Provaci ancora Matteo

PROVACI ANCORA MATTEO

PROVACI ANCORA MATTEO
 

 Io– Ergiti tu, novello Farinata degli Uberti, col petto e con la fronte a difesa dei tuoi disorientati compatrioti contro quegli euroburocrati intenti solo a minacciare una procedura d’infrazione per debito pubblico eccessivo nei confronti della nostra cara Italia; fagli vedere tu di che tempra sono fatti gli italiani (almeno a parole), dimostra la tua determinazione a tirare diritto e a fregartene dei vincoli e dei trattati che ingessano l’Italia impedendole di crescere come potrebbe e come merita. Già sul finire dell’anno scorso hai sbeffeggiato gli euroburocrati di Bruxelles, a cominciare da quel lussemburghese Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, con fama di dubbia sobrietà, salvo scendere a più miti consigli onde evitare, già allora, la procedura d’infrazione. Questa volta però, ne sono certo, andrai fino in fondo (anche a costo di andare a fondo), perché tu sei fatto così, un uomo tutto di un pezzo, che aborre i compromessi, che dice quello che fa e fa quello che dice, senza timori reverenziali, perché così vogliono gli italiani e, per te, la loro volontà è sacra. Ma, per tacitare i soliti compagni, sempre lì pronti a criticare ogni tua mossa, dove e a chi prenderai i soldi per pagare i debiti accumulati dalla pubblica amministrazione? 

 

Matteo– Semplice: stampando similbanconote a uso del mercato interno e, ove occorresse, tassando i risparmi sigillati nelle cassette di sicurezza dei miei cari concittadini (sempre nell’ottica, sia chiaro, di prima gli italiani).  

 Io– Similbanconote? Ma cosa dici, Matteo? Vuoi stampare banconote false come Totò e Peppino nel film La banda degli onesti 

Matteo– No, no, che cosa hai capito? Non si tratterebbe di banconote false (non sono mica un falsario, io!). Sto parlando dei cosiddetti mini-Bot, cioè di buoni del tesoro di piccolo taglio che servono, come i normali Bot, a pagare i debiti che la pubblica amministrazione ha contratto con gli imprenditori che avevano deciso di investire nei titoli di Stato. Sole differenze: non ci sono cedole e non c’è una date di scadenza.

 Io– Quindi si tratterebbe di una valuta parallela all’ euro?

Matteo– Neanche per sogno. Si tratta di soldi che lo Stato già deve ai creditori.


Io– Ma, scusami tanto, Matteo, mi stai dicendo che intendi pagare i debiti della pubblica amministrazione facendo altri debiti?

Matteo– Insomma, quando ti trovi di fronte a un’emergenza, in qualche modo la devi affrontare. Tu sai che, in un primo momento, la proposta del leghista Borghi di stampare buoni del Tesoro di piccolo taglio facilmente spendibili è stata votata in maniera bipartisan dalla Camera.

 Io– In un primo momento. Poi i deputati dell’opposizione si sono accorti dell’errore e hanno bocciato la proposta  di Borghi. Come mai, secondo te?

Matteo– Eh, dopo la bocciatura del solito Draghi (peraltro in scadenza come il non santo bevitore Juncker insieme a tutta la vecchia Commissione) e del solito ministro delle Finanze Tria (per non parlare dei dubbi del premier Conte e degli input provenienti dal solito Colle) i deputati europeisti, dopo aver aperto per un attimo gli occhi, li hanno subito richiusi. 

Io– Ma tu, scusa, perché non li hai ancora aperti sull’impraticabilità dei mini-Bot (come su tante altre questioni)? Secondo te Draghi, Tria, Conte e Mattarella sono dei pazzi irresponsabili che vogliono affossare, con il governo gialloverde, anche l’Italia?

Matteo– Ah, ma proprio non capisci: sono gli altri, gli europeisti, che hanno gli occhi chiusi e le orecchie tappate, malgrado il fior fiore degli economisti italiani si siano prodigati in tutti i modi per sostenere la bontà dell’idea di Claudio Borghi. Quanto a Draghi, Tria, Conte e Mattarella, insieme al Pd e a Berlusconi,    sono i rappresentanti e i difensori del vecchio ordine, della vecchia Ue dei Trattati che opprimono i popoli, noi invece siamo i nuovi patrioti, noi difendiamo il popolo non gli euroburocrati di Bruxelles.


Io– Già, peccato che voi sovranisti, in Europa, siate in minoranza!  E poi, chi sarebbe Il fior fiore degli economisti italiani? 

 Matteo– Come, ancora non lo sai? Uno è lo stesso Borghi, un altro è il professor Antonio Maria Rinaldi, allievo di Paolo Savona (l’economista del piano B), un altro è il senatore leghista e musicista dilettante Alberto Bagnai, un altro ancora è il famoso bocconiano Alberto Micalizzi…Ti basta?

 Io– Mi sbaglio o sono tutti euroscettici che vedrebbero con favore l’uscita dell’Italia dall’eurozona?

Matteo– Calma, come ha ben spiegato Claudio Borghi in un video di un anno fa, i mini-Bot potrebbero fare da paracadute nel caso estremo in cui si fosse costretti a uscire dall’eurozona. Senza più l’euro e senza ancora la nostra lira, i mini-Bot sarebbero  già belli e pronti in circolazione e ci eviterebbero una situazione drammatica come quella vissuta dalla Grecia. Ma questa sarebbe l’extrema ratio. Oggi nessuno vuol uscire dall’euro. Non siamo pazzi.

 Io – Oggi, ma domani?

Matteo– Domani è un altro giorno.

  FULVIO SGUERSO 

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