“Rapallizzazione a Verzi”
Piani di sviluppo agricolo(29) – La Rapallizzazione (senza vergogna?) a Verzi
La premiata ditta Vaccarezza e Cenere
ci ha fatto dono di presidi ambientali anticrisi
Come si diventa signori, coltivatori, indiretti
Il manuale perfetto del buon governo per contrastare l’abbandono del territorio fronte mare. Solo una quarantina di irregolarità: “piccoli reati”. Cosa volete che sia!
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Piani di sviluppo agricolo(29) – La Rapallizzazione (senza vergogna?) a Verzi
La premiata ditta Vaccarezza e Cenere
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Come si diventa signori, coltivatori, indiretti
Il manuale perfetto del buon governo per contrastare l’abbandono del territorio fronte mare. Solo una quarantina di irregolarità: “piccoli reati”. Cosa volete che sia!
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Loano – Pensavamo di prenderci una piccola pausa sulla “Rapallizzazione a Verzi” ma siamo stati sollecitati dalla mail del coordinatore del PDL di Loano Giovanni Battista Cepollina, pubblicata su Trucioli Savonesi n. 250 del 6 giugno 2010. Iniziamo con alcune riflessioni sulle dichiarazioni fatte dal Sindaco Angelo Vaccarezza, e dall’Assessore Luigi Pignocca – pubblicate su La Stampa il 6 giugno 2010, titolo: “Case di Verzi, emerse almeno 40 irregolarità”, a firma di Augusto Rembado – (leggi…) e, naturalmente, la mail di Giovanni Battista Cepollina. |
Il Sindaco e l’Assessore, dopo quasi 2 anni da quando è stato sollevato il problema delle “case agricole”, confermano gli abusi edilizi sul territorio loanese. Bontà loro! Riepilogate dal coordinatore comunale del PDL con l’evidente intento di mettere in discussione quanto dichiarato dalla Capogruppo della lista civica “E’ LOANO” Avv. Elisabetta Garassini e i 28 interventi “Rapallizzazione di Verzi”, pubblicati dal 2008 ad oggi, a firma dello scrivente. Angelo Vaccarezza ha dichiarato:”Quello che abbiamo fatto è di prendere atto delle richieste legittime dei cittadini per interventi previsti dal Piano regolatore. Chi ne ha abusato pagherà. […] sarebbe come dire che ogni volta che un cittadino ha abusato di una concessione edilizia la colpa è di chi l’ha rilasciata. Ci sono zone come le Olivette o Corso Europa dove molti privati sono ricorsi al condono edilizio, magari per una mansarda, non è colpa dell’amministrazione allora in carica. Chi è senza condono scagli la prima pietra.” (?) Richieste di Piani aziendali agricoli legittime dei cittadini, ma in molti casi male predisposte, carenti di allegati e ancor meno istruite. Interventi previsti dal Piano regolatore che prevedono regole a norma di leggi e che, in più casi, non sono state rispettate. Certo che se un cittadino fa eseguire opere in contrasto con la concessione edilizia, se il tecnico responsabile dei lavori non agisce secondo le sue responsabilità e se chi svolge i lavori edili, egualmente responsabile, li esegue secondo i desiderati del titolare della concessione edilizia, gli stessi si espongono alle conseguenze di controlli eseguiti a norme di leggi. In quei casi la colpa non è di chi l’ha regolarmente rilasciata. Se, però, un Piano Aziendale agricolo viene approvato con evidenti carenze di istruttoria, in mancanza dei documenti previsti dalla normativa vigente, in zone protette da leggi ambientali, tutela paesistica, idrogeologiche, geomorfologiche, vegetazionale e di norme comunitarie europee (SIC) si può configurare, se non colpa, sicuramente una censurabile negligenza. La mancanza o ritardati controlli demandati agli Enti, agli Organi preposti, può far presupporre omissione di atti d’ufficio. Con ciò sembra scontata l’affermazione del Sindaco: “Chi ne ha abusato pagherà.” Si può dare per scontato che anche chi è stato eventualmente carente nell’approvare i Piani Aziendali agricoli, nel rilascio di Permessi di costruire, nei mancati o ritardati controlli se non pagherà (non è dato per scontato), sarà soggetto per lo meno a “censura”? |
Vaccarezza e Cenere |
Tralascio qualsiasi riflessione sull’esempio citato sul “condono” salvo aggiungere, alle zone Olivette e Corso Europa, anche via al Giardino e altre zone del loanese. Siamo convinti che i più dei cittadini onesti sono nella condizione di “lanciare la prima pietra”. Sono stati sempre ligi e rispettosi delle leggi. Moralmente predisposti alle regole della democrazia e della legalità. Purtroppo, tanti altri no. |
