdegno per una decisione del governo, urlando all’umiliazione delle istituzioni democratiche.

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Eppure, quando c’era da pretendere chiarimenti su Stellantis e sul futuro industriale del nostro Paese, dove erano queste stesse opposizioni? Perché non hanno alzato le barricate contro John Elkann quando si sottraeva al confronto parlamentare? Perché non hanno bloccato i lavori per costringerlo a riferire?
Il presidente di Stellantis parlerà finalmente in Parlamento il 19 marzo, ma non certo per merito della sinistra. Sono mesi che si attende una presa di posizione chiara sul futuro dell’industria automobilistica italiana, eppure il dibattito è rimasto marginale. Non c’è stato alcun blocco del Parlamento, nessuna levata di scudi, nessuna protesta in aula per la difesa di migliaia di posti di lavoro a rischio. Evidentemente, le priorità delle opposizioni sono altre.
Questo episodio conferma ancora una volta la degenerazione di una sinistra che ha perso ogni contatto con le reali esigenze del Paese. Invece di occuparsi di problemi concreti – l’occupazione, il costo della vita, la sicurezza dei cittadini – preferisce concentrare le proprie energie su cause ideologiche, strumentalizzando persino i diritti umani per colpire il governo.
La verità è che la sinistra italiana non è più una forza politica che difende il lavoro e le classi popolari, ma un movimento di élite ossessionato da battaglie simboliche e da una narrazione che nulla ha a che vedere con gli interessi del Paese.
Oggi la domanda è chiara: per la sinistra è più importante la sorte di migliaia di lavoratori italiani o quella di un criminale internazionale che, se fosse stato trattenuto nelle nostre prigioni, sarebbe stato mantenuto dai contribuenti? La risposta è sotto gli occhi di tutti.