RENATO PRONI SI E’ SPENTO NELLA SUA MILANO

TRUCIOLI CULTURA 
 I GRANDI GIORNALISTI ITALIANI
  RENATO PRONI SI E’ SPENTO NELLA SUA MILANO

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I GRANDI GIORNALISTI ITALIANI
  
RENATO PRONI
SI E’ SPENTO
NELLA SUA MILANO
 
Il giornalismo europeo è in lutto. Si è spento, giovedì notte, nella sua Milano, all’età di 84 anni, una grande firma del nostro giornalismo: Renato Proni, ex corrispondente da Londra e da Bruxelles de “La Stampa”, profondo conoscitore del mondo anglosassone, autore di libri  di successo come “Super English. L’inglese per chi lo sa, per chi crede di saperlo, per chi vuole saperne di più.” Ed ancora: “Euromissili, la tua scelta”. Sugarco Editori.
La grandezza di Renato Proni risale alla guerra di Algeria. Egli fu – dopo Indro Montanelli – il precursore di quella  figura dell’inviato di guerra che ci ha dato personaggi come Tiziano Terzani, Oriana Fallaci, Valerio Pellizzari, Ettore Mo.
Ma mentre Indro Montanelli fu un inviato al fronte nella guerra di Etiopia (e successivamente nella rivolta di Ungheria, mentre direttore de Il Corriere della Sera era al timone Giovanni Spadolini), e, quindi, per così dire un inviato al di qua delle linee del fronte, Renato Proni andò – in barba ai colonnelli dell’Oas – aldilà delle linee. Insomma, raggiunse i ribelli del fronte nazionale algerino.
Ciò gli valse, da parte della Francia gollista, una messa al bando che durò parecchi anni. Poi poté rimetterci piede, anche per imparare il francese, essendo corrispondente della “Stampa” da Bruxelles ed inviato in Olanda, in Lussemburgo  ed a Strasburgo.
Renato Proni, da inviato di guerra, ricorda la figura del  grande scrittore inglese Jack London, l’autore di Zanna Bianca.
Ecco fu proprio Jack London l’inventore mondiale della figura dell’inviato di guerra, solitario e che affronta – oltre le linee – i conflitti.
Jack London, non per nulla era americano.
In Algeria, Renato Proni si comportò esattamente come Jack London. Fu, quindi, il precursore italiano che servì da modello e da esempio ai futuri inviati speciali di guerra.
Tiziano Terzani, in Vietnam , si comportò esattamente come Renato Proni nella guerra di Algeria. Entrambi restarono al fronte, aspettarono i nemici delle truppe “regolari” . Tiziano Terzani  restò ad aspettare l’arrivo dei Vietcong.
 Renato Proni  – prima di lui – aveva fatto anche di più. Aveva oltrepassato le linee francesi e raggiunto i ribelli algerini. Più rischioso ed eroico di così…
Poi le sue corrispondenze da Londra per un settimanale, la sua amicizia con i grandi giornalisti del dopoguerra.
Con l’ex corrispondente del “Giorno” e direttore de “Il Messaggero”, Gigi Fossati.
Con i corrispondenti da Londra, Giorgio Porro, Ennio Caretto. Si alternò a Bruxelles per “La Stampa” con Vittorio Zucconi.
Fu amico di grandi personaggi del giornalismo italiano come Francesco Mattioli, corrispondente della Rai-Tv, di Antonio Foresi, corrispondente della Rai-Tv,
di Pio Mastobuoni, corrispondente dell’Ansa, di Ugo Piccione, corrispondente de “Il Sole 24 ore”, di Romano Dapas, corrispondente da Bruxelles de “Il Messaggero”. 
Eppoi conobbe firme e scrittori come i  Colombo, i Granzotto, i La  Rocca, i Montefoschi, i Cesarini Sforza, esponenti dell’Unione Europea ,come i Malvestiti.  insomma, in tutta Italia, ed all’estero, Renato Proni aveva amici e conoscenti. Sarebbe troppo lungo elencarli tutti. Alla sua vedova, Sandra Martelli ed ai suoi figlioli Leonardo ed Angelo, le condoglianze della nostra Redazione, anche a nome dell’Ordine dei Giornalisti italiani.
 
TRUCIOLI SAVONESI        

 
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