“Se ci sarà da pagare dei danni, li pagheremo”

Così aveva tuonato un consigliere di Rifondazione Comunista, di cui non ricordo il nome, inneggiando alla vittoria ottenuta nel costringere il sindaco Berruti (con la coda in mezzo alle gambe) a rinunciare al porto turistico di Margonara.

Qualora fossero  persone coerenti, i compagni di Rifondazione Comunista dovrebbero presto iniziare a organizzare dei gazebo per raccogliere i fondi fra i loro simpatizzanti, per contribuire ad un eventuale richiesta di danni da parte della Società Porticciolo Turistico dell’imprenditore Gambardella, così dovrebbero fare anche il Comitato Mamme della Margonara e tutti i Comitati che si sono attivati al blocco di una iniziativa economica che porterebbe non 7 posti di lavoro come il Bitume  ma 1500 posti di lavoro per  i giovani, che per  Savona sono manna dal cielo, città, anzi ormai cittadina, in caduta libera, che sta impoverendosi inesorabilmente, assomigliando sempre di più alla classica cittadina del Sud assistito.

Il Sindaco Berruti alla festa di rifondazione

L’olio di ricino che Burlando ha riservato a Savona e alla nostra provincia nei suoi dieci anni di potere in Regione, con la complicità delle giunte rosse savonesi, non ha  avuto eguali nella storia passata e ora che tutti i vari nodi stanno venendo al pettine, mi domando come un savonese possa sopportare ancora questi mandarini nostrani, che per una zuppa di lenticchie hanno venduto  la salute dei cittadini (Tirreno Power) e il futuro economico della propria città.

Siccome sono certo che  tali personaggi la coerenza non ce l’hanno, i cittadini savonesi devono solo sperare che anziché chiedere i danni, che secondo me non sarebbero inferiori ai 10 milioni, l’ing. Gambardella, sebbene sia stato costretto a perdere tempo prezioso, ponga i presupposti in quell’area  per creare un polo nautico di eccellenza, come peraltro stanno facendo Genova e Marsiglia,  in considerazione che la nautica e specialmente quella del “grande yachting” è ancora l’unico settore che tira e che Savona si trova, per sua fortuna, geograficamente nel triangolo d’oro della grande nautica, che ha come vertici St.Tropez, Livorno, Porto Cervo e capitale Montecarlo

Leggi GENOVA hub internazionale per il grande yachting

Per uno come me, che partecipa da oltre 20 anni a boat-show in tutto il mondo, da Fort Lauderdale a Shanghai , da Dussendorf a Dubai, da Monaco a Genova, leggere sui giornali dichiarazioni strampalate  di amministratori, che non conoscono  l’argomento e che senza neanche il buon senso di documentarsi straparlano e hanno anche purtroppo il potere di bloccare gli investimenti alla nostra cara città, è profondamente irritante.

Ciò non di meno, in questa occasione non voglio stare a parlare di argomenti molto tecnici che dovrebbero essere discussi in altre sedi , ma  voglio invece soffermarmi su un altro argomento più terra terra e cioè “DEMOCRAZIA e ONESTA’ INTELETTUALE” :

Chi ha seguito l’iter lunghissimo del porticciolo turistico di Savona-Albissola, anzi Albissola-Savona, dovrà sapere che l’autorizzazione definitiva, data al progetto Gambardella, era stata data, previo i pareri favorevoli di tutte le categorie sindacali industriali Confcommercio, Confesercenti, CNA, ecc. ecc, da tutti i partiti, con la sola eccezione di Rifondazione Comunista ( partito che rappresentava il  3% dei savonesi), quindi il Sindaco (PD) e tutti gli altri partiti che rappresentavano il 97% dei savonesi avevano approvato TUTTO.

 Il colpo di scena è avvenuto in concomitanza delle penultime elezioni regionali, quando Burlando aveva creato una alleanza “ Brancaleone“ che andava  dai democristiani del CCD a Rifondazione Comunista e per creare quella alleanza aveva dovuto concedere qualcosa a tutti.

Lo scalpo per Rifondazione fu Margonara!  

l Sindaco Berruti, che aveva portato avanti il progetto sino ad allora con vigore (“compagni di Rifondazione dobbiamo combattere la povertà non la ricchezza” aveva tuonato in consiglio al momento dell’approvazione del progetto), in seguito, di fronte all’ordine perentorio del suo KAPO di Genova e, considerato che al nostro Sindaco  di Savona non glien’è mai fregato niente, perché Savona doveva essere solo il trampolino di lancio in funzione dei suoi obbiettivi personali ben più ambiziosi,  ha chinato il capo e si è rimangiato tutto. (con la coda in mezzo alle gambe prima e dopo!).

Ora lui sentenzia: A Miramare, senza case!…e naturalmente si è nuovamente incartato.

A Miramare senza case?

Intanto Gambardella, visto che ha vinto la causa farà quello che vuole e lo farà perché il progetto su cui ha avuto la ragione era firmato dal Sindaco di allora, che era proprio Berruti e quindi se riterrà tale progetto ancora redditizio procederà con la torre o con le case mediterranee a suo piacimento.

Se invece l’ing. Gambardella preferirà passare all’incasso, chi sarà disposto investire su Miramare un solo copeco  con la spada di Damocle di una sinistra incoerente e ballerina e con la mina vagante grillina che già parla di nautica sociale?

Come in tutte le economie meridionali, Savona da seconda città per ricchezza pro capite dei tempi della mia gioventù, da ormai tanto tempo sta vivendo quasi esclusivamente di “pubblico” e di assistenza e  con i tempi che corrono, malgrado le balle che racconta il novello ”Pifferaio magico di Hamelin”, vi sono sempre meno imprese e purtroppo i nostri giovani saranno costretti a emigrare altrove, come già stanno facendo e la grande abbondanza di case sfitte  è la prova di questo fenomeno in atto da tempo.

Giovanni Gambardella

La disoccupazione giovanile nella nostra città, che nel 2015 è ulteriormente aumentata del 3,2%,  si attesta a valori del 40,6% e di fronte a ciò i partiti di sinistra per strappare voti ai 5 stelle continuano ad appiattirsi sui loro programmi , la spiaggetta, le biciclette, la casetta del mulino bianco, insomma tutte cose che più che produrre ricchezza producono svago a chi ha un reddito o una pensione e spese alla collettività, ma che non dà soluzioni ai bisogni dei cittadini  emarginati che sono realmente gravi.

 I savonesi  che non vivono di illusioni, ne sono  ormai consapevoli e le ultime elezioni regionali hanno dimostrato che gli elettori non si comprano più con le strette di mano e con le inaugurazioni di opere tarocco o con i concerti a carico della collettività e quindi della “flessibilità”.

I nodi vengono sempre al pettine e l’incoerenza e la inconsistenza  (parole dei Giudici del Consiglio di Stato) prima o poi vengono a galla:

A Genova è caduto Sansone ora toccherà ai filistei, anche se temo che, per riparare i danni  e i debiti che hanno creato in tutti gli anni in cui hanno sgovernato nel modo più squallido, sia già troppo tardi.

Silvio Rossi  Lega Nord

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