Savona snodo della cocaina: traffici globali, spaccio locale e silenzi imbarazzanti

Non è (solo) Miami, non è (più) solo Rotterdam. È Savona. O meglio: Vado e Savona, due porti liguri che negli ultimi mesi hanno mostrato tutta la loro centralità nel traffico internazionale di cocaina. A dirlo non è il gossip da bar, ma la relazione ufficiale del Ministero dell’Interno: oltre 1.850 chili di cocaina sequestrati tra Vado e Savona nel 2024, pari al 10% del totale nazionale intercettato alle frontiere marittime. Un’enormità. Numeri superiori persino a quelli del porto di Genova.
Le navi arrivano da Ecuador, Cile, Brasile. I container passano – talvolta sfuggono. La cocaina c’è. E i porti diventano le porte, anzi: gli ascensori, per un narcotraffico che non ha più bisogno di corridoi nascosti. A Savona e Vado si sdogana tutto, legalmente e illegalmente. E dietro i tir e le gru ci sono (probabilmente) accordi, complicità, infiltrazioni. La ‘ndrangheta, lo dice la DIA, ha già messo la bandierina. Ma intorno, a giudicare dal rumore, è tutto tranquillo.

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Il fiume bianco s’incanala in città
Nel frattempo, tra via Trilussa, le Fornaci e Villapiana, i carichi si fanno a mano. La cocaina scende dai porti e si impasta nel tessuto urbano, come calce nelle fondamenta. Gli ultimi arresti, eseguiti dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Locale, non sono solo cronaca nera: sono tasselli di un mosaico che racconta una Savona sempre più «zona grigia».
Un ventiquattrenne viene sorpreso con quasi due chili di coca, una pistola carica e 1.200 euro in contanti. Un altro, in centro città, tenta di ingoiare bustine termosaldate davanti alla pattuglia. Le sputa. Le contano: dieci dosi di crack, tre di cocaina. Altri duemila euro nascosti in casa. E via così.
Sullo sfondo, giovani consumatori e vecchi viziati dalla routine. Il mercato non conosce crisi: il prezzo cala, la domanda cresce, la geografia dello spaccio si estende. Non esistono più le “zone calde”: Savona tutta è diventata zona utile.

La Liguria come crocevia (ma chi guarda?)
Siamo in una regione dove la logistica è l’unico settore che tira. Ma come in ogni sistema che movimenta merci, chi muove le merci sa anche dove nascondere la droga. I porti liguri, sempre più deserti di trasparenza e pieni di traffici, sembrano fatti apposta per il contrabbando. E anche quando il commercio mondiale rallenta – come nel 2024 – il narcotraffico resta florido. Una delle poche certezze globali, evidentemente.
Lo scenario disegnato dal Ministero dell’Interno e dalla Direzione Antimafia è inquietante: la Liguria è attrattiva per chi fa impresa, ma è perfetta per chi gestisce il crimine. I porti come imbuto. Le autostrade come arterie. La Francia a due passi. Il Nord Europa a un paio d’ore di camion. E le mafie – che non dormono mai – lo sanno.

Il silenzio delle istituzioni
Nel frattempo, da Palazzo Sisto, dal Comune di Vado  e dagli altri uffici pubblici del territorio, poco o nulla. Nessuna presa di posizione forte, nessun grido d’allarme. Tutti a parlare di “accoglienza turistica”, “transizione ecologica”, “città intelligente”. Ma davanti ai dati del Ministero, nessun comunicato stampa. Nessuna convocazione pubblica. Nessuna task force. Solo comunicati fotocopia sulla “legalità” e il solito sguardo assorto verso la Darsena delle crociere.
Eppure l’allarme è chiaro: Vado e Savona sono dentro, non ai margini. Non si tratta più di episodi, ma di flussi. I numeri raccontano un sistema. E un sistema, per esistere, ha bisogno di complicità. E di omertà.
In questa storia che coinvolge navi, pistole, droga e container, chi sembra tenere viva la vigilanza sono i cittadini. Le segnalazioni spontanee, le denunce, l’uso dell’app YouPol. Mentre la politica chiude gli occhi, il cittadino fotografa lo spaccio, indica i luoghi, accende il dibattito. Ma la domanda resta: può bastare la buona volontà dei cittadini se le istituzioni locali fanno finta che vada tutto bene?
Il rischio, concreto, è che Savona si trasformi in una “rotterdamina” in miniatura: porto efficiente in superficie, santuario del narcotraffico sotto il pelo dell’acqua.
E intanto, nelle scuole, nei locali e nelle case, la cocaina continua a scorrere. Bianca. Silenziosa. Quotidiana.

R.T.

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