Savona e le sue ambizioni per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027

Savona, insieme ad altre città italiane, ha deciso di concorrere per il prestigioso titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027, un’occasione unica per rilanciare il suo patrimonio storico, artistico e culturale. La competizione, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere un potente motore di crescita e visibilità per i territori vincitori, rappresenta una sfida affascinante ma anche ardua per la città ligure.

Una sfida ambiziosa
Savona sta cercando di sfruttare questa candidatura per mettere in luce il meglio di sé. La città può vantare un’eredità storica importante, con il suo porto, le antiche torri, il Priamar e il legame con il Rinascimento grazie alla figura di Papa Giulio II. La sua posizione strategica sulla costa, a metà strada tra Genova e la Riviera di Ponente, la rende una meta potenzialmente interessante per il turismo culturale.
Ma Savona non parte da una posizione di forza. Le cronache locali, negli ultimi anni, hanno spesso riportato notizie di difficoltà nella gestione urbana, con problemi legati alla manutenzione, alla vivacità culturale e al rilancio economico. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale, molte di queste questioni restano irrisolte.

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I limiti della competizione
Le città che ambiscono al titolo di Capitale Italiana della Cultura non vengono valutate solo per il loro patrimonio esistente, ma anche per la capacità di proporre un progetto innovativo e sostenibile, in grado di avere un impatto duraturo sul territorio. Questo richiede risorse economiche, un’efficace pianificazione strategica e il coinvolgimento della comunità locale.
In questo contesto, Savona potrebbe trovarsi in difficoltà rispetto ad altre concorrenti più strutturate. Città come Siracusa, Brescia o Perugia, solo per citarne alcune che hanno recentemente vinto il titolo o partecipato con successo, hanno mostrato una capacità di mettere in rete il proprio patrimonio culturale con infrastrutture e politiche a lungo termine.

Savona si dà da fare
L’amministrazione savonese, tuttavia, non sembra voler mollare. Il dossier di candidatura, che deve essere presentato al Ministero della Cultura, punta su un mix di iniziative locali e progetti innovativi. Il focus sembra essere la valorizzazione della tradizione marittima e delle arti visive, insieme a un programma che coinvolga la cittadinanza in maniera attiva.
Eventi, mostre, laboratori culturali e attività didattiche sono alcuni degli strumenti che Savona sta cercando di mettere in campo per conquistare i giudici. Il problema, tuttavia, risiede nella coerenza e nell’effettiva capacità di realizzare quanto promesso.

Uno sguardo critico
Non si può ignorare che, nonostante gli sforzi, Savona parta con uno svantaggio. La città, purtroppo, non ha ancora completamente superato le difficoltà legate alla crisi economica e alla carenza di investimenti pubblici. La sensazione diffusa tra i cittadini è che la candidatura sia più un’operazione di facciata che un reale tentativo di trasformare la città.
L’assenza di una visione strategica a lungo termine e le divisioni politiche interne rischiano di affossare anche i migliori propositi. Inoltre, il titolo di Capitale Italiana della Cultura non può essere conquistato solo con il cuore, ma necessita di un progetto chiaro e una capacità gestionale che Savona, al momento, sembra faticare a dimostrare.

Le prospettive
Savona potrebbe utilizzare questa candidatura come una leva per migliorarsi, indipendentemente dal risultato. Anche se sarà difficile raggiungere la fase finale, il percorso stesso può rappresentare un’occasione per riflettere sul proprio futuro e iniziare a costruire una nuova identità culturale.
Se la città riuscirà a cogliere questa opportunità, il vero successo non sarà vincere il titolo, ma dimostrare di avere la capacità di rialzarsi e mettere in atto una trasformazione culturale che vada oltre il 2027. Altrimenti, rischia di essere l’ennesima occasione mancata, lasciando dietro di sé un retrogusto amaro di promesse non mantenute.
In ogni caso, il verdetto del Ministero della Cultura arriverà nei prossimi mesi. Fino ad allora, Savona potrà continuare a sognare, con la speranza che questo percorso le consenta di guardare al futuro con rinnovata ambizione.

I Comuni che hanno risposto al bando entro la scadenza dei termini del 3 luglio sono:
Acerra (provincia di Napoli, Campania); Aiello Calabro (provincia di Cosenza, Calabria); Alberobello (provincia di Bari, Puglia); Aliano (provincia di Matera, Basilicata); Brindisi (Puglia); Caiazzo (provincia di Caserta, Campania); Fiesole (provincia di Firenze, Toscana); Gallipoli (provincia di Lecce, Puglia); La Spezia (Liguria); Loreto Aprutino (provincia di Pescara, Abruzzo); Massa (provincia di Massa-Carrara, Toscana); Mazzarino (provincia di Caltanissetta, Sicilia); Morano Calabro (provincia di Cosenza, Calabria); Pompei (provincia di Napoli, Campania); Pordenone (Friuli Venezia Giulia); Reggio Calabria (Calabria); Santa Maria Capua Vetere (provincia di Caserta, Campania); Sant’Andrea di Conza (provincia di Avellino, Campania); Savona (Liguria); Taverna (provincia di Catanzaro, Calabria).

R.T.

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