Podemos vince in Spagna…

 
PODEMOS VINCE IN SPAGNA
L’ ASCESA DEI GRILLINI SPAGNOLI
L’ANTICASTA DI SINISTRA

PODEMOS VINCE IN SPAGNA

L’ ASCESA DEI GRILLINI SPAGNOLI

L’ANTICASTA DI SINISTRA

Nelle ultime elezioni svolte in Spagna stravince PODEMOS, il movimento guidato da PABLO IGLESIAS nato dagli INDIGNADOS, che fa propri i valori della sinistra moderata  e rivoluzionaria.  Questo movimento dovrà solo superare la contraddizione che lo distingue, che poi è sempre il  solito dilemma, quello di  rimanere  un movimento o trasformarsi in un partito di  “di lotta o di governo“ come accade al movimento 5 Stelle in Italia.


PODEMOS  ha optato per una linea più moderata e il suo massimo esponente, PABLO IGLESIAS, viene contestato e parzialmente accusato di voler fare diventare il movimento come un partito della casta, inoltre l’emergente  movimento liberale CIUDADANOS  le ha tolto il monopolio del cambiamento. Comunque un messaggio chiaro per tutta l’Europa  che dimostra anche la “fine del bipolarismo” come è avvenuto anche nella storica Inghilterra.

Queste elezioni in Spagna sono la prova che la politica è l’arte del possibile e anche dell’impossibile. I movimenti incominciano a contare, anche  i movimenti sociali a cui in Italia si ispira e forse aspira LANDINI con la sua Coalizione Sociale che inizia a muovere i primi passi.

E clamoroso il risultato alla prima prova elettorale del movimento PODEMOS nato circa un anno fa, che si avvia a diventare la prima forza politica alle prossime elezioni politiche in Spagna nel 2016.

Una notte storica per il movimento anticasta e anti-austerità che, nonostante le  inevitabili diatribe e dissidi  interni gli abbiano fatto perdere parte del suo candore,  ha  trafugato ben 11 punti percentuali al partito del Presidente RAJOY.

Sicuramente le elezioni spagnole avranno riflessi positivi per il Movimento 5 Stelle anche se Podemos  desidera allearsi con tutti quelli che ci stanno a governare le grandi città per togliere l’egemonia del potere alla casta, mentre il partito di Grillo  dichiara di non essere né di destra né di sinistra  e non intende fare accordi con nessuno per non mischiarsi e sporcarsi le mani, preferendo mettere in frigo il tesoretto di voti.

In Italia come in Spagna e  presto in altri paesi che vivono una profonda crisi culturale e  politica, un cambiamento di rotta è impellente  ed urgente.  La crisi politica rappresenta la  crisi della società, basta per osservare il nostro  paese, diventato maleducato nei rapporti interpersonali, dove le persone usano linguaggi  irriguardosi verso tutti, dove non esiste più rispetto fra le persone; si va incontro ad una deriva che calpesta i valori della solidarietà e del senso comune di vivere insieme  in una comunità.


 Cosa manca oggi a quest’ Italia? Cosa abbiamo perso?

Bisogna assolutamente ritrovare, cominciando dalla cultura, le idee per  intraprendere un profondo cambiamento.  Scegliere politici bravi, intelligenti, col senso dello Stato, personalità  dalla statura intellettuale, per esempio,  di  Parri, Nenni, De Gasperi, Einaudi, Togliatti  ecc…,  politici  che non avevano le stesse idee, ma che davano un senso politico alla loro azione.

In Italia c’è un tale smarrimento culturale nella classe politica (diventata casta), la classe dirigente che sta ai più alti livelli dentro le istituzioni è miseramente  decaduta a un livello culturale imbarazzante.

In Europa il vento che spira dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Polonia  è un vento che incomincia a soffiare verso la direzione del cambiamento della politica dell’Europa improntata da una austerità che i cittadini non intendono più accettare e sottostare. E’ il pensiero che fa lentamente capolino nella mente dei cittadini comunitari  restando in attesa del referendum sulla permanenza degli Inglesi  nella Comunità  Europea che Cameron ha promesso.

Oggi è inconfutabile, quello che predicavano i comunisti negli anni 80… dentro l’euro non c’è spazio per la “ Sinistra“. Infatti il progetto di integrazione monetaria europea non è altro che la maschera di una politica di deflazione e anti operaia.

E’ del tutto evidente che gli squilibri dei cambi flessibili vengono sanati sempre dal paese più forte, nello specifico  dalla Germania, mentre gli squilibri  dei cambi fissi vengono sanati dalla disoccupazione dei paesi deboli ed è per questo che l’austerità imposta  serve a costringere i Governi a tagliare la spesa, aumentare le tasse e costringe  le imprese a licenziare o fallire, per cui i disoccupati dovranno per forza  accettare nuovi lavori  con meno tutele e diritti e con salari inferiori, tutto questo per rendere il paese più competitivo.

Non pare una bestialità pensare che chi vuole l’euro vuole l’austerità in quanto  la disoccupazione svaluta il lavoro. Questi fatti non mi sembrano proprio  di “sinistra“.

Non siamo nemmeno sorpresi nell’ apprendere, dalle dichiarazioni  a commento dei  recenti risultati elettorali di questi paesi,  che il demagogo e gran filibustiere RENZI voglia cavalcare questo cambiamento che  esplicita chiaramente quando afferma che … “ l’Italia e la terza via che contrasta il rigido formalismo conservatore legato all’austerità“… e blandisce i demagoghi e tutti quelli che  sono fermamente convinti che l’euro non  sia la panacea che guarisce tutti i mali degli Stati Europei e che  non è vero che senza la  moneta unica sarebbe per tutti la fine.


 

E’ Illuso di poter influenzare i capi di Governo europeo mentre  le riserve che nutrono nei suoi confronti sono palpabili nelle dichiarazioni di influenti esponenti, non ultimo PABLO IGLESIAS che lo demolisce pubblicamente definendo  puro   “marKeting“   l’azione politica di RENZI in Europa.

Incominciano a essere  molti i cittadini europei stufi, stanchi e convinti di fare inutili sacrifici, che volgono ad accrescere sempre più il potere dei potentati economici che spremono, sfruttano e speculano quanto più possono i lavoratori e i giovani, creando disuguaglianze sempre più  grandi e profonde, con ingiuste e indigeste ricette tutte improntate ad un rigore che non fa altro che aumentare la disoccupazione e la precarietà del lavoro.

 In questa Europa Comunitaria ma oligarchica sono sempre meno quelli che vi si riconoscono e ritengono non  accettabile che i Governi e i popoli vengano privati ed espropriati totalmente della loro sovranità popolare.  Sarà questo, inevitabilmente, lo scontro futuro dove ci sarà una sovversione dei criteri classici di destra e sinistra di conservatori e progressisti, che verranno superate dalle volontà popolari che non si identificano in questi superati schemi come dimostrano queste recenti elezioni.

PAOLO  ALDO  PERINO

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