Savona ha perso la memoria storica

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Ottantacinquesima parte)
SAVONA HA PERSO LA MEMORIA STORICA

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Ottantacinquesima parte

Nell’ultimo periodo dello scorso mese di Settembre, su pregevole iniziativa del Comune di STELLA l’intera comunità savonese (onorata dell’eccezionale presenza dell’attuale presidente della Repubblica SERGIO MATTARELLA) ha reso finalmente omaggio all’altissimo valore etico, politico culturale dell’ex presidente SANDRO PERTINI.

 Abbiamo utilizzato, non a caso, L’AVVERBIO FINALMENTE perché esso rappresenta la sintesi amara di un articolo di ALDO PASTORE, che, oggi, con IL VOLTO DELLA MEMORIA riproponiamo attenzione dei nostri Amici Lettori.

 L’articolo, inserito nel volume “L’ALTRA CITTÀ” (Marco Sabatelli editore), porta ormai la storica data dell’8 novembre 1995 ed è così intitolato

SAVONA HA PERSO LA MEMORIA STORICA

Ormai non ci meravigliamo più di nulla: il sensazionalismo informativo radio-televisivo e giornalistico ha raggiunto livelli così alti che anche gli eventi più importanti e più significativi passarli) sulle nostre teste con una velocità straordinaria e con una concitazione tale che non e più possibile discernere il bene dal male, l’onesto dal disonesto, il lecito dall’illecito; restiamo quotidianamente frastornati da questo turbinio informativo; facciamo fatica a connettere e, paradossalmente, corriamo il rischio di non saperci più esaltare o adirare o commuovere; andiamo incontro verso un pericoloso appiattimento delle coscienze e verso lo spegnimento di ogni ardore, umano e civile.

Un esempio per tutti: nei giorni scorsi e apparsa, sugli organi di informazione, la notizia che, nella nostra Savona, sta per chiudere il Museo Pertini; in altre stagioni della vita cittadina, questo evento avrebbe sicuramente scatenato una vibrata reazione, energiche proteste; nulla di tutto questo: sostanziale disimpegno e disinteresse da parte delle autorità cittadine, silenzio assoluto da parte delle forze sociali e politiche della Città, indifferenza da parte della pubblica opinione.

La chiusura del Museo è un evento grave di per sé; ma esso assume maggiore gravità se pensiamo al fatto che la nostra Città, in questi ultimi anni, non è stata capace di dedicare a Sandro Pertini né una via, né una piazza, né ad intestare, alla Sua memoria, un edificio scolastico o un circolo culturale.

Per di più durante l’ultima celebrazione del XXV aprile è stata data un interpretazione alquanto riduttiva della lotta contro la dittatura fascista; in realtà la Storia (con la S maiuscola) insegna che la nostra Città e la nostra Provincia non avrebbero potuto offrire quello straordinario apporto umano e civile per conquistare la libertà ed una diversa convivenza tra cittadini, se, a monte (negli anni bui che vanno dal 1921 al 19431 non vi fosse stata la presenza di una esigua (ma straordinaria) opposizione antifascista. Sandro Pertini è stato, con altri, esponente emblematico di questa opposizione; il suo apporto alla lotta di liberazione non poteva, dunque, essere sottovalutato (o, peggio) ignorato.

Ma sarebbe riduttivo ed inutile parlare del politico e dello statista Sandro Pertini; mi auguro che almeno su questo versante, il ricordo dei savonesi possa essere ancora vivo e non offuscato dal vortice di ambigui messaggi televisivi.


Mi interessa, invece, soffermarmi sui valori, sui principi, sugli ideali che sono stati alla base della vita del l’uomo-Pertini, vale a dire:

 1) L’alta concezione della politica, intesa non già come deteriore affarismo, bensì come servizio in favore del singolo cittadino e della intera collettività;

  2) L’orgoglio e la fierezza delle proprie idee, sostenute, con grande ardore, contro i suoi tanti avversari;

 3) Il profondo rispetto per le concezioni etiche e per le idee politiche di tutti coloro che erano situati in campo avverso;

 4) La franchezza e la sincerità del suo eloquio politico, ben lontano dal metodo delle lettere anonime, dei falsi dossier, dei veleni che caratterizza il modo di agire di molti esponenti attuali;

 5) L’alta visione del socialismo, inteso come strumento di riscatto e di liberazione delle classi più povere e, contemporaneamente, di esaltazione dei valori di ogni singolo individuo.

 Con la chiusura del Museo Pertini, io sento (quasi emblematicamente) un attenuazione di interesse, nella nostra Città, verso questi principi e questi ideali; recentemente Silvano Godani, in un Suo pregevole articolo, in gran parte condivisibile, vedeva nella chiusura del Museo, un ulteriore occasione mancata per la cultura savonese; io vedo di peggio: mi pare di scorgere, in questo evento, un decadimento etico e, forse, la perdita della nostra memoria storica e la dispersione dei grandi valori che sono stati alla base della nostra convivenza civile.

Salvare il Museo assume, perciò, un significato ideale e simbolico: riaprire il pensiero e l’anima dei Savonesi alla speranza ed al riscatto.

 Savona 8 novembre 1995

Aldo Pastore

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