Luigi Pignocca ha dichiarato:”Dal 1999 ad oggi sono stati presentati al Comune circa 110 piani aziendali che prevedono la realizzazione di case agricole e la coltivazione dei fondi facenti parte del piano aziendale. Il Comune ha provveduto ad effettuare i controlli sulla totalità dei piani aziendali e dei permessi di costruire rilasciati. Il personale della Polizia Municipale congiuntamente a quello dell’Ufficio Tecnico comunale hanno provveduto a effettuare i sopralluoghi per il controllo della regolarità edilizia di tutte le circa 90 case agricole realizzate o in corso di realizzazione, e in una quarantina di casi sono emerse irregolarità edilizie di varia natura ed entità […] paesaggistica. […] La richiesta del requisito specifico è prevista solo per le zone EE, significa che per le Zone EI (agricoltura intensiva) ed ES (agricoltura tradizionale) e S (agricola di salvaguardia) non debba necessariamente sussistere. […] Ma l’efficacia delle norme trova la sua condizione nella richiesta di presentazione di un Piano aziendale (art. 32) per le Zone EI ed ES col quale l’interessato si impegna ad attuare tutta una serie di interventi che si traducono in una reale opera di presidio ambientale”. I dati sopra riportati dall’Assessore non sono definitivi poiché usa il termine “circa” per quantificare il numero (110) dei Piani aziendali agricoli. Possibile che non si possa dichiarare il numero esatto anziché usare sempre il termine “circa”? In un prossimo nostro intervento, nel fare una sintesi e con nuovi riscontri statistici, cercheremo di essere il più esaurienti possibili, escludendo il termine “circa”. L’Assessore Pignocca da la sua interpretazione e rimanda solo alle zone EE, escludendo quindi le zone EI (agricoltura intensiva), ES (agricoltura tradizionale) e S (agricola di salvaguardia), il requisito di “coltivatore diretto” con l’affermazione “non debba necessariamente sussistere.” Ribadiamo la nostra convinzione che il requisito preliminare e indispensabile per chi ha inteso, intende o vorrà inoltrare richiesta di approvazione di un Piano aziendale di sviluppo agricolo deve essere un “coltivatore diretto”. Nelle Norme di attuazione del vigente P.R.G., all’ art. 24 (Definizioni) del capitolo Zone Agricole: al punto 1 (Fondo rustico) si legge: “E’ l’insieme dei terreni, di un unico proprietario, ricadenti in zona agricola omogenea, anche non contigui, costituenti la stessa azienda”; al punto 2 (Azienda agricola) è scritto: “ E’ l’azienda insistente su un fondo rustico, debitamente coltivato, avente una superficie agraria (Sa) pari almeno a quella minima stabilita in ogni singola articolazione delle zone agricole.” La superficie minima agraria deve essere di 10.000 mq. e non può essere inferiore a 7.000 mq. D’altronde le stesse definizioni di “Azienda agricola” e “Piano Aziendale di sviluppo agricolo” sono necessariamente legate e non interpretabili secondo convenienza o opportunità. |
G.B. Cepolllina |
LA PRESA DI POSIZIONE DEL RESPONSABILE PDL Il coordinatore comunale di Loano del PDL Giovanni Battista Cepollina ha scritto (la mattina di domenica 6 giugno) la seguente mail a Trucioli Savonesi: “L’articolo di oggi su La Stampa fa finalmente un po’ di chiarezza sulla vicenda in oggetto. Rispetto a quanto da voi pubblicato e dichiarato dal consigliere Garassini e dal Sig Costanza, emerge che la realtà è parecchio diversa. |
Iniziamo dai numeri: 110 domande di Piani Aziendali in circa 10 anni, 90 edifici realizzati od in corso di realizzazione, tutti controllati, 40 irregolarità di varia gravità rilevate. […] da una lettura dei vostri precedenti articoli parrebbe che nell’entroterra loanese fossero sorte centinaia di villette abusive, frasi del tipo “rapallizzazione di Verzi” possono essere ad effetto ma non corrispondono alla realtà delle cose e criminalizzano persone oneste, cioè la maggioranza di chi ha realizzato costruzioni rurali in ambito di piani aziendali rispettando quanto previsto dalla licenza edilizia). Contrariamente a quanto scritto dal sig Costanza, nella maggior parte delle zone interessate alla realizzazione dei Piani Aziendali la qualifica di “coltivatore diretto” non è necessaria per la concessione, certo chi fa dell’agricoltura la sua attività principale ha diritto a non pagare oneri, gli altri devono pagarli. Ma la cosa più rilevante che mi preme sottolineare è che la realizzazione di abitazioni nell’ambito di piani aziendali è, a mio giudizio, una opportunità positiva, importante per salvaguardare il nostro entroterra e per contrastare l’abbandono del territorio. Certo chi ha approfittato di questa possibilità per compiere abusi deve essere, e sarà , punito severamente. In questo il Comune di Loano, come i cittadini loanesi, è la parte lesa. G.B. Cepollina.”
