Ricordo di Nanni De Marco

IL RICORDO
Nanni, arbitro in campo e di se stesso
Ha fischiato la fine della sua partita terrena

IL RICORDO
Nanni, arbitro in campo e di se stesso
Ha fischiato la fine della sua partita terrena
 
Nanni De Marco con la moglie
Ricordare Nanni De Marco, che ci ha lasciati, all’improvviso e in un silenzio irrituale per lui, dalla vis polemica talvolta ingombrante anche per chi gli voleva bene, non è facile. O meglio è fin troppo facile, tali e tanti sono i ricordi, gli aneddoti, le esperienze e le sfide professionali (e non) attraversate in quasi mezzo secolo di canoscenza.

E vicinanza, per lungo tratto.

Ho conosciuto Nanni nei primi anni ’60. Era il factotum di “Ciarlo”, un negozio di elettrodomestici di via Paleocapa (oggi c’è un negozio di abbigliamento), ma lo sport, oltre le ragazze che controllava a vista durante le fatidiche “vasche”, era la sua passione: la bicicletta, era stato un discreto dilettante; il calcio giocato e vissuto dal di dentro come arbitro di grande grinta e personalità; l’organizzazione di eventi, come si vedrà più avanti.

Quando cominciò la bella avventura di Riviera Notte, sotto l’ala dell’indimenticato Marco Sabatelli, lui non poteva non farne parte.

Ed è con quella bellissima e convolgente stagione che mi preme mantenerne forte il ricordo. Sì lui era uno di quelli di Riviera Notte, straordinario caso di editoria spontanea e di successo diffusionale.

La galoppata del Savona Fbc era la ciliegina, ma la torta era la sostanza, il modo per richiamare l’interesse dei lettori attraverso un’informazione capillare dai campionati giovanili alla Promozione, passando per la Seconda e la Prima Categoria.

E Nanni, con il suo entusiasmo, ne fu l’artefice. Una specie di testimonial viaggiante. Con la sua incredibile Balilla arancione girava come una trottola da un campo all’altro, dalla mattina alla sera, per raccogliere, tabellini, commenti, fare fotografie, imbastire discussioni, fomentare polemiche, recuperare risultati da Arenzano a Garessio, da Millessimo a Laigueglia, da Varazze a Calizzano.

Nanni era un po’ ovunque, instancabile ed entusiasta. Sua l’invenzione del “Savona Goal“, concorso a premi (in natura) raccolti tra gli inserzionisti capace di infiammare gli sportivi, di diventare una sorta di mania, un cult diremmo oggi, con migliaia di schede “giocate” nei bar trasformati in ricevitorie. Schede che lui stesso scrutinava la domenica notte, da solo o, forse, con l’aiuto dell’amata moglie Franca, precettata all’occorrenza. Fu sua l’idea lanciare il referendum per lo “Sportivo dell’Anno“. Autentici capolavori dell’inesauribile Nanni, capace di coronare il sogno di diventare giornalista pubblicista, di perpetuarsi e di rigenerarsi prima al Secolo XIX e poi alla Stampa.

Ma non solo tabellini, schede da scrutinare, concorsi di vario ordine e grado. Dai tempi di “Ciarlo” molta acqua è passata sotto i ponti. E la sua voglia di scrivere, di documentare e documentarsi lo ha promosso a scrittore e storico della città.

Ricordiamo: il suo coinvolgente quanto turbolento gemellaggio con Renzo Aiolfi per realizzare il libro “Le bombe su Savona“, in occasione del 50mo anniversario della Liberazione; il volume “La Guerra dei Savonesi“.

Senza dimenticare le sue radici sportive con le iniziative editoriale dedicate alla storia del Savona Fbc, della Veloce, del Vado Fbc e della Fratellanza Ginnastica Savonese.  

Inesauribile, ancorché stanco e avviluppato da tormentosi pensieri, si era avviato a ripercorrere e festeggiare nel 2013 i cento anni del Vado Fbc. Ma lui, arbitro in campo e di se stesso, ha fischiato, all’alba del 29 gennaio, la fine della sua partita terrena.

Che la terra ti sia lieve, caro, vecchio, mugugnone di un Nanni.

Luciano Angelini 

 

Dicembre 1985, Nanni De Marco, nei locali della redazione de Il Secolo XIX di Savona, tiene in mano una locandina goliardica per festeggiare il giorno della pensione del collega della redazione di Genova, Nino Cavassa

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