Rubrica di cinema
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Match Point, Chernobyl Diaries, Rosemary’s Baby
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RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
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Match Point
Match Point è un film del 2005 scritto e diretto da Woody Allen, con protagonisti Jonathan Rhys-Meyers (Chris Wilton) e Scarlett Johansson (Nola Rice) Il Woody Allen più maturo sul piano del saper raccontare per immagini. La migliore opera di Woody Allen, per le raffinate tecniche letterarie, la curatissima e ricca composizione fotografica, la scorrevolezza narrativa, il montaggio, lo spessore culturale della sceneggiatura, la regia degli attori. Un Dostojevski rivisitato in chiave moderna grazie allo spunto narrativo sempre fertile, sulla logica dei contrasti, offerto dalla povertà di certe classi sociali, povertà che attraversa ogni tempo e luogo. Una morale del film potrebbe essere questa: Il povero bello e fortunato può avere qualche chance di affermazione sociale, ma quante menzogne deve dire e quanti crimini deve commettere per stare al gioco. Ne vale veramente la pena se alla fine ha solo sembianze che luccicano?… Bellissimo film, con potenti emozioni anche da thriller… Teoria del caos sullo sfondo esistenziale: la vita umana come piega fortunata del caotico processo cosmico, qualcosa quindi che nasce per caso…
Chernobyl Diaries
Chernobyl Diaries – La mutazione (Chernobyl Diaries) è un film tra il thriller e l’horror del 2012 diretto da Bradley Parker Visita turistica (fai da te) alla città fantasma di Prypjat in Russia, divenuta famosa dopo lo spaventoso incidente nucleare di Chernobyl del 1986. Un gruppo di ragazzi si inoltra in zone inesplorate mettendosi nei guai. Film girato negli esterni nella zona di Chernobyl, nei sottointerni nei sotterranei di Belgrado, e in parte a Budapest. Film molto riuscito nel suo genere, con un’ottima idea narrativa e una location talmente impregnata di un potente reale che spruzza da ogni poro drammaticità tanto da valere metà film. Di straordinaria esplosività visiva l’entrata dei ragazzi nel cuore della centrale fantasma che evoca in pieno la tragedia moltiplicando le emozioni con un’atmosfera horror. Ottimo il contrasto tra l’entusiasmo e l’euforia iniziali dei ragazzi, di dubbio valore morale vista la tristezza dei luoghi, per la gita a Chernobyl e la cupa follia visiva del finale che pone fine alla loro gita. Il film solleva la questione dei viaggi turistici nei luoghi di grande lutto rimasti praticamente intatti, viaggi dove i selfie macabri abbondano. Fatti che indicano la presenza in certi turisti di problematicità subdole-nevrotiche non coscienti, a tal punto da non indurli a una elaborazione psicanalitica del loro inconscio scisso. Un film che denuncia la presenza subdola del male, reattivo alla propria sfavorevole condizione sociale, nei giovani d’oggi più proletarizzati.
Rosemary’s Baby
Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York (Rosemary’s Baby) è un film horror del 1968 diretto da Roman Polanski. Tratto dall’omonimo romanzo di Ira Levin Un film horror di grande intelligenza cinematografica, riesce a rimanere in sospeso tra razionalità e delirio, innestando su una realtà familiare ben delineata una fantasia inconscia che anela al vero in una dimensione di impossibile realizzazione perché solo costituita da un tessuto sessuale carente di forza simbolica.
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