Psicosi crollo ponti

Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure
PSICOSI CROLLO PONTI

 PSICOSI CROLLO PONTI

 

 

Non è così, anche il crollo del Ponte Morandi è un fatto di una tale immensa impensabile inarrivabile grandiosità, nella sua terribile tragicità, da far insorgere suggestioni trascendentali…

Forse non come il crollo del Ponte di San Luis Rey (Thornton Wilder, 1928), intessuto di giunchi dagli Incas del Perù, ultracentenario, ‘che sembrava far parte delle cose che durano in eterno e che non è pensabile che si spezzasse’. Ma avvenne. A mezzogiorno di venerdì 20 luglio 1714. Inspiegabilmente!  E, per quello, interpretato con diffusissimi tremori dalle genti di quella civiltà: ‘Atto di Dio’, di avvertimento per tutti e pur punitivo delle (incolpevoli?) cinque persone che lo stavano attraversando? Con esso precipitate! Morte!”

“Oggi, invece (con incolpevoli precipitati o schiacciati quasi dieci volte tanti dal Morandi) con gli innumerabili fatti che avvengono ad ogni scatto di lancetta ad ogni latitudine e longitudine, dai più banali ai più efferati, non si può certo addebitarli a Dio, comunque la si pensi o creda al riguardo: trascendenti, a noi ‘uomo-umanità e non certo (inconsapevoli?) incolpevoli!”

“E saranno nominate commissioni, fatte analisi tecnico-statiche della struttura, valutate valenza e composizione dei materiali, manutenzioni adeguate o meno… Con colpevolizzazioni e condanne…chissà! Ma al di là, e pure al di qua, di qualsiasi ‘umana’ conclusione, questo crollo ha una terribile aura di trascendenza, che non si può pensare come i peruviani, ma se non quel segno, uno di segno opposto…!  Come immaginare la simultanea tranciatura di netto di cavi d’acciaio grossi come braccia e ferri d’armatura in blocchi di cemento, cosiddetto armato (armato contro che? visto quanto successo?), senza aver dato un cenno monitore, un avvertimento, un cedimento, uno sbandamento…?

Un fendente come di lama radiante e…zac, la tragedia!”

Avverse altre terribili forze che la natura ha cinicamente chiamato a compiere l’immane gesto: “vento e pioggia tempestosi ad inghiottire nelle”

“veicoli trovatisi a passare e andando a far cumulo di morte con i sottostanti alle macerie del ponte…

Se non la mano di Dio, come quando ci si ‘illumina d’immenso’, quella di un ‘anti-Dio che ci ottenebra nel buio più buio…’

*

Stando alla purtroppo esistente e carente (scoperta ora…?) situazione generale della manutenzione a ponti e strutture varie su tutto il territorio nazionale (ora ci si mettono anche le gallerie…), sosteniamo l’intervento-denuncia del dott. Guglielmo Spotorno, che ha avuto eco sulla stampa nazionale. Ma solo adesso, dopo il fattaccio di Genova, per quanto il nostro concittadino e maestro pittore a livello internazionale, avesse segnalato già due anni fa alla Società Autostrade per l’Italia, consistenti cadute di frantumi cementizi di non improbabili stacchi dai piloni e dalla sottocarreggiata del ponte del Lavadore, Autostrada A10. Ponte del nome della località della entrostante proprietà del dott. Spotorno, direttamente interessata sul lato monte, mentre su quello opposto prospetta su campo di calcio che d’estate il Comune trasforma in parcheggio pubblico, visibile dalla fotografia. Questa parte, dopo solleciti e diffide, “lavorando di giorno e di notte è stata messa in sicurezza”, come ha scritto all’Ente il nostro, dichiarandosi però soddisfatto solo a metà.  Al che, la Direzione del tronco di Genova, gli ha risposto attraverso l’articolista incaricato dal Corriere della Sera che “Il viadotto è assolutamente sicuro dal punto di vista statico, è monitorato con cadenza trimestrale e regolarmente mantenuto”. Ciò dovrebbe valere anche per il ponte sulla Via Sanda, molto trafficata, scollinando verso ponente, chiedendo al Sindaco di far fare accertamenti come si conviene.

Rap da  A Civetta

 

 A Civetta – Periodico di critica, cultura e informazione

E’ in uscita il NUMERO 36

 

 

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