Quale strategia adottare per l’assistenza agli anziani

IL VOLTO DELLA MEMORIA  (Cinquantaduesima parte)
QUALE STRATEGIA ADOTTARE
PER L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Cinquantaduesima parte)

– Nel contesto dell’Articolo della Scorsa Settimana, abbiamo, ancora una volta, ribadito questo concetto:

SI RENDE NECESSARIO TRASFERIRE, ALLE COMPETENZE DEI DISTRETTI E DELLE LORO EQUIPES, L’ASSISTENZA SOCIO SANITARIA AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E  DEI CRONICI IN SENSO LATO; A TAL FINE, VA PRIVILEGIATA L’ASSISTENZA DOMICILIARE RISPETTO AL RICOVERO IN R.S.A. (RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE).

–  Per approfondire ulteriormente le nostre conoscenze su questo argomento, ci siamo rivolti AL VOLTO DELLA MEMORIA di ALDO PASTORE, il quale ci ha fatto pervenire un SUO SCRITTO (relativamente recente), nel quale, tuttavia, sono descritti, nei minimi dettagli, I SERVIZI REALIZZATI NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SAVONA DURANTE GLI ANNI ‘70  DEL SECOLO SCORSO E SUCCESSIVAMENTE NAUFRAGATI PER SOSPETTA IMPERIZIA POLITICO – AMMINISTRATIVA.

LO SCRITTO (SOPRA CITATO) PORTA IL SEGUENTE TITOLO:

 QUALE STRATEGIA ADOTTARE
PER L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI

 IN QUALI LUOGHI E CON QUALI MODALITA’ POSSIAMO ASSISTERE GLI ANZIANI?

Possiamo  avanzare, in proposito, TRE IPOTESI DI SOLUZIONE:

A) LA FAMIGLIA

B) L’ASSISTENZA DOMICILIARE

C) IL RICOVERO IN IDONEA STRUTTURA

Esaminiamo, in dettaglio, i vantaggi, i limiti e gli svantaggi delle soluzioni proposte:

LA FAMIGLIA

Come già ho avuto occasione di ribadire, anche in un recente passato, la FAMIGLIA, nel suo tradizionale assetto di stabilità e nella sua caratteristica intergenerazionale, da sempre, è stata considerata la soluzione più pratica e desiderata dagli stessi anziani.

Nella FAMIGLIA, infatti, l’anziano ravvisa quella continuità affettiva e culturale, di cui, nel momento della fragilità, ha estremo bisogno.

Non v’è dubbio che, per tutti gli anziani, la FAMIGLIA rappresenta uno spazio adeguato di sicurezza.

Ma, poniamoci, subito, la Domanda:

LA FAMIGLIA ATTUALE  E’ IN CONDIZIONE DI RISPONDERE A QUESTA OVVIA E NATURALE RICHIESTA RISOLUTIVA?

Si potrebbe rispondere alla Domanda  con questa drastica, ma concreta, affermazione di Giovanna  Comandè:    

La famiglia italiana non c’è più.

Non è un dato del quale lagnarsi, né per il quale esultare.

Bisogna solo prenderne atto.

Dovrebbero farlo anche tutti i politici, che continuano a riferirsi alla “famiglia” (virgolette non a caso)

Se non si sa di che cosa stiamo parlando, fatalmente le leggi, presenti e future, finiranno per applicarsi ad un’entità scomparsa.”

Ma, io vorrei esaminare la condizione esistenziale della famiglia italiana attuale non già con questa tranciante visione di Giovanna, bensì attraverso la più dettagliata introspezione di Don Roberto Sardelli, riportata dai Quotidiani Nazionali in data 29 Dicembre 2005; riporto testualmente le sue parole:

 “LA FAMIGLIA CAMBIA.

Nonostan­te l’anziano continui a desiderare di restare in famiglia, nell’ultimo periodo dobbiamo registrare un crescendo di sofferenze e di ten­sioni. Sempre più anziani mi di­cono: «Ogni giorno che passa mi accorgo che sono un estraneo, questo non è più il mio posto». Cambiano i rapporti tra le genera­zioni e tra i componenti della stessa generazione, cambiano gli stili di vita e i linguaggi, i legami familiari non sono più stabili e la ricerca di nuovi assetti mettono a dura prova il bisogno di continui­tà culturale e affettiva dell’anzia­no.