Le dichiarazioni condivisibili sono state fatte dalla Capogruppo della lista civica “E’ LOANO” Avv. Elisabetta Garassini (pubblicate su La Stampa, a firma di Augusto Rembado) nel mentre lo scrivente è arrivato alla 29 puntata, tutte pubblicate su Trucioli Savonesi. CRONISTORIA E’ SCRITTA E DOCUMENTATA. CHI FA PINOCCHIO? Una cronistoria della “Rapallizzazione di Verzi”, basata su documenti ufficiali, con la citazione di centinaia di nomi (richiedenti approvazione Piani aziendali agricoli, sindaco, amministratori, dirigenti), la trascrizione dei verbali redatti dalla Polizia Municipale), corredata da centinaia di domande. Quest’ultime rimaste totalmente inevase! Non si può, con riprovevole faciloneria, liquidare il tutto con l’affermazione “…emerge che la realtà è parecchio diversa.” No, signor G.B.Cepollina! La realtà è quella che risulta negli atti ufficiali! Se ha tempo e voglia si rilegga attentamente quanto è stato da noi scritto sull’argomento (si rilegga gli articoli pubblicati su La Stampa, a firma di Augusto Rembado, del 27 e 30 maggio u.s., molto interessanti) in cui, fra l’altro, si legge: “In particolare sarebbero emersi di recente reati per la presunta falsificazione di documenti utilizzati per le comunicazioni al Comune. Fra i reati ipotizzati anche discariche non autorizzate, lottizzazioni abusiva, la mancata realizzazione del piano aziendale agricolo, la creazione di volumi non assentiti, false dichiarazioni rese nei documenti presentati al Comune da parte di proprietari o committenti o progettisti o direttori lavori. Fra le violazioni minori, di natura amministrativa, la mancata agibilità di case terminate e abitate e violazioni ambientali.” e “Ci sarebbero anche costruzioni in terreni censiti nell’area SIC di Interesse Comunitario.” DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIERE GARASSINI Ecco alcune dichiarazioni fatte dalla Consigliere Garassini, riportate nel menzionato articolo a firma di Augusto Rembado: “La zona di Verzi è inedificabile se non con insediamenti ad uso agricolo. … E’ in corso un recupero dell’entroterra con tutela del territorio da incendi ed alluvioni e la creazione di nuovi posti di lavoro nell’agricoltura? Purtroppo niente di tutto questo. Dei numerosi piani aziendali previsti sembra che quasi nessuno sia stato attuato. Colpa dei cittadini disonesti, dice l’amministrazione, che avrebbero dichiarato il falso ingannando il sindaco e gli assessori che, poverini, oggi cascano dal pero. Ma questi amministratori pubblici non si sono resi conto che il numero di domande per case agricole era abnorme e che forse qualcosa non quadrava? Perché non hanno eseguito o fatto eseguire tempestivamente gli opportuni controlli (doverosi controlli, Ndr)? … Siamo di fronte all’ennesima cementificazione della premiata ditta Vaccarezza-Cenere. Una scandalosa speculazione edilizia, decine e decine di ville costruite o la cui costruzione è stata approvata in violazione di tutte le norme vigenti senza neppure versare gli oneri di urbanizzazione… Chi sono i responsabili? Non si additino solo i cittadini, a molti dei quali probabilmente era stato fatto credere che tale modalità di intervento edilizio fosse lecita. In caso contrario i casi di omessa coltivazione dei fondi sarebbero isolati, rappresenterebbero delle eccezioni e non la normalità. La responsabilità di questo scandalo è da imputarsi prima di tutto a giunte insipienti e superficiali, che di tale superficialità si fanno vanto, che fanno credere ai cittadini di favorire i loro bisogni quando invece li danneggiano, il cui unico modello di sviluppo è la cementificazione disordinata del territorio, la sistematica violazione di ogni regola.” Sia chiara una cosa. Lungi da noi la puerilità di criminalizzare i cittadini onesti che tali si sono dimostrati. Riteniamo che sarebbe più che giustificata e legittima una loro reazione nei confronti di chi li ha indotti a vivere una “triste avventura,” specialmente i loanesi-verzini residenti. Avanziamo perplessità su chi deve ritenersi lesi. Sicuramente lo sono tutti i cittadini rispettosi delle leggi e anche coloro che, in buona fede, si sono imbarcati (perché mal consigliati) in operazioni immobiliari da “favola”. SE QUALCUNO VUOLE RISPONDERE ECCO LE NUOVE DOMANDE E, per finire, alcune domande. Quali saranno gli “attori” dello scandalo edilizio scaturito dalla richiesta di Piani Aziendali di Sviluppo Agricolo e contestuale approvazione di permessi di costruire per la costruzione di “case agricole” da parte delle Giunte comunali succedutesi dal 1999 al mese di aprile 2010? Come è stato possibile: a)- che numerose irregolarità e illegittimità (tali si sono dimostrate) sono sfuggite, sia agli Uffici che dovevano istruire le pratiche che agli stessi amministratori, i quali hanno approvato i Piani aziendali agricoli con contestuale approvazione dei permessi di costruire? b)- che sono state approvate richieste, da persone diverse, con l’indicazione di proprietà degli stessi terreni (Fogli e mappali) riportati da più di una dozzina di persone? c)- che sia stata approvata una richiesta il cui richiedente al catasto non risultava proprietario di terreni in Loano? d)- che più persone hanno richiesto l’approvazione di più di un Piano aziendale agricolo, con l’indicazione degli stessi terreni e concessi dalle Giunte comunali? e)- che siano stati approvati uno o più Piani aziendali agricoli a persone che notoriamente svolgevano altre attività: albergatori, commercianti, impiegati, insegnanti, titolari di bagni marini, pensionati, ecc, è stato approvato uno o più Piani aziendali agricoli? Il tutto nell’arco di undici anni. Sindaci Francesco Cenere e Angelo Vaccarezza. La maxi inchiesta sulle case agricole, costruite negli ultimi dieci anni a Verzi, sta per concludersi e la Procura della Repubblica di Savona provvederà a tirare le somme. Sul fronte del codice penale, ovviamente. Sarà difficile, comunque, rimediare ai danni arrecati alla comunità, al suo futuro, alla civile convivenza che si basa proprio sul rispetto delle regole, che dovrebbero essere uguali per tutti. Anziché di chi è più furbo, col “pelo sullo stomaco”. Ultime domande: I controlli sono stati fatti sulla totalità dei piani aziendali e dei permessi di costruire rilasciati? Spontaneo chiedersi a chi e a quante persone saranno notificati gli avvisi di garanzia? Col la possibilità di dimostrare la possibile innocenza. Solo a proprietari a cui sono stati approvati i Piani aziendali agricoli? Vi saranno liberi professionisti (geometri, ingegneri, architetti, notai)? Vi saranno imprese edili che hanno eseguito i lavori? Nell’ambito del Comune vi saranno Amministratori, Dirigenti (ed ex) responsabili, impiegati? Per chi non avrà attuato il Piano aziendale agricolo sarà impossibile accedere ad una sanatoria? Al termine dell’iter giudiziario, vi sarà il rischio dell’ obbligo di demolizione dei manufatti “ville agricole”? O come manna dal cielo arriverà l’ennesimo condono di “papà Berlusconi”? Chi ha ricevuto contributi, finalizzati al settore agricolo, dalla Regione e dalla Comunità Europea, dovrà restituirli? Sarà finalmente chiarito il ruolo di chi doveva controllare su l’anomalo boom edilizio in zona agricola? La prevenzione dei reati si fa solo con la caccia ai poveri disperati di questa città? Le nuove costruzioni “ville agricole”, ricadenti in zone SIC, rischiano la demolizione? Sommessamente, il “caso Verzi” rimarrà nella storia di Loano. E’ una macchia indelebile che ricorderà ai posteri lo scempio perpetrato ai danni del territorio e dell’ambiente loanese. Vi terremo, come sempre, informati.
Gilberto Costanza e-mail: gilberto.costanza@alice.it
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