Relazione Trivelloni: il nuovo punto di vista

 COMMENTO ALLA RELAZIONE TRIVELLONI

  IL NUVO PUNTO DI VISTA

COMMENTO ALLA RELAZIONE TRIVELLONI

Abbiamo riportato in svariate settimane il testo integrale della “Relazione Trivelloni”, dove il nome di Alberto Teardo, indicato come il male assoluto, ricorrerà molte volte.

Interessante vedere come Teardo sia stato anche il paravento delle azioni poco limpide di varie consorterie politico-imprenditoriali, che hanno gradito e sostenuto la versione generalmente accettata della vicenda.

 

 

IL NUOVO PUNTO DI VISTA

Come dice Lugaro nel suo nuovo libro su Teardo, Carlo Trivelloni era un uomo di grande statura morale secondo i suoi estimatori, mentre i suoi detrattori hanno un’altra opinione: la famosa relazione non è altro che una sua vendetta nei confronti di Teardo, il cui nome compare più volte nella relazione.

Quindi, Trivelloni fu animato da un’autentica spinta moralizzatrice della politica savonese o la sua non fu solo altro che la chiusura di un conto in sospeso con Teardo? E per quale motivo?”

Tutto nascerebbe dalle nomine per il consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Savona.

Siamo negli anni Settanta. La banca cittadina è nelle mani della DC, ma c’è l’opportunità per i socialisti di accaparrarsi la vicepresidenza. La sinistra interna al PSI punta sull’ imprenditore del Ponente Roberto Siccardi; la seconda cerca ancora un nome.

A Teardo qualcuno suggerisce tal Trivelloni, dirigente delle Funivie.

Un po’ perplesso, Teardo decide di andare a conoscerlo. Alle Funivie, Trivelloni ha un ufficio modesto, da impiegato più che da dirigente.

Dopoil colloquio conoscitivo, Teardo si convince a puntare su Trivelloni, ma senza entusiasmo, dal momento che non gli diede motivo per apprezzarne le doti, vista la sua personalità piatta e monocorde e la mancanza di marcati interessi politici.


Così, il PSI savonese ebbe il proprio candidato alla vicepresidenza della Cassa di risparmio di Savona, e Trivelloni ebbe la possibilità di proiettare la sua immagine sul palcoscenico politico, cosa altrimenti per lui irraggiungibile. Anche perché nel frattempo la candidatura di Siccardi svanisce, perché l’imprenditore è in gravi difficoltà economiche, e gli avversari sostengono che potrebbe utilizzare l’incarico per scopi personali. La strada per Trivelloni è così spianata e otterrà la vicepresidenza della Carisa, ruolo che secondo i Teardiani ricoprirà con scarsissimi risultati, senza incidere sulle decisioni che contano.

Ed infatti, Trivelloni non fu riconfermato per un secondo mandato, motivo per cui diventa strumento dei nemici dei socialisti.

Ecco che quindi diventa il grande accusatore di Teardo: è molto plausibile che la sua famosa relazione sia la sua vendetta: il teorema che si materializza è che Teardo, il cui nome appare negli elenchi della loggia di Licio Gelli, e visto che si ipotizza che la regia delle bombe di Savona sia della P2, allora Teardo potrebbe avere a che fare con quelle bombe.

Ai nemici di Teardo non importa che gli attentati risalgano a sette anni prima dell’ingresso del leader socialista nella P2, e molti savonesi sposano questa ipotesi. In fondo, attribuire a Teardo ogni nefandezza, non costa nulla. 

E Trivelloni lo tira in ballo molte volte, e la sua popolarità cresce.

Ambienti apertamente ostili a Teardo portano in palmo di mano l’avvocato, trasformandolo quasi in in eroe.

Eroe che tuttavia cambia registro quando viene sentito come testimone al processo: di fronte al giudice Avolio, confuso e impacciato, da grande accusatore diventa un testimone poco attendibile. Nei verbali delle sue testimonianze non c’è nulla che possa avvalorare la tesi accusatoria dei giudici istruttori.

E allora, tutto questo baccano?

Ne parliamo prossimamente.

R.T.

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