“Gomblotto”

“GOMBLOTTO”
Ma quant’è canaglia questo virus

  “GOMBLOTTO”

 

 Ma quant’è canaglia questo virus. Al punto da mettere a soqquadro i pilastri della comédie humaine alla quale ci tocca assistere con un senso di impotenza e di accresciuta fragilità.

Con l’infezione torna in auge, rispolverata da quando era un tormentone televisivo, la teoria del “gomblotto” ad opera di oscuri manovratori.

Nell’ultima versione è andata diffondendosi la mania del “complotto virale” ordito con chissà quali scopi inconfessabili. 

 

Lo accompagna un corollario di dispute infuocate sui provvedimenti per fermare i microbi in libera uscita.

Da un lato s’ode lo squillo di chi giudica le misure restrittive alla stregua di un pretesto a scapito della libertà. 

 

Dall’altro risponde chi ritiene il lockdown, parola ormai entrata nel linguaggio corrente, l’unico, inderogabile provvedimento per salvarci, ancorché molto pesante. 

 

Tra il desiderio di sicurezza e il timore di un raggiro autoritario, si sta creando insomma un circolo vizioso frutto dell’incertezza in cui siamo sprofondati.

I latini se la cavavano con la locuzione in medio stat virtus, ma stavolta nemmeno la loro saggezza aiuta a fugare caos e perplessità.

  

Renzo Balmelli da  L’avvenire dei lavoratori

 

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