Racconto

Un racconto di Laura Candelo

La festa della mamma

Un racconto di Laura Candelo

La festa della mamma

E’ domenica sera, ma non una domenica sera qualunque, perchè la giornata appena trascorsa come un giorno qualunque, in realtà era il 9 maggio ed era la festa della mamma.
Quest’anno con i miei piccoli che hanno iniziato a frequentare il periodo più bello della loro vita, o almeno spero con tutto il cuore che sia per loro così e che non sia l’unico, sono all’asilo ed alla scuola elementare e quindi appena rincasati mi hanno allietato gli occhi ed il cuore con i loro preziosissimi lavoretti, disegni e collage con frasi amorevoli nei miei confronti.
La giornata è passata con la solita consuetudine, perchè qualsiasi giorno può essere speciale se passato con le persone a noi care, che sanno rendere i nostri momenti normali straordinari.
Anche solo una torta può diventare una festa, anche solo una passeggiata in un parco può diventare un’ora di relax per staccare la spina dal mondo che ci circonda e da questa realtà spesso e troppe volte ingiusta…
Eppoi, dopo cena, arriva un programma alla televisione che fa male, ma che mi sento il dovere di guardare, perchè non tutte le mamme nel mondo sono fortunate, sono comprese dai mariti e dai parenti che cercano di star loro vicino, perchè non tutte le mamme riescono a non essere giudicate.
La trasmissione in questione era ” Quarto Grado”, programma di approfondimento che spiega ed analizza i maggiori fatti di cronaca nera avvenuti negli ultimi anni, in Italia e non solo.
In questa puntata si parlava delle mamme depresse e di quelle malate che diventano mamme assassine e che arrivano fino ad uccidere i loro figli, forse perchè prese da raptus di follie ed istinto omicida o forse perchè malate di depressione, perchè incomprese e giudicate o solo superficialmente aiutate.
Ed allora i miei occhi diventano tristi e mi commuovo, pensando a quei corpicini innocenti straziati, senza un motivo valido, anime bianche che hanno vissuto una vita spesso troppo difficile e spezzata troppo presto, proprio da chi li ha messi al mondo e dovrebbe amarli più della sua stessa vita.
E provo paura e smarrimento sentendo leggere le parole ed i pensieri di una mamma omicida che ha appena annegato i suoi due figli che forse erano autistici, che per loro la vita era già stata difficile e si era già accanita anche troppo.
Una mamma che non va assolutamente giudicata, ma che va prima di tutto capita ed aiutata perchè ora vuol solo farla finita perchè ha sulla coscienza l’uccisione dei suoi figli, una mamma che fino all’ultimo ha sperato, che non si è sentita capita dagli altri, che ha perso il sorriso e lentamente anche la voglia di vivere e che si è spinta oltre i suoi limiti…
Mi accorgo che i suoi pensieri parlano di me, perchè spesso mi sento incompresa e non riesco a sorridere, perchè mi sembra che la vita spesso sia troppo difficile e che ci voglia troppo per viverla e che limitarsi a sopravvivere spesso non mi basta, ed ho paura perchè io non arriverei mai ad un gesto simile verso le persone più importanti della mia vita, verso le mie voglie di farcela e di uscire dal tunnel del buio dell’anima e della depressione, perchè piuttosto mi farei uccidere o mi ucciderei io stessa se avessi anche solo un pensiero tale che mi sfiora la mente…
La festa della mamma è finita ed il mio cuore e la mia anima sono divise a metà: una parte serena e grata per quello che ho, cercando di non guardare e non pensare a ciò che mi manca ed a come vorrei o dovrei essere, ed un’altra parte lacerata dal dolore per tutte quelle mamme depresse che sono in bilico tra la vita e la morte ogni giorno, capendo cosa provano e rispecchiandomi nei loro stati d’animo e nella loro flebile voglia di farcela.

Laura Candelo

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