Più realisti del re

PIÙ REALISTI DEL RE

 PIÙ REALISTI DEL RE

 Ci hanno torturati per anni con la lotta al contante, dipinto come simbolo di evasione fiscale, di aiuto al terrorismo, di riciclaggio. Su questi assunti, hanno sguinzagliato plotoni di militi della GdF, appostati all’uscita di bar, ristoranti, negozi, a caccia dell’arma del delitto contro lo Stato: gli scontrini. I quali, visti in altri Paesi della stessa UE come semplici documenti ad uso dei negozianti per facilitare i conteggi, da noi sono diventati lo strumento per attentare ai bilanci dello Stato, una inedita e pericolosa forma di eversione, da combattere come un nemico in guerra.

 


Adulazione, piaggeria, lecchineria: le arti per maturare riconoscimenti, promozioni, medaglie; finché il gioco infastidisce persino il sovrano… 

 

I governi di ispirazione sinistroide, contraddistintisi per l’inesausta ricerca di azioni che ne accrescessero i meriti presso il potere banco-finanziario, hanno continuato ad abbassare i limiti all’utilizzo del contante, anche per giustificare il massiccio impiego delle truppe della GdF e cogliere in fallo quanti più negozianti possibile. Persino Renzi, quando ancora era piddino, aveva ritenuto eccessivamente basso il limite di 1000 euro e l’aveva innalzato a 3000, in un coro di critiche per aver osato tanto. Oggi che Renzi è fuori dal PD, chi ne ha preso le redini non è stato più nella pelle di aver campo libero nel restaurare il limite di 2000 e, poco più in là, di 1000 euro; nella convinzione di essere ricoperto di elogi dai suoi superiori, a Bruxelles e Francoforte.

Invece, sorpresa! Francoforte s’è risvegliata dal lungo letargo, forse dopo il passaggio di consegne dall’italiano Draghi (l’amico dell’Italia…) alla francese (!) Lagarde, e ha inviato al governo italiano una lunga e dettagliata lettera di disappunto su questa incessante lotta al contante. Lo apprendo, [VEDI 1] non certo dai giornali di regime, dopo aver criticato per tre lustri il miope accostamento contante = evasione fiscale, rimarcando che l’evasione avviene ai “piani alti” di banche e multinazionali, che riescono a pagare, destreggiandosi tra le legislazioni di Paesi di provata “benevolenza”, fino ai paradisi fiscali, tasse sull’ordine del 3%, mentre alle nostre aziende, tanto più quanto più piccole sono, si assestano legnate di oltre il 60%. E se ciò equivale a fallimenti, serrande abbassate, e quindi tasse perdute, chissenefrega: l’importante è far bella figura coi “capi”.

 


Da costoro, dietro la foglia di fico del mancato aumento dell’Iva, una pioggia di tagli e strette di vite, come l’ossessiva criminalizzazione del contante, le fatture elettroniche, le nuove casse; naturalmente a spese dei commercianti, per la gioia delle banche 

 

Adesso, un grande capo si accorge (era ora!) che l’aver ridotto il contante ad un misero 5-10% dei soldi in circolazione è contro i suoi interessi. Doveva esser chiaro già da parecchi anni, ma il colossale conflitto d’interessi, per cui la banca centrale è proprietà delle banche che  dovrebbe controllare, aveva zittito ogni mal di pancia, e i controllati l’avevano avuta vinta sui presunti controllori. Il pugno nello stomaco è tuttavia arrivato con l’espandersi delle cripto valute, che sfuggono al controllo dei tradizionali padroni dei soldi. Come del resto è sfuggito che la montagna di mutui e finanziamenti in valuta elettronica che le banche commerciali elargiscono a piene mani è non solo illegale, ma contrario agli interessi della Banca Centrale, che perde progressivamente di peso; ma, essendo i giocatori i suoi stessi proprietari, si era creduto di poter transigere. 

L’allegro proliferare di cripto valute, tuttavia, ha fatto alla fine emergere l’impellente necessità di fissare dei paletti, ossia di dichiarare la verità: l’unica valuta legale è rappresentata dalle banconote della BCE (e dalle monete di Stato!); di contro, tutto il denaro elettronico non è valuta legale. Tra parentesi: se tutti chiedessero di convertire quest’ultimo in banconote, ci si accorgerebbe che, dopo aver convertito il 5-10%, non ci sarebbero più banconote a disposizione e si appurerebbe che il banco è nudo!

 


L’Italia è la più restia ad abbandonare il contante. E dai governi rossicci è indicata come una colpa, da estirpare a suon di sanzioni. Ormai sanzionano tutto: non scalfiscono chi veleggia al top, ma paralizzano la gente comune

 

Vorrei sottolineare quanto la BCE afferma nella sua lettera, perché forse sfugge ad occhi non attenti: se uso per pagare un mio debito una banconota da 100 euro, questa non perde il suo valore e continua a circolare indefinitamente per saldare i debiti di Tizio verso Caio e poi di Caio verso Sempronio, ecc.; mentre se pago con valuta elettronica il suo valore si riduce delle commissioni bancarie, e alla fine rimane solo l’ombra del valore di partenza. Si verifica cioè il paradosso che si usura di più una moneta virtuale che una cartacea!

 


Sembrano passati anni luce da quando il M5S promosse questo convegno per perorare la moneta pubblica e libera da debito. Oggi, dopo l’incesto col PD, è stato scavalcato –almeno in parte- nientemeno che dalla BCE a guida Lagarde!

 

Le ammissioni, pur tardive, della BCE dimostrano che i poteri si muovono solo quando vedono messi in pericolo i propri interessi, non certo quando vengono calpestati gli interessi dei popoli. E lascio alla lettura dell’allegata lettera gli ulteriori appunti che la BCE muove al nostro governo per la sua visione banco-centrica. Sia chiaro però che anche le banconote della BCE sono private e a debito, ed è ormai indifferibile che la Banca Centrale diventi pubblica, così come le banconote da essa emessecon tanti saluti alle valute elettroniche emesse fuori dai suoi bilanci. Solo così la GdF potrà lavorare a tempo pieno a scovare le grandi evasioni, lasciando respirare i lavoratori autonomi, che, guarda caso, costituiscono solo il 20% delle presunte sofferenze bancarie, mentre il restante 80% è attribuibile ai grandi gruppi: grandi insolventi, tanto quanto grandi evasori. E se i “piccoli” evadono per necessità, a rischio di multe rovinose, i grandi evadono solo per far lievitare utili e dividendi. Il caso Atlantia ci avrà pur insegnato qualcosa sulla disinvoltura con cui ai vertici non si rispettano le regole, rimanendo impuniti. Finché, a furia di tirar la corda, questa si spezza e si apre il vaso di Pandora. 

 


Soldi Expert, consulente finanziario indipendente, fa notare che, mentre in Spagna le autority comminano alle banche multe proporzionate alle colpe, in Italia il rapporto è quello sopra illustrato: un’inezia. Siamo davvero la Repubblica delle banche! [VEDI 2]

 

P. S. ULTIM’ORA.

Mentre il governo si arrabatta tra tasse e sanzioni per poter pagare, alla chetichella, anche i debiti lasciati in sospeso dai governi precedenti stipulando derivati con i vari colossi di Wall Street, si apprende che uno di questi, Morgan Stanley (ricordate i 2,3 miliardi pagatigli sull’unghia da Mario Monti?) ha chiuso l’anno con profitti del + 46%. [VEDI 3Non c’è da stupirsi troppo, se si pensa che lo scorso decennio di crisi dell’economia reale è convