RIFIUTI PREZIOSI
RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentaseiesima puntata
RIFIUTI PREZIOSI
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RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO Trentaseiesima puntata
RIFIUTI PREZIOSI
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Carissimi Amici,
vi siete chiesti per quali motivi I RUFIUTI DI NAPOLI sono spariti dall’attenzione dei Quotidiani Servizi Televisivi e delle Cronache Giornalistiche?
La risposta è estremamente semplice e direi quasi perentoria; voi, in ogni caso, la potete trovare attraverso la lettura della Prima Pagina del Quotidiano “LA STAMPA” del giorno 28 agosto 2011 e viene così esplicitata:
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“LA MONNEZZA DI NAPOLI DIVENTA ORO IN SVEZIA” V’è da sobbalzare dallo stupore di fronte a questa affermazione! Ed, allora, andiamo a leggere alcuni stralci del Servizio Giornalistico, riportato dalla Città di HALMSTAD (SVEZIA) da parte di Francesco Saverio Alonzo: “ A scaldare il cuore degli abitanti di Halmstad, nel Sud della Svezia, è giunta la notizia che la locale società energetica Hem comincerà a bruciare rifiuti provenienti dalla Campania facendosi pagare profumatamente (40 euro alla tonnellata) e potendo cosi ridurre del 20 per cento le bollette a carico degli utenti. Alla lettura di questo primo stralcio del Servizio Giornalistico, sono certo che molti amici sobbalzeranno dalla loro sedia; ma, cerchiamo di andare avanti nella lettura per comprendere appieno l’essenza del problema: “ La monnezza, prima di essere bruciata, viene selezionata per il recupero di materie prime quali vetro, carta, metalli e plastiche, che vengono riciclate in appositi impianti. Ed è anche per questa ragione che gli svedesi faticano a capire l’opposizione che si è creata in Italia contro i termo valorizzatori ed il riciclo differenziato.” Ed ancora: “L’energia ricavata dalla combustione dei rifiuti viene distribuita agli utenti di Halmstad sia direttamente come riscaldamento centrale sia come elettricità.” Qualche nostro amico Lettore potrà obiettare a questo punto che il Caso di Halmstad rappresenta un fatto isolato e non ripetibile; non è così, carissimi Amici! Continuiamo a leggere lo scritto di Francesco Saverio Alonzo: “In Svezia, l’impiego dei rifiuti per la produzione di energia si è fortemente sviluppato negli ultimi dieci anni ed attualmente sono ben 40 i comuni che possiedono o sono soci di impianti di termovalorizzazione. I più grandi e moderni si trovano a Stoccolma e ad Uppsala ed il consumo annuo di rifiuti a destinazione combustibile si è quadruplicato negli ultimi quattro anni, raggiungendo le 750.000 tonnellate, pari al 15% del fabbisogno totale delle centrali termiche e termoelettriche.” |
In molte Nazioni (ad esempio: La Germania, che vanta ben 67 inceneritori, l’Austria, la Danimarca, la Norvegia, oltre alla sopra citata Svezia) sono funzionanti impianti in condizione di ridurre praticamente “a zero” l’emissione di sostanze inquinanti ed, in ogni caso, possono segnalare immediatamente ogni anomala emissione e, di conseguenza, bloccare la funzione dell’impianto in caso di sforamento dei valori-base delle sostanze potenzialmente inquinanti. Non a caso, ritornando, per un istante, a leggere il Servizio Giornalistico, dal quale siamo partiti, un Tecnico di Halmstad Gunnar Svensson è giunto ad affermare (alquanto maldestramente, per la verità): “Credevo che gli italiani fossero più furbi. Adesso ci pagano per liberarsi di un problema che li potrebbe invece fare ricchi se lo risolvessero in casa loro. Non dico che siano scemi, ma farebbero meglio ad informarsi sull’utilizzo dei rifiuti. Ma come facevano i vostri vecchi? I contadini? Mica buttavano via tutto! E allora imparate da loro!” A conclusione di questo discorso, debbo, ancora una volta, esprimere la mia più profonda amarezza di fronte a queste notizie ed a queste affermazioni. Da dove nasce questo mio sconforto? Nasce dalla constatazione che le mie parole scritte nel Passato sono rimaste, quasi sempre, inascoltate, se non, addirittura, rispedite al mittente. Ed è, quindi, per semplice amore di verità, che mi sento di dover ripetere quanto avevo già proposto nell’ambito del Territorio della Provincia di Savona, nell’ormai lontano 17 Febbraio 1995 (PUBBLICAZIONE : “L’ ALTRA CITTA’” CAPITOLO VI, PAGINE 43-47). Riporto il mio pensiero di allora in forma sintetica, attraverso l’indicazione delle seguenti LINEE OPERATIVE: 1) Rendere unica ed omogenea, dal punto di vista tecnico, la raccolta dei rifiuti solidi urbani in tutti i Comuni della Provincia o del comprensorio; 2) in questo contesto, procedere alla raccolta differenziata dei rifiuti stessi, espandendola al maggior numero possibile di categorie di residui; 3) Creare un complesso industriale (in località idonea e nel più rigoroso rispetto delle procedure di valutazione dell’impatto ambientale) costituito dai seguenti servizi: A) Inceneritore con impianto di produzione di calore ed elettricità (ovviamente limitato alla possibilità di trattamento di ben definiti prodotti); B) Impianto di riciclaggio per il recupero delle materie prime (vetro – carta – metalli e plastica) C) Impianto di compostaggio (riservato al trattamento della componente umida dei rifiuti solidi urbani) D) Discarica controllata per materiali inerti o residuali. 4) Superare la logica e la politica delle discariche multi-uso (tuttora imperanti in Liguria) per le seguenti motivazioni (già riportate alle pagine 45-46 della Pubblicazione sopra citata): A) Discarica significa utilizzare la risorsa-territorio e la risorsa-territorio, in un paese come l’Italia (e la Liguria in particolare) è molto scarsa; B) le discariche si stanno esaurendo e realizzarne di nuove è difficilissimo, perché, ovunque, si incontra una forte e giustificata opposizione delle popolazioni; C) gli studi scientifici più recenti hanno messo in evidenza che le barriere artificiali, create per contenere le discariche, non sono sufficienti ad impedire la propagazione dei contaminanti chimici nel suolo e nelle falde acquifere sotterranee; non a caso, le legislazioni più avanzate dell’Europa pongono dei limiti notevoli alla costruzione di nuove discariche; peraltro, la Comunità Europea va orientandosi a considerare la discarica soltanto come soluzione di smaltimento residuale; D) infine, in Italia, va stroncato il giro d’affari illegale sul mercato delle discariche; è noto che tale mercato è gestito, sotto varie forme, dalla criminalità organizzata (o ecomafia, che dir si voglia); per questa ragione va potenziato il controllo pubblico sulle modalità di conduzione delle discariche stesse (non importa se gestite da mano pubblica o privata) sino a pervenire alla totale eliminazione di questo odioso fenomeno. Ma…Accipicchia! Qualcuno mi sta scrollando; mi sto svegliando! Evidentemente. Sino ad ora ho sognato e, di conseguenza, ancora una volta, nessuno mi ha sentito e mi sentirà in futuro! Ma….non ti alterare Aldo! Senti soltanto la voce di Ernesto Che Guevara: “SOGNA E SARAI LIBERO NELLO SPIRITO LOTTA E SARAI LIBERO NELLA VITA.” Di conseguenza: continuerò a sognare e a lottare. Nel Frattempo, desidero assicurare gli Amici Lettori che , nell’ormai lontano 1995, non ho copiato dagli svedesi. 21 Settembre Aldo Pastore
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