Porti liguri. Un anno per i futuri sviluppi

Porti liguri.
Un anno di preparazione per i futuri sviluppi

Porti liguri. Un anno di preparazione per i futuri sviluppi

Se per il sistema portuale della Liguria orientale (La Spezia e Marina di Carrara), il problema è la saturazione degli spazi, a cui si cerca di rispondere con nuove infrastrutture, per i porti di Genova e Savona il calo del traffico, nella prima parte dell’anno, è stato influenzato dagli effetti del crollo del ponte Morandi e solo in questi ultimi mesi gli effetti negativi si sono progressivamente attenuati. 

Il 2019, come il 2018, non è stato per i due sistemi un anno particolarmente brillante sul fronte dei traffici mercantili.

Per il porto di Genova nel primo trimestre il traffico complessivo era in calo del 5,6 per cento. Nei mesi successivi ci sono stati dei miglioramenti e il gap sul tonnellaggio si è ridotto a -2,5 per cento (da 47,323 a 46,146 milioni di tonnellate complessive nei  primi  otto mesi rispettivamente  di 2018 e 2019).

Non tutto è stato negativo, il traffico container da un trend negativo dei primi mesi è risalito a +0,6 per cento (da 1,804 a 1,815 milioni di teu, nei primi otto mesi. 

Si sta lavorando per il futuro, si guarda al traffico con la Cina anche se la guerra dei dazi fra Cina e Stati Uniti non aiuta, inoltre rimane sempre il problema dei collegamenti. Servono le opere infrastrutturali oggetto di infinite ed estenuanti polemiche e ritardi: Terzo valico, nodo ferroviario di Genova, nodo di San Benigno, raddoppio della Genova-Ventimiglia, la Gronda.

Discorso analogo per la prossima apertura del Vado Gateway.  A Vado la situazione delle infrastrutture è molto grave. Il rifacimento della strada a scorrimento veloce, i raccordi ferroviari, il casello di Bossarino sono  ancora in alto mare e il 12 dicembre la piattaforma entrerà in funzione.

R.T.

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