Riqualificazione di Piazza del Popolo
“FERMATE LE BOCCE
E SEDETEVI ATTORNO A UN TAVOLO”
TROVATE UNA GIUSTA GOVERNANCE
Intervenire su Piazza del Popolo significa dover adottare…
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“FERMATE LE BOCCE E SEDETEVI ATTORNO A UN TAVOLO” TROVATE UNA GIUSTA GOVERNANCE Intervenire su Piazza del Popolo significa dover adottare: • un approccio globale (guardare alla città nel suo complesso, migliorare la qualità della vita e promuovere un approccio trasversale, integrare attori specializzati e superare la compartimentazione dei settori di competenza, rinnovare i sistemi e gli stili di lavoro); • un approccio territoriale (collegare le politiche generali a specifici ambiti territoriali, mobilitare le energie e le risorse sociali e istituzionali locali, valorizzare la specificità dei singoli territori); • un approccio progettuale (partecipazione, associazione e partenariato non si costruiscono in astratto, è nella elaborazione di progetti che ci si confronta realmente).
Da anni emerge una crisi urbana che riguarda il centro della ns città ovvero Piazza del Popolo diventando uno stereotipo di conflittualità, ed irrompe nell’agenda politica locale la richiesta di sicurezza da parte dei cittadini, spesso in stato di tensione e rivendicativa rispetto ai nuovi arrivati ( alcuni ormai dal 1990). L’amministratore ha un particolare vizio, ovvero, di non considerarlo significativo, ma l’insieme di tutti questi componenti cambia la vita delle persone; contemporaneamente è indispensabile seguire un procedimento con cui si vagliano e ordinano molteplici elementi in vista della formazione di un’opera più o meno complessa: risorse, investimenti, energie, le identità e i conflitti. Bisogna adottare visioni strategiche di sviluppo che hanno ripercussioni determinanti, che hanno effetti sulla vita degli individui che abitano nelle città, ovvero, “fare città”.. Se è vero che la modernità e la contemporaneità sono meticciato sociale prima ancora che etnico e culturale, sicuramente negli interstizi del disordine e dei conflitti della ns città si contaminano linguaggi, forme culturali, modalità espressive, abitudini e identità. Piazza del Popolo è un luogo in cui prende forma in modo antipatico, contraddittorio, difforme, un nuovo significato di città e su cui si specificano e si esplicitano le conflittualità su scala locale. Dobbiamo sapere che non ci sono scorciatoie, non ci sono soluzioni semplici e la capacità che un buon amministratore deve avere è di comprendere i fenomeni, agire per governarli.
Si deve rigenerare il tessuto urbano ma è indispensabile lavorare a politiche di “seconda generazione” , pensando a garantire un bisogno – la qualità dell’abitare – e a produrre qualità urbana complessiva, fatta di servizi, di mixité, di connessioni. Garantire ed assicurare politiche di sostegno in situazioni di vulnerabilità sociale significa favorire politiche di prossimità sociale apendo però che sul territorio esistono rapporti di forza tra attori diversi, diversità e pluralità di funzioni, di usi e forme dell’abitare, di coabitazione, conflitto e contaminazione sociale continua. Piazza del Popolo ha bisogno di relazioni con l’esterno, con l’area vasta, non può essere esclusivamente vissuta come area cittadina di estremo disagio e dove impera lo stato di insicurezza.. Si tratta di trasformare con la città e non trasformare sulla città, avendo chiaro per chi si agisce, con chi si negoziano le regole per un uso inclusivo dello spazio pubblico e delle opportunità che si generano in città. Le piazze, i mercati, i parchi sono gli elementi dove si forma l’arena delle relazioni tra abitanti e cio’ significava fare città. La cultura determinante di chi amministra è privatizzare gli spazi pubblici, dopo averne normato e regolamentato l’uso: qui giocano i bambini, qui gli anziani, lì si va a fare shopping.
Spesso i nuovi cittadini – gli immigrati – irrompono nello spazio pubblico scardinando le regole: usano i marciapiedi, le piazze, i parchi e generano conflitto, disordine, rumore. Bisogna attuare politiche di negoziazione, ovvero, mettere in campo due o più parti in cui si cerca attraverso la mediazione di stabilire cosa ognuna dovrebbe dare e ricevere in una transazione reciproca finalizzata al raggiungimento di un accordo mutuamente vantaggioso senza dimenticarsi che lo spazio pubblico è di tutti e quindi può essere regolato. Soltanto se tutti gli attori coinvolti hanno voce per sedersi al tavolo (i giovani del Nord Africa che discutono davanti a un caffè, i signori albanesi che giocano a domino al tavolino o le donne ucraine, moldave, ecquadoregne, peruviane, ecc. ecc. che parlano si scambiano informazioni per la casa, il lavoro, ritrovare un amica, aiutarsi a vicenda, i commercianti, i residenti, ecc. ecc.) con l’Amministrazione Comunale forse si potrà trovare una soluzione. Riconoscere il diritto alla socializzazione nello spazio pubblico significa evidenziare il primato della città e, con tutte le difficoltà, significa affermare il diritto alla socializzazione e all’incontro nell’arena pubblica della città. Il tema della sostenibilità sociale della trasformazione urbana non ha bisogno di interventi solo economici ma ha soprattutto bisogno di azioni culturali ricordando che qualsiasi processo di rigenerazione e riqualificazione urbana contiene il rischio della gentrification, dell’espulsione delle fasce più fragili di popolazione. Progetto di restyling
Bisogna governare con l’obiettivo di tutelare chi abita nei territori, fornendo strumenti di crescita della qualità di vita, mantenendo il tessuto di prossimità, lavorando sulla valorizzazione delle identità, della memoria, della storia dei territori. Lavorando per sedimentare i cambiamenti. Il tempo non è una variabile indipendente e si tratta di progetti a medio-lungo termine.. E’ indispensabile agire in un’ottica complessiva dove gli interventi conservino le caratteristiche delle strutture e dei servizi esistenti ma altrettanto le mantengano in buono stato!!! Bobbiamo favorire la mixité per evitare la cronicizzazione del disagio, della dipendenza e della passività. Bisogna rimettere al centro l’autorevolezza della governance. La capacità di assumersi responsabilità, di pesare le parole e di tenere insieme, con capacità di scelta e di ascolto significa dare autorevolezza alla governance. Ma chi è che “governance” la città ? FRANCO COSTANTINO |