RAMI E TRONCHI D’ALBERO SULLE NOSTRE SPIAGGE

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentaquattresima puntata

 
LE SPIAGGE ALBERATE

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentaquattresima puntata
LE SPIAGGE ALBERATE

 

Carissimi amici di “Trucioli Savonesi”,

scorrendo le variegate notizie, comparse, in questi giorni, sui Quotidiani Nazionali e Locali, avrete certamente annotato, nella vostra mente, questi Titoli e relativi sottotitoli:

 IL SECOLO XIX (pag 16) del 13 Giugno 2011: 

. SPIAGGE WEEKEND DA BOLLINO ROSSO 

. DA VARAZZE A NOLI, UNA DOMENICA DI EMERGENZA SUL LITORALE 

. INVASIONE DI TRONCHI LE RUSPE TRA I BAGNANTI 

. IL BILANCIO DEI BAGNI MARINI: 30% DI CLIENTI IN MENO. RIMOZIONE COMPLICATA

 

– LA STAMPA (pag 61) del 13 Giugno 2011:

. AL LAVORO TUTTA LA  NOTTE  DA VARAZZE A VARIGOTTI PER RIPORTARE IL LITORALE ALLA NORMALITÀ 

. UNA FORESTA SULLE SPIAGGE DELLA RIVIERA 

. TONNELLATE DI TRONCHI E RAMI PORTATI SULL’ARENILE DOPO LE GRANDI PIENE DEI FIUMI DEL LEVANTE LIGURE

Rivolgo a Voi questi Due semplici Domande:

– Siete stupiti per questi avvenimenti?

– Vi siete chiesti perché le nostre spiagge sono coperte da tronchi d’albero e da ghiaia e non invece da sabbia?

Con questo mio Articolo, cercherò di esprimere le mie Opinioni al riguardo ed, allo stesso tempo, di contribuire al Dibattito per fornire una ragionata risposta a questi quesiti.

– Ed incominciamo allora ad esaminare il PRIMO QUESITO:

PERCHE’, DOPO UN EVENTO ALLUVIONALE, TROVIAMO I RAMI ED I TRONCHI D’ALBERO SULLE NOSTRE SPIAGGE?

 

LA RISPOSTA è molto semplice, carissimi amici e risiede nel fatto che nell’immediato Retroterra che si affaccia sul Mare Ligure, sono sparite le Sorgenti, le Falde Acquifere Sotterranee e, persino, i Ruscelli; inoltre, i Torrenti si sono trasformati in Selve oscure ed impenetrabili.

Volete un esempio, in proposito?

Percorrete Via Nazionale Piemonte, nel tratto che va dal bivio di Lavagnola sino al Colle di Cadibona ed osservate in quali condizioni si trova il Torrente Lavanestro, il quale (come è noto) conduce le sue acque dal Colle a valle, sino alla confluenza con il Letimbro (immediatamente dopo il Borgo di Lavagnola)

 Potrete constatare, con i vostri occhi, la sconvolgente forestazione di questo Torrente; gli alberi, presenti nel letto torrentizio, tendono, addirittura, ad invadere il percorso stradale; è praticamente impossibile vedere lo scorrere delle acque sul greto del Torrente.

E’ quindi evidente che, dopo ogni evento alluvionale, L’ACQUA PIOVANA, NON TROVANDO ADEGUATI SPAZI DI SCORRIMENTO, E’ COSTRETTA  A RIMUOVERE GLI ALBERI DALLA LORO SEDE ED A PORTARLI VIA CON SE’, SINO A RAGGIUNGERE GLI SBOCCHI MARINI E LE RELATIVE SPIAGGE.

E’ evidente che l’esempio del Lavanestro non può essere considerato un caso isolato; in effetti, il fenomeno viene ad interessare gran parte dei torrenti, che sboccano direttamente o indirettamente nel nostro Mare Ligure.

 – Sorge, allora, spontaneo un SECONDO QUESITO:

PERCHE’ STANNO SPARENDO LE SORGENTI E LE FALDE ACQUIFERE SOTTERANEE?  

Anche per questo Quesito la risposta è relativamente semplice:

la tradizionale cultura contadina ha insegnato a tutti noi che le acque piovane, scese dalle nubi, esigono una rigorosa tutela del suolo e dei boschi per poter giungere alle falde delle colline e delle pianure e per alimentare, di conseguenza, le sorgenti; il tutto richiede, tuttavia, alcuni mesi di viaggio sotterraneo.

LA DELETERIA SELVATIZZAZIONE DEI NOSTRI BOSCHI (MONTANI E COLLINARI) NON CONSENTE PIU’ QUESTO PERCORSO;  a tutto questo si aggiunge il fatto che abbiamo assistito, specie in questi ultimi anni, ad una ECCESSIVA CEMENTIFICAZIONE DI INTERE AREE COLLINARI, CON RELATIVA ASFALTIZZAZIONE DELLE STRADE; entrambi questi due ultimi fattori hanno condotto fatalmente ad una IMPENETRABILITA’ DEL SUOLO DA PARTE DELL’ACQUA PIOVANA,  la quale, di conseguenza, si trasferisce in pochissimi giorni e con un’inedita violenza ai torrenti, ai fiumi e, quindi, al mare, trascinando, con sé, tronchi o, addirittura, interi alberi, impedendo, contestualmente, l’alimentazione delle falde acquifere profonde.

Il risultato di questo duplice evento è, quindi, il seguente: 

– ACCENTUAZIONE DELLA CARENZA IDRICA DELLE FALDE E DELLE SORGENTI

– ACCENTUAZIONE DEGLI EFFETTI DEVASTANTI DEGLI EVENTI ALLUVIONALI  

– Ma, sono certo che alcuni nostri Amici potranno porre un TERZO QUESITO:

PERCHE’ STIAMO ASSISTENDO ANCHE AD UNA CARENZA DI SABBIA SULLE NOSTRE SPIAGGE? 

La risposta a questo interrogativo è relativamente più complessa rispetto alle precedenti, nel senso che CONCORRONO DIVERSI FATTORI  nel determinismo di questo inedito fenomeno; non vi è dubbio, però, che LA CAUSA PRINCIPALE E’ RAPPRESENTATA, ANCHE IN QUESTO EVENTO, DALLA CRESCITA ANOMALA E DISORDINATA DEGLI ALBERI ALL’INTERNO DEI RUSCELLI E DEI TORRENTI, PERCHE’ QUESTA MASSICCIA FORESTAZIONE VIENE A LIMITARE L’EROSIONE DEL SUOLO COLLINARE, PROCESSO INDISPENSABILE PER CREARE LA SABBIA.

La forestazione del Lavanestro

 Ditemi, carissimi Amici, se siete a conoscenza, sulle nostre alture, di un solo ruscello che possa scendere tranquillamente dalla collina verso il mare e possa trasportare la sabbia, come sopra creata.

Ma, oltre a questo FATTORE PRINCIPALE, concorrono alla carenza di sabbia sulle nostre spiagge  ALTRE CAUSE, riconducibili, tutte, all’errata (se non, addirittura, dissennata) attività umana.

 Ricordo che, già nel 2006, uno studio del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) aveva evidenziato che il 42 per cento delle Spiagge Italiane “SI TROVA IN CARENZA SABBIOSA, A CAUSA DELLE MASSICCE OPERE NEO-EDIFICATORIE (CASE, STRADE, PARCHEGGI IN SUPERFICIE E SOTTERANEI, PONTI, PASSAGGI ARTIFICIALI) CHE MODIFICANO L’AMBIENTE E IL PAESAGGIO COSTIERO, RENDENDO PIU’ DIFFICLE L’UTILIZZO BALNEARE”.

 

 

Tornando alla nostra Liguria, ditemi voi, carissimi Amici, se siete a conoscenza di un LIBERO SBOCCO DI MARE DI UN NOSTRO TORRENTE, che non sia stato coperto, oppure ostacolato, nel suo percorso finale, dalle cementificazioni e dalle Asfaltizzazioni Costiere o che non sia stato inibito da sbarramenti artificiali.

 

Potrete constatare che IL PERCORSO NATURALE DEI NOSTRI TORRENTI VERSO IL MARE STA DIVENTANDO IMPERCORRIBILE; DI CONSEGUENZA: LA SABBIA NON RIESCE AD ARRIVARE IN SPIAGGIA. 

A tutti questi FATTORI (che potremo definire TERRITORIALI) vanno inoltre aggiunti ALTRI ELEMENTI (direttamente collegati alla perenne attività del mare) che vengono a condizionare, in misura notevole, il DEPOSITO DELLA SABBIA SUI NOSTRI ARENILI.

Non voglio dilungarmi, oltre misura, sulla loro descrizione, perché già ampiamente trattati nell’articolo, avente per titolo: “IL FRAGILE RAPPORTO MARE-COSTA”, datato 28 gennaio 2011; mi limito unicamente ad elencare questi FATTORI (che potremmo definire MARINI): 

1)L’AUMENTO DELLA  TEMPERATURA DI SUPERFICIE MARINA (passata dai 19,4 gradi di media annuale, rilevati nel 1995, agli attuali 20,3 gradi);   

2) L’AUMENTO DEL GRADO DI ACIDITA’  DELLA COMPONENTE PIU’  SUPERFICIALE DEL MARE (superiore del 30 per cento rispetto a quello riscontrato nell’epoca pre-industriale);  

3)L’ELEVAZIONE DEL  LIVELLO ALTIMETRICO DEL MARE (pari a di 3,3 millimetri all’anno).

I tre fattori, ora citati, contestualmente uniti, hanno condotto e conducono tuttora all’insorgere di altri due deleteri fenomeni:

.  IL CRESCENTE AUMENTO DELLA TEMPESTOSITA’ MARINA;

.  MODIFICAZIONI DELLA DIREZIONE E DELLA POTENZA DELLE CORRENTI MARINE E DELLA CONSISTENZA DEL LORO TRASPORTO SABBIOSO, CON SECONDARI E PROGRESSIVI  EFFETTI  EROSIVI NELLE ZONE COSTIERE E SULLA SABBIA, IN PARTICOLARE.

Aggiungo, per inciso, che si rende ormai necessario il ricorso al RIPASCIMENTO ARTIFICIALE DEI NOSTRI ARENILI, UTILIZZANDO SABBIA IMPORTATA.

Per ottenere positivi risultati, sarà, tuttavia, necessario impiegare SABBIE COMPATIBILI con le caratteristiche fisico-chimiche dei nostri Arenili, perché, in caso contrario, sarà anche possibile giungere a creare AUTENTICI DISASTRI AMBIENTALI.

Già oggi, possiamo constatare i danni ricavati dall’utilizzo di MATERIALE SABBIOSO MISTO A GHIAIA; addirittura, siamo giunti ad osservare finti rinascimenti con MATERIALE TOTALMENTE GHIAIOSO (con relativo scandalo, riportato anche dai nostri quotidiani d’informazione).

Su questa materia (molto complessa e scarsamente conosciuta) mi permetto di consigliare ai titolari dei Bagni Marini di ricorrere al parere di Esperti del Settore; cito, in proposito, tra altri Esperti, il parere del Prof Sergio Tulli (Docente di Sedimentologia Applicata all’Università di Genova) il quale ha rivolto, da tempo, la sua attenzione al RIPASCIMENTO DEGLI ARENILI, attraverso l’utilizzo delle SPIAGGE FOSSILI.

Cito testualmente le Sue parole:

Si tratta di giacimenti di sabbia che si è depositata in fondo al mare ed è stata ricoperta dal fango. 

 Bisogna trovarla con ricerche complesse, poi si deve valutare se, prelevandola, non si alteri l’ambiente. 

 Ma, se non ci sono controindicazioni, queste riserve di sabbia possono essere utili per il ripascimento delle spiagge che anno dopo anno si riducono”.

– Vorrei terminare il mio dire a questo punto; ma … da lontano mi giunge un urlo, alquanto adirato, di un Amico lettore che mi pone UN QUARTO  (e spero, ULTIMO) QUESITO:

“non hai nulla da dire sui tronchi d’albero e sui rami, che gli abitanti del levante ligure inviano, via mare, sulle nostre spiagge?

Perché questi residui vegetali non se li tengono a casa loro o sulle loro spiagge?”

Ed, allora, rispondo: no carissimo amico, non ho nulla da dire, perché, molto prima di me, hanno risposto, attraverso la loro alta cultura (nata dalla quotidiana simbiosi con il mare) i pescatori dello Scaletto delle Fornaci; questi i loro fondamentali concetti:

 – “Nel nostro ponente ligure, il moto delle onde marine va, quasi perennemente, da levante verso ponente, per cui ogni oggetto galleggiante, che cade in mare a Genova, tu lo ritrovi sulle spiagge del ponente ligure, se non, addirittura, in Costa Azzurra.

– Ricordatevi, inoltre, che, nella nostra Riviera di Ponente, tutte le volte che noi rubiamo metri di acqua al mare, egli si vendica: prende metri di sabbia a levante e li trasferisce a ponente.”

Ovviamente invio questi due elementari, ma magistrali concetti a tutti i costruttori di moli e porti turistici ed, in ultimo, a tutti i pubblici amministratori, che, attraverso le loro discutibili scelte operative, hanno cancellato lo Scaletto delle Fornaci, hanno accantonato le barche dei pescatori e, soprattutto, hanno annientato la loro inestimabile cultura.”

16 Giugno                         Aldo Pastore 

 

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