Rubrica di botanica: Nandina domestica
Nuova rubrica di botanica a cura di Manrico Maglia NANDINA DOMESTICA
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Nuova rubrica di botanica a cura di Manrico Maglia NANDINA DOMESTICA
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Coltivata in Cina e Giappone per secoli, è stata importata nei giardini occidentali da William Kerr, che la portò a Londra dopo la sua prima spedizione nel Guangdong, nel 1804.
La Nandina è un arbusto rustico, che tollera bene il freddo invernale. Cresce bene in posizione ombreggiata o soleggiata, anche se in carenza di luce tende a non fiorire e le foglie si colorano di verde scuro. Si sviluppa praticamente in qualsiasi terreno, purché ben drenato. Tollera bene la siccità e non richiede particolari cure né potature importanti.
In primavera all’apice dei fusti sbocciano piccoli fiori candidi, riuniti in lunghe pannocchie, spesso arcuate. In estate ed autunno i fiori lasciano il posto a numerose piccole bacche di colore rosso vivo, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva. Un arbusto adulto di Nandina Domestica può raggiungere i 150-180 cm di altezza.
I giovani germogli sono in genere rossastri, durante l’inverno tendono a divenire completamente rossi; esistono moltissime varietà ibride o cultivar di nandina, alcune hanno portamento particolarmente compatto, non superando i 35-40 cm di altezza, altre hanno il fogliame costantemente rosso o aranciato. Sono piante molto adatte ad essere coltivate come esemplari singoli, o in siepi colorate; le varietà nane si utilizzano anche nelle bordure o nel bordo misto. A fine inverno in genere si procede alla concimazione degli arbusti, interrando ai piedi del fusto dello stallatico maturo o dell’humus; volendo è anche possibile utilizzare per le concimazioni un concime granulare a lenta cessione, che si scioglierà progressivamente nell’arco di alcuni mesi.
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