Siamo alle solite

La sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, all’esito della Camera di consiglio seguita all’adunanza del 29 ottobre 2025, non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera Cipess n. 41/2025 del Ponte sullo Stretto. Lo si legge in una nota della corte. “Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note con apposita Deliberazione entro 30 giorni”.

Una legittima deliberazione della corte dei conti viene considerato l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo.
In buona sostanza chi governa il Paese secondo la maggioranza dovrebbe poter fare ciò che vuole in barba alle leggi e alle regole.
Salvini dice :
La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”.
Ci domandiamo ma di quale Paese parla?
L’ultimo sondaggio ci consegna un dato inconfutabile:La maggioranza degli Italiani è contraria al Ponte,con punte del 57%dei residenti in Calabria e Sicilia.

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Molti sindaci e cittadini calabresi e siciliani sono contrari al progetto del Ponte sullo Stretto. Le principali obiezioni riguardano la spesa pubblica (stimata in circa 13,5 miliardi di euro), che secondo i contestatori dovrebbe essere invece investita in infrastrutture urgenti e servizi essenziali come strade, ferrovie e sanità nelle due regioni. Si critica l’utilità dell’opera e i suoi presunti impatti ambientali, definendola un “bluff” e un progetto dannoso per il territorio, mentre si chiede un diverso modello di sviluppo per il Sud.
Andrei dunque cauto nel parlare di popolo Italiano.
Non sempre chi è contrario ad un enorme inutile esborso di denaro pubblico,e un anti Italiano caro Salvini.
Se poi parliamo della Legge sulla separazione delle carriere in magistratura,potrebbe sembrare un cambio di argomento ma vedrete che le due notizie,il No al ponte è il via libera al referendum sulla separazione delle carriere in magistratura sono fortemente legate.
Trattandosi di una legge costituzionale, la procedura richiedeva due votazioni in ciascuna camera, a distanza di almeno tre mesi l’una dall’altra, come stabilito dall’articolo 138 della Costituzione.
Questa riforma è una tessera di questo complesso risiko del potere, di questa guerra a pezzi alla Costituzione», ha detto in dichiarazione di voto il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato, già procuratore antimafia.
Per comprendere bene le ragioni del no alla riforma la realtà attuale ci offre le migliori spiegazioni della nostra posizione. E le più evidenti prove dei rischi che stiamo correndo. Mi riferisco al caso del sottosegretario Delmastro.
Dunque: un pubblico ufficiale utilizza in modo indebito un atto riservato. Viola il segreto d’ufficio. Si apre un fascicolo, come tanti. Il pm chiede l’archiviazione perché ritiene che la condotta materiale sia stata realizzata (del resto, pacificamente riconosciuta) ma che non sia certa la sussistenza del dolo. Un caso come tanti.
Il giudice rigetta la richiesta del pm e dispone di andare a processo: anche questa una situazione come tante. Non solo prevista dalla legge (il pm chiede, ma è sempre il giudice che decide) ma che dimostra altresì un’altra cosa fondamentale: anche se la carriera di giudici e pm è unica, non esiste nessun presunto “appiattimento” del giudice sul suo “collega” pm.

La preoccupazione legittima di tanti, e la mia è che questa legge sia una vendetta contro quei magistrati che nel tempo hanno Inquisito e in molti casi condannato politici corrotti,truffaldini e collusi con la mafia.
E cosa ancora più grave che il potere politico voglia una magistratura succube che garantisca l’impunità ai tanti troppi politici che non rispettano la legge.
L’articolo della Costituzione che garantisce l’autonomia della magistratura è il 104, che stabilisce che “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. Questo principio è ulteriormente rafforzato da altri articoli, come il 105, che affida al Consiglio Superiore della Magistratura il potere di autogoverno dei magistrati in materia di assunzioni, trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari.
Spero vivamente che il referendum sia partecipato,e che una valanga di no metta fine a una politica arrogante che rivendica il diritto di fare ciò che meglio crede .
Ci accorgeremo che la mafia è entrata nelle istituzioni quando le stesse attaccheranno la magistratura .
Giovanni Falcone.

Roberto Paolino

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