Qualcuno ricorda Franca Falcucci?
E il Piano Nazionale per l’Informatica?
L’obiettivo ambizioso era quello di creare oltre che “ottimi studenti” anche “ottimi programmatori”
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E il Piano Nazionale per l’Informatica?
L’obiettivo ambizioso era quello di creare oltre che “ottimi studenti” anche “ottimi programmatori”
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C’è ancora qui qualcuno che ricorda Franca Falcucci? No? Eppure erano i primi giorni del caldo agosto del 1983 quando, con una collega, apprendevamo sgomenti la notizia della sua ascesa al Ministero della Pubblica Istruzione, mentre eravamo indaffarati ancora con gli scrutini di un Esame di Maturità in quel di Voghera. E’ a questa senatrice che dobbiamo le direttive riguardanti il sistema operativo da impiegare nelle Scuole e, di fatto, il “principio di conservazione” dell’ora religione nella scuola e la nascita successiva delle cosiddette sperimentazioni p.n.i. |
Nota che anche l’inflessibile Mariastella si è ben guardata dal toccare l’ora di religione dove i docenti sono nominati dalla Curia e pagati da noi. L’obiettivo ambizioso era quella di creare oltre che “ottimi studenti” anche “ottimi programmatori” in un linguaggio “strutturato” (l’allora “Turbo” Pascal). A rievocare oggi questi fatti sorge l’amaro sorriso di chi, allora retrivo rispetto colleghi più “progressisti”, si chiede se nei P.N.I. ad esaurimento (causa riforma Gelmini) si propinava ancora il “Pascal” mentre nel primo triennio universitario dei corsi di laurea del settore Fisico-Matematico si programma in Visual C ++ o in Visual Basic, almeno a livello introduttorio. Mi sembra che siano passati un po’ di anni dalla “moda” dello scrivere “programmi” e forse si prende coscienza che imparare ad usare un programma come “Mathematica” (o analoghi come MatLab o MathCad) può essere più educativo (e più rispondente agli effetti positivi della propria didattica) che insistere su come strutturare un programma per risolvere l’equazione di secondo grado o tracciare il grafico di una funzione in un intervallo. Ma il problema “didattico” è sempre stato secondario in Italia e il Ministero è sempre stato più sensibile alla forma rispetto alla sostanza. Il “massimo relativo” nella funzione “Informatica nella Scuola” si è avuto (secondo me nella sola apparenza) nel Ministero Moratti con le famose tre “i” (Informatica, Inglese, Impresa) in luogo degli “elementi di analisi grammaticale e logica” e degli “elementi di algebra e geometria” a “gesso e lavagna”. La pacifica messa in riposo dei laboratori di Fisica e Chimica legati all’esperienza d’aula in favore dell’esperimento simulato sul monitor … |
Franca Falcucci
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E oggi? Oggi vedo una modesta scuola media con 22 Personal Computer collegati in rete, ma l’aula viene ora usata solo per ricevere i genitori. Computer già “vecchi” nonostante siano stati “cambiati” già quattro anni fa … Delle tre “i” è rimasta fortunatamente la “i” di Inglese e solo grazie ad una valida Docente e, nonostante i mugugni di alcuni, è tornata un po’ di moda (sempre per merito di qualche stimata Docente) l’analisi logica e la comprensione del testo .. E tutti quei soldi sprecati per quei 22 computer e relativi accessori? Lo stesso discorso si applica all’aula di Informatica del Liceo Classico oggi frequentato da nostro figlio |
Un incidente di percorso, un errore di cui nessuno dei politici ha l’onestà civile di conclamare: “è stato un errore”. I politici mi sembrano, da una vita, indaffarati su questioni di una banale marginalità come l’ora di religione e i crocefissi a scuola o la croce sulla bandiera o gli scambi culturali con l’estero (è un po’ passata di moda la “Resistenza”). Quando l’argomento di disamina investe la Didattica allora sono guai … se i madornali errori di “Fisica Elementare” presenti nel libro di “Osservazioni Scientifiche” di mio figlio derivavano dalle direttive ministeriali riguardo a quello che deve essere il primo approccio con la Fisica nelle Scuole Medie. Ma i classici madornali errori sulla definizione di “valore assoluto” di un numero reale (numero assunto senza segno!) o sul “meccanismo delle maree” (dovute alla forza centrifuga della terra che ruota attorno al centro di massa!) permangono, immutati e conservativi anche nei testi dei Licei. Che il piano nazionale per l’Informatica non sia nato, per caso, per favorire quella ditta di Ivrea che poi (che ironia!) non ha puntato nei personal computer il suo futuro? Salvatore Ganci
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