La mobilità del lavoro non è un concetto e una prassi che si esauri­sce nell’ambito del lavoro produt­tivo e geografico, ma diventa mo­bilità di costumi, di relazioni che non garantiscono più una presen­za continua nella famiglia. I geni­tori lavorano in luoghi diversi a orari diversi e così pure i figli stu­diano in città diverse. Davanti all’ anziano c’è un orizzonte mobile che gli causa incertezza e disagio. Ci domandiamo: su questo terre­no così mobile, è da saggi conti­nuare a programmare in modo massiccio una politica di assisten­za agli anziani? Chi si occuperà nel futuro dei genitori anziani di­vorziati? E chi dei genitori soli? Lo stato di famiglia dei cittadini di alcune grandi città europee, per il 50% è formato da persone singole. Che sarà di loro tra 20 – 30 anni quando non avranno una rete familiare in grado di acco­glierli nel momento della fragili­tà? Alcuni sociologi prevedono che la rete familiare possa essere sostituita dalla rete amicale, ma non pensano che questa rete sarà anch’essa investita dalle medesime problematiche del declino!”

A  queste sagge e lungimiranti parole di Don Roberto, mi permetto soltanto di aggiungere che questa situazione di disagio e di declino sociale è, già oggi, particolarmente accentuata nelle Grandi Città, dove, ormai, ogni singolo individuo è quasi costretto a racchiudersi in sè stesso e a non dialogare più con il prossimo, nemmeno con il vicino di casa.  

La situazione, sotto il profilo socio-affettivo, è più attenuata nei piccoli Paesi e nei nostri Borghi; ma, in questi luoghi (come ho già evidenziato nell’Articolo del 6 Aprile 2011) è sparita ogni Istituzione Sanitaria per cui, anche in questi piccoli luoghi, diventerà sempre più difficile affidarsi all’Assistenza Familiare o Amicale.  
L’ASSISTENZA DOMICILIARE
 
Questa Soluzione ha introdotto un sostanziale ed inedito CONCETTO: LA SOCIETA’, NEL SUO COMPLESSO, SI ASSUME IL DOVERE DELL’ASSISTENZA.
Attraverso questa innovativa visione, l’Anziano non diventa soltanto il portatore di un bisogno, ma diventa soggetto di un diritto; ma, a questo diritto, non si deve rispondere attivando la chiave della Pietà o della Compassione (vedi: ASSEGNO SERVIZI, O FONDO PER LA NON-AUTOSUFFICIENZA O SOCIAL-CARD, che dir si voglia), bensì attraverso la Creazione ex-novo di SERVIZI ALLA PERSONA.

Questa innovativa strategia ha trovato consensi dalla parte più avanzata della Società ed, in particolare, di molti Operatori Scientifici del Settore.

Cito, al riguardo, le dichiarazioni del Prof. Franco Henriquet (Presidente dell’Associazioni Gigi Girotti di Genova)  riportate dal Quotidiano “IL SECOLOXIX” in data 30 Giugno 2006:

L’assistenza domiciliare a malati con patologie croniche è, oggi, una modalità assistenziale che si rende sempre più necessaria, sia per il numero crescente di malati in età avanzata, sia per la continua riduzione di posti-letto ospedalieri, che penalizza soprattutto le persone che hanno bisogno di cure prolungate.

Occorre, perciò, mettere in atto ogni possibile mezzo che agevoli i compiti di chi svolge l’assistenza a casa, affinchè non sia un’assistenza di ripiego conseguente all’incapacità del nostro sistema sanitario a rispondere alle esigenze di cure dei nostri giorni.”

Ma, l’elogio del pregio dell’Assistenza Domiciliare non si è limitato, in questi ultimi tempi, unicamente al nostro Ambito Nazionale.

Cito, a questo proposito, le dichiarazioni di Barbara Starfield (Docente di Politiche Sanitarie alla John Hopkins University) rilasciate durante i lavori del FORUM MERIDIANO SANITA’, svoltosi a Cernobbio nell’Ottobre 2007:

“L’ assistenza Sanitaria Territoriale si conferma lo strumento più efficace per tutelare la salute dei cittadini, superare le ineguaglianze e contenere la spesa sanitaria.

