Russia: il film di Putin

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Navigare tra guai esterni e interni: l’abilità politica di un leader veterano

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Vladimir Putin è stato rieletto ancora una volta, continuando a dimostrare una straordinaria capacità di muoversi abilmente tra le complessità della scena internazionale e le sfide interne da lui stesso create. Come una pellicola cinematografica, la sua politica è una successione di fotogrammi che, con una cadenza regolare e quasi ipnotica, plasmano la percezione del suo operato. La metafora dei fotogrammi, ciascuno un’immagine statica che insieme alle altre crea l’illusione del movimento, rispecchia perfettamente la strategia di Putin: ogni azione è calcolata, ogni decisione è parte di un quadro più grande, una trama complessa che si sviluppa sotto gli occhi del mondo.

Recentemente, uno degli episodi più emblematici di questa strategia è stato l’arresto del generale Ivan Popov. Comandante della 58esima armata interforze e figura di spicco nella guerra in Ucraina, Popov è stato arrestato per una presunta truffa da 100 milioni di rubli. Tuttavia, secondo l’Institute for the Study of War (ISW), questa vicenda nasconde motivazioni più profonde. Popov, già rimosso dal suo ruolo nel 2023 per “errori militari”, aveva criticato apertamente la gestione delle truppe da parte dell’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu. Il suo arresto, interpretato da molti come una vendetta per queste critiche, rappresenta un chiaro avvertimento di Putin ai vertici militari: la lealtà al Cremlino è prioritaria rispetto alla competenza.

Sul fronte internazionale, la Russia continua a navigare acque tumultuose. Le recenti tensioni con l’Estonia e la Lituania riguardo ai confini marittimi e l’allarmante cooperazione tra Cina e Russia in ambito militare, segnalata dal ministro della Difesa britannico Grant Shapps, complicano ulteriormente lo scenario. Intanto, sul campo di battaglia in Ucraina, le munizioni della NATO e i lanciarazzi stanno avendo un impatto significativo, mentre la Russia dichiara di aver conquistato nuove posizioni vicino a Bakhmut.

Nel contesto di questi eventi, il Cremlino sembra impegnato a mantenere una narrazione di forza e controllo, anche attraverso misure che richiamano alla mente una guerra ibrida. La recente proposta, poi ritirata, di modifica dei confini marittimi russi nel Mar Baltico e le dichiarazioni minacciose riguardanti l’uso di armi nello spazio non fanno che alimentare la percezione di una Russia pronta a difendersi da ogni possibile minaccia, reale o immaginata.

Le mosse di Putin, dunque, continuano a disegnare una pellicola in cui l’immagine di un leader indomito e sempre vigile prende forma. In questo film politico, ogni fotogramma è una testimonianza del suo incessante sforzo di mantenere il controllo, affrontando le critiche interne e le pressioni esterne con la stessa determinazione. La sua leadership si sviluppa come un’opera cinematografica, dove la lealtà e la paura sono le forze motrici che tengono insieme il castello di carta della sua governance.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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