Savona promuove le qualità del chinotto

Savona promuove
le qualità del chinotto

 Savona promuove
le qualità del chinotto
È cinquecentenario – concordano storici e buongustai – il legame tra Savona e il chinotto, frutto diventato di recente l’originale protagonista dell’«Expo» di attività economiche, commerciali, industriali e artigianali che si è svolta nella città della Torretta. Risale infatti al 1500, anno più, anno meno, l’importazione dalla terra d’origine, la Cina, del prezioso agrume per merito di un navigatore savonese.
Narrano le cronache dell’epoca che la pianta, giudicata subito preziosa, venne considerata anche un amuleto dai viaggiatori perché, grazie alle sue proprietà, aiutava ad allontanare le malattie. Trapiantato, dunque, sulla costa ligure, il chinotto trovò un ambiente ideale che, nel tempo, ne avrebbe migliorato le qualità organolettiche. Proprio quelle qualità esaltate dal laboratorio di degustazione curato nell’ambito dell’Expo dalla Rete delle imprese del Chinotto e dal Presidio Slow Food, in collaborazione con l’amministrazione comunale savonese: un’occasione unica per scoprire il mondo del chinotto che rappresenta sì una grande tradizione, ma anche un simbolo d’eccellenza che richiama tuttora sempre nuovi fans di tutte le età, appassionati estimatori di queste delizie dolci-amare.
Nel corso del laboratorio di degustazione, storia, curiosità, nuovi prodotti a base di chinotto sono stati gli ingredienti di un approfondimento particolarmente goloso. Con l’occasione, è stato possibile mettere in evidenza le proprietà benefiche del frutto: come ha spiegato Marco Abaton, della Rete imprese del Chinotto, «l’opportunità di assaporare insieme la varie interpretazioni del frutto ha dato vita a un insieme di emozioni che hanno coinvolto armonicamente olfatto, vista, gusto e tatto e si è rivelata anche un momento significativo di piacere polisensoriale». Tutto merito delle caratteristiche del frutto che vanta anche apprezzate doti decorative: la pianta, sempreverde, è alta poco più di un metro e mezzo, ma sviluppa sui pochi rami un’incredibile quantità di frutti e fiori, con effetto scenico davvero spettacolare. Dal punto di vista alimentare, i frutti al naturale sono troppo amarognoli per essere consumati, ma diventano una prelibatezza se sapientemente lavorati. L’area vocata di produzione, infine, è quella del territorio rivierasco da Varazze sino a Finale Ligure, dove negli ultimi anni la trasformazione del frutto si è ampliata, arricchendosi di nuovi prodotti a base di chinotto come marmellate, mostarde, liquori, birre, miele, dolci, sale, ma anche profumi e cosmetici.
 
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