Premio a tesi di laurea dedicato a Davide Montino

Premio a tesi di laurea di interesse Storico Educativo dedicato a Davide Montino

Premio a tesi di laurea di interesse
Storico Educativo dedicato a Davide Montino

Ci sono persone che ci cambiano la vita. E non lo fanno con un clamore particolare: facendo sceneggiate, rovesciando i tavoli. Ma con la presenza costante e impalpabile. Con consigli fondamentali buttati là con poca cura, ma che appena la stagione vien giusta, si risvegliano in germogli concreti e sensati, e li riscopri, e non sapevi di portarli dentro.

Dato che la vita è ingiusta, spesso queste persone ci vengo portate via. A volte solo allontanate, a volte distaccate in maniera definitiva e tragica. Dopo aver passato i primi tempi a pensare a tutto quel che si è perduto, circa quella persona, viene il momento di rendersi conto di quanta fortuna abbiamo avuto nel conoscerla, nel frequentarla, nel chiamarla e farsi chiamare amico, antica parola che a quel tempo non aveva legami perversi con i social network, ed era piana e precisa per descrivere un legame.

Io ero un amico di Davide Montino, come molti altri. Insieme abbiamo condiviso la passione per alcune letture, per la Storia Locale, per la buona tavola. Insieme ad altri amici abbiamo collaborato a far vivere il Centro Culturale “Le Stelle” fondato da Renato Pancini, a Cengio (SV). In pratica un gruppo di ragazzi con molte idee, molto confuse, molta voglia di fare, molto entusiasmo, pochi soldi e poche direttive. Montino aveva una cosa che gli altri non avevano: il metodo. Metodo che aveva utilizzato nel suo corso di studi, laureandosi col massimo dei voti e lode, senza peraltro fare una piega, senza stupore. Metodo che a noi, entusiasti ma impreparati, era servito per avvistare qualche “preda”, qualche bersaglio su cui non disperdere le energie.

Il gruppo di lavoro de “Le Stelle” vive ancor oggi una sua strana e variopinta attività. Ci manca un timoniere, ci manca proprio QUEL timoniere, ma non per questo giungono proposte, idee, realizzazioni, corsi, occasioni d’incontro, di festa, di ricordo e di affetto. “Le Stelle” è rimasto un gruppo aperto a tutti, solido nelle sue fondamenta. Una scatola, un contenitore, un veicolo con cui trasportare idee da condividere, per chi le vuole. E in questi tempi un po’ troppo virtuali, in un piccolo paese, non è affatto cosa di poco conto.

Il professore Davide Montino 

Davide Montino divenne quindi docente di Storia delle Istituzioni Educative presso la facoltà (ora si chiama dipartimento) di Scienze della Formazione a Genova. E per affrontare questa strada aveva fatto una scelta fondamentale: poco tempo prima i medici gli avevano diagnosticato una di quelle brutte bestie di cui non si dice il nome. Ci aveva pensato – mi confidò tempo dopo – avrebbe potuto anche mollare tutto lì e darsi al vagabondaggio, alla crapula, all’ozio coronato da attività piacevoli. E invece no. Aveva fatto la sua scelta e l’aveva perseguita senza clamori e parlandone il meno possibile. Il male si era ripresentato altre due volte. E ai suoi studenti che gli scrivevano mail per avere un incontro e preparare esami e tesi rispondeva di avere una piccola indisposizione, di rivolgersi per il momento al professor tale…

Non abbiamo mai smesso di parlare della scuola, sia della sua storia, con particolare riguardo a quella del Ventennio, con la manifesta pretesa del regime di pervaderla completamente. Sia nell’attualità di un sistema scolastico vittima di cento riforme che non riformavano nulla, di inerzia, di paroloni e slogan. Io credo valga ancora oggi la pena di rileggere: “Con il grembiule siamo tutti più buoni. La scuola italiana tra falsi problemi e pessime soluzioni” (Selene, Milano 2009).

Allo stesso modo abbiamo scandagliato gli archivi locali, alla ricerca di documenti sulla storia locale della scuola, scoprendo una mole enorme di tracce praticamente inedite, pronte ad essere analizzate e contestualizzate, per ricostruire e raccontare la storia della scuola nei nostri paesi, e anche la vita stessa di chi quei paesi abitava. Ecco: Storia Locale non solo come storia del castello, del vescovo, del luogo dove Garibaldi o Napoleone avevano dormito. Ma storia della gente comune, dei contadini, degli artigiani, dei primi operai delle prime fabbriche. E nei registri scolastici c’è davvero molto.

Noi amici rimasti (molto) soli, abbiamo pensato di dedicare un premio alla memoria del nostro caro amico. La fondazione De Mari ha sostenuto il nostro progetto. L’università di Genova e di Macerata ci hanno aiutato nella progettazione del bando e nella sua diffusione. Alla fine è nato il “Premio Montino, per tesi di laurea di interesse storico – educativo”. Credo non ce ne siano altre, in Italia. Ora siamo alla terza edizione. Alla tesi giudicata la migliore da un gruppo di giurati (tutti docenti delle principali università italiane ed una spagnola) sabato 7 giugno alle ore 16,00, a Cengio, presso Palazzo Rosso, verrà consegnato un assegno da 2000 euro.

La stessa organizzazione del premio, della giornata, dei contatti tra giuria e comitato scientifico, i problemi logistici, le comunicazioni istituzionali, tutto è condotto dal gruppo de “Le Stelle”, che per l’occasione lavora come se avessimo ben chiaro il nostro timoniere che ci indica una rotta, sempre con voce piana, autorevole, non autoritario.

E passiamo tutto il giorno a parlare di lui, e ora, che un po’ di tempo è passato da quando ce l’hanno strappato, riusciamo anche a ridere di quel che ci ha lasciato da ridere. E lo ricordiamo, lo ricordiamo tanto e forte, come si ricorda un caro amico e ci si dice fortunati di averlo avuto tale.

ALESSANDRO MARENCO


 

 

 

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