Riflessioni da un fatto di cronaca

Appuntamento con La cerbottana/ Riflessioni da un fatto di cronaca
LA MORTE SECONDO
FACEBOOK
Adesso che si è fatto silenzio, il silenzio può dire cose…

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LA MORTE SECONDO
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Adesso che si è fatto silenzio, il silenzio può dire cose…

IL FATTO DI CRONACA.

Gioele, 18 anni, savonese, studente dell’IPSIA “Leonardo da Vinci”, alla guida della sua moto, muore in un incidente stradale.                   

IL FATTO SECONDO FACEBOOK

Facebook inventa la morte secondo facebook. La veglia: maxi- raduno di moto, carosello di moto, tsunami di moto in piazza Mameli, occupazione del monumento ai Caduti con magliette di squadre  (calcistiche !), slogan. Il funerale: ancora moto, più pullman. Gita a Mioglia (con merendino). Happening in chiesa.

 L’ECO DI STAMPA

I quotidiani,  fiutano l’affair (la vendita) e “sparano” la cerimonia delle moto sulle locandine.

Nei giorni successivi il “giornale delle famiglie”, ossia Il Secolo XIX, “batte”  il foglio più moderato de La Stampa e si piazza in prima linea a/riflessiva secondo la propria lobotizzata strategia editoriale con “lacrime, canti e urla” a tutta pagina e a macro foto. Esternandosi come bandiera cartacea dei TRECENTO IN MOTO ( che sono giovani ma non sono forti) riesce nell’operazione ana/cronistica di esaurire le copie

IL PALAZZO

Il Palazzo – alias Titanic che affonda insieme al ( past ?) capitano-sindaco Berruti – preoccupato soltanto di fare proseliti alla spicciolata e di ammiccare a qualunque situazione di numero ( i tifosi elettori i motociclisti elettori ? ), offre le finestre allo Striscione per Gioele, installato dagli amici di Gioele. Senza preoccuparsi che gli “amici di Gioele” non hanno esitato, per salutare la morte del loro “amico”, a scrivere molte x   (significano “per” in codice analfabetico )  imbrattando una pedana di piazza Sisto IV, che non è proprio una agorà ( cercare sul vocabolario italiano-italiano ). Comunque un luogo pubblico.

LE VITTIME

Inizialmente sono 300. Ma aumentano giorno dopo giorno anzi tam tam dopo tam tam fino a diventare 500 secondo le stime della Questura. Forse 1.000 secondo le vendite de Il Secolo XIX.

In realtà sono molti di più i ragazzi che si credono protagonisti. Ma sono le vittime di un Grande Fratello. Finalmente dentro uno schermo (vero?!) nelle strade e nelle piazze della location di Savona. 

Magari alla prossima morte di un altro motociclista, il Sindaco Berruti provvederà a far installare in piazza Sisto IV, con la sponsorizzazione de Il Secolo XIX, un maxi schermo. E a distribuire occhiali in tre/di per vedere un altro Gioele come Avatar.

GLI AMICI

I ragazzi partecipanti all’happening dicono di essere tutti “amici di Gioele”. Ma si comportano come gli “amici di Maria”.

Inoltre, tanti ( troppi ! ), alla domanda più naturale quindi sufficientemente intelligente ( posta da un mio amico giornalista free-lance ): “conoscevi Gioele ?”, rispondono:  “ Sì no ma però….era uno che cambiava sempre la moto” e  “ Sì no ma però… era uno che aveva una bella moto”.

 LA MOTO 

Ecco: la moto. La moto è, oltre al tam tam, anche il totem della “cerimonia”. La moto è il mito.

Mentre il povero Gioele sembra un pretesto usato per celebrare il mito.

It’s terrible. Ciò è terribilmente drammatico.

 

LA VOCE  DI  ALCUNI GENITORI

“Sono ragazzi !”.

 LA VOCE DI ALTRI GENITORI

“Appunto perché sono ragazzi…”.

 LA VOCE DEI RAGAZZI

“Non potevamo ricordare Gioele solo con la tristezza che ci portiamo dentro”.

 LA VOCE DELLA SCUOLA

L’IPSIA Leonardo da Vinci, i docenti, gli operatori gli alunni ricordano con affetto Gioele, la sua amicizia, la sua simpatia e quanto ci ha regalato con i suoi sorrisi. (n.d.r. nel testo del manifesto funebre compare una persona di 18 anni, non un moto/medonte e ciò dovrebbe far riflettere difatti

non raccoglie alcuna riflessione ).

 LA VOCE DELLA FAMIGLIA

Non fiori ma opere di bene…….Eventuali offerte potranno essere devolute all’Ospedale Gaslini. Causale: Dermatologia. Ricerca Ittiosi ( n.d.r. l’appello che compare sul manifesto funebre affisso dai familiari di Gioele poteva offrire ai Giornali un bel titolo e un forte messaggio positivo. Che non “fa notizia” quindi non viene registrato nè da La Stampa, né da Il Secolo XIX).

 DOMANI

Sarebbe bello che i “veri amici di Gioele” lasciassero la moto ferma per un giorno, con il motore spento, per  sentire un solo rumore, quello del battito del cuore. E magari destinassero un pieno di carburante  che davvero serve all’Amicizia a quel numero di conto corrente dell’ Ospedale Gaslini.

 OGGI

non ti conosco e non ho la moto, Gioele, ma ti saluto alla tua maniera perché mi piace, e perché condivido ciò che ho letto sul tuo manifesto, detto da te, in questa frase: “fai quello che vuoi, ma usa… la testa”.

 sssssicuramente !!!!! Hood

 

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