Migliorare l’ assistenza territoriale consente di ridurre la mortalità infantile e la mortalità per cause evitabili e, più in generale, di prolungare l’aspettativa di vita, ma, anche, di ridurre le spese, evitando il ricorso improprio a visite specialistiche ed a ricoveri ospedalieri.”


Molti cittadini ed, in particolare, alcuni nostri lettori continuano a domandarsi: COME E’ POSSIBILE, PARTENDO DA QUESTI FONDAMENTALI PRINCIPI, GIUNGERE, IN CONCRETO, ALLA REALIZZAZIONE DEI SERVIZI ASSISTENZIALI?

Rispondo a questa logica e razionale domanda attraverso la descrizione dei SERVIZI REALIZZATI A QUESTO FINE, NELLA NOSTRA CITTÀ, DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE (SINDACO: CARLO ZANELLI) NEL DECENNIO 1970 – 1980.

I PRESUPPOSTI  per dare concreta attuazione ad IDONEI SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILARE furono I seguenti:

1) INTERVENTO SANITARIO ED INTERVENTO SOCIALE non soltanto dovevano coesistere, ma dovevano essere strettamente interdipendenti ed armonicamente collegati;

2) NELLA CONCEZIONE DELL’INTERVENTO SOCIO-SANITARIO INTEGRATO, doveva trovare concreta realizzazione l’IDEALE TIPOLOGIA DI AZIONE e cioè: la PREVENZIONE, la CURA, la RIABILITAZIONE;

3) Occorreva pervenire all’INTEGRAZIONE FUNZIONALE TRA SERVIZI OSPEDALIERI E SERVIZI TERRITORIALI.

Sulla base di questi presupposti, vennero creati i servizi di ASSISTENZA DOMICILIARE AGLI ANZIANI E SOGGETTI DISABILI, con la seguente suddivisione del PERSONALE NELLE CINQUE CIRCOSCRIZIONI COMUNALI

 

IA CIRCOSCRIZIONE:

1 ASSISTENTE SOCIALE

 

4 COLLABORATRICI FAMILIARI

 

2 INFERMIERI PROFESSIONALI

IIA CIRCOSCRIZIONE

1 ASSISTENTE SOCIALE

 

6 COLLABORATRICI FAMILIARI

 

3 INFERMIERI PROFESSIONALI

IIIA CIRCOSCRIZIONE

2 ASSISTENTI SOCIALI

 

7 COLLABORATRICI FAMILIARI

 

3 INFERMIERI PROFESSIONALI

IVA CIRCOSCRIZIONE

1 ASSISTENTE SOCIALE

 

5 COLLABORATRICI FAMILIARI

 

2 INFERMIERI PROFESSIONALI

VA CIRCOSCRIZIONE

3 ASSISTENTI SOCIALI

 

10 COLLABORATRICI FAMILIARI

 

1 ASSISTENTE SANITARIA

 

4 INFERMIERI PROFESSIONALI

 Le componenti delle Equipes, sopra riportate erano Dipendenti Comu­nali ed erano state assunte dopo regolari Concorsi Pubblici. 

Il servizio si avvale, inoltre di:
– SERVIZI CENTRALIZZATI DI LAVANDERIA, sorti attraverso appositi accordi con Imprese private;
 
 FORNITURA DI PASTI A DOMICILIO, attraverso un regolare accordo sottoscritto con la Cooperativa, addetta alla preparazio­ne dei cibi per le mense scolastiche. 
 
 – SERVIZIO MEDICO DOMICILIARE, con possibilità, da parte degli anziani e dei disabili, di avere a disposizione non soltanto il MEDICO DI BASE, ma anche, di SPECIALISTI delle seguenti discipline: CARDIOLOGIA, OCULISTICA, UROLOGIA e NEUROPSI- CHIATRIA (ovviamente, su richiesta del Medico di Base); utilizzo degli ambulatori e di circoscrizione  e di quartiere.–  CENTRO DI RIABILITAZIONE NEURO-MOTORIA E DI PODOLOGIA, sorto nel vasto Piano-Terra dell’edificio sito in Via Maciocio, di proprietà comunale.

Questo Centro, perfettamente attrezzato, era dotato del seguente personale:

1 MEDICO SPECIALISTA IN NEUROLOGIA

1 MEDICO SPECIALISTA IN ORTOPEDIA

2 FISIOTERAPISTI

1 PODOLOGA

Il Centro svolgeva un decisivo apporto riabilitativo per gli anziani, affetti da patologie neuro-muscolari ed ortopediche ed una funzione, molto importante, per la cura e la riabilitazione delle disfunzioni dei piedi, così frequenti nelle persone anzia­ne.

Che dire  di questi SERVIZI REALIZZATI IN ALLORA?

E’ sufficiente  evidenziare che Savona, in questo specifico Settore, divenne UN CENTRO DI RIFERIMENTO NAZIONALE,  al punto che , nell’ anno  1974, allorquando la televisione era ancora in bianco e nero, l’Assessore Comunale del Settore, assieme all’Assessore della Città di Prato (anch’esso, all’avanguardia in Italia, nello stesso ambito) venne invitato a Roma per partecipare ad una trasmissione televisiva (di cui, purtroppo, non ricordo il titolo) che andava in onda alle ore 13 ed era condotta da Dina Luce e Francesco Modugno e che aveva, appunto, come tema, il problema dell’Assistenza Domiciliare agli Anziani.

Tutto questo è ridotto, oggi, ai minimi termini. Perché tutto questo?


Perchè si è chiusa la porta in faccia al PROGRESSO UMANO, CIVILE E SCIENTIFICO e perché, di fatto,  si è giunti a SOLUZIONI ASSISTENZIALI, sempre più insostenibili anche sul piano economico?

Posso così rispondere, in estrema sintesi, a questi molteplici interrogativi:

  1. In Liguria, con l’ avvio della Legge di Riforma Sanitaria del 1978, sono stati, di fatto, soppressi o sono stati radicalmente ridimensionati i Servizi Socio-Sanitari Territoriali, perchè, a differenza di altre Regioni, NON SI SONO VOLUTAMENTE COSTITUITE LE UNITA’ SOCIO-SANITARIE LOCALI, vale a dire la COESISTENZA E LA SIMBIOSI TRA INTERVENTO SOCIO-ASSISTENZIALE ED INTERVENTO SANITARIO; di conseguenza, sono state smembrate le equipes socio-sanitarie territoriali esistenti ed i servizi ad esse collegati; 
  2. La Medicina di Base Territoriale è stata abbandonata al proprio destino ed è stata, quindi, isolata, avendo, essa, perso gli indispensabili contatti non solo con i servizi Socio-Assistenziali, ma anche con i Servizi Ospedalieri;
  3. Gli ospedali sono diventati strutture a sè stanti avulse dal Contesto Istituzionale Provinciale e, per questa ragione, stanno diventando Centri di interessi e, quindi, di contrasti di basso profilo ed esclusivamente localistici;
  4. Lo smembramento, sopra descritto, ha portato, come logica conseguenza, ad un abnorme aumento della richiesta e dell’ effettuazione di esami specialistici, di eccessivi  ricorsi ai servizi di pronto – soccorso ospedalieri e, soprattutto, di ricoveri ospedalieri impropri;
  5.  Lo stravolgimento, sopra descritto, ha condotto ad un innaturale ed illogico incremento della spesa sanitaria (come quotidianamente denunciato dagli Organi di Stampa)
  6.  Infine, viene sottovalutato ed ignorato il problema anziani; ben pochi si rendono conto (soprattutto, a livello politico) che il nostro Sistema Sanitario è strutturato per far fronte alle Malattie Acute e non ha, attualmente, nè la cultura, nè gli strumenti attuativi per fronteggiare adeguatamente il tema della cronicità, nei suoi molteplici e variegati aspetti.
  7. Continuiamo a parlare ed a discutere su CASE DI RIPOSO, RESIDENZE PROTETTE, RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE; io credo che bisogna andare oltre, ma non mi sottraggo certamente a questo confronto di idee e di prospettive. Sarà questo, quindi, l’argomento del prossimo Articolo:

    “IL RICOVERO DELL’ANZIANO IN IDONEA STRUTTURA”

    11 Maggio 2011      Aldo Pastore

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