Renzi parla agli idioti
RENZI PARLA AGLI IDIOTI
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RENZI PARLA AGLI IDIOTI
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Renzi sta dicendo: “Il Pil aumenta quest’anno: per la prima volta dopo molti anni, l’Italia è ripartita grazie alle mie riforme. Questo mi legittima ad andare avanti riformando la costituzione per concentrare il potere dello Stato nelle mani del Primo Ministro.” Però solo un pubblico di cretini può interpretare come ripartenza strutturale, come una manifestazione di ritrovata vitalità, anziché come un rimbalzo, come il salto del gatto morto, un misero aumento dello 0,5% dopo molti anni di recessione – uno 0,5% che lascia l’Italia ultima in Europa e nell’OCSE. Ultima, con una disoccupazione giovanile dirompente, un continuo scivolamento del Meridione verso condizioni africane, e una crescente fuga all’estero di capitali e cervelli. Se inoltre si considera che in questo periodo abbiamo goduto di uno straordinario insieme di fattori esterni, indipendenti dalle riforme di Renzi, fattori estremamente favorevoli per la crescita economica (ossia il fortissimo risparmio sul petrolio, la svalutazione dell’euro, tassi e spread favorevoli, il quantitative easing, la compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, il deprezzamento delle materie prime), e che ne abbiamo tratto solo uno 0,5%, allora è evidente che quel mezzo punto percentuale, in questo contesto, è indice non di ripresa, ma di peggioramento strutturale e di conferma della non funzionalità del sistema-paese. Risponda Renzi: che cosa succederebbe al Pil italiano qualora quei fattori esterni, o anche solo uno di essi, vengano meno?
E’ evidente che, quando proclama che con le sue riforme ha fatto ripartire il Paese, Renzi calcola di rivolgersi a una base elettorale composta da idioti. Esattamente come quando promette un taglio sostanziale della pressione fiscale mentre è vincolato a clausole di salvaguardia per 60 miliardi pronte a scattare l’anno prossimo sull’Iva e su altre imposte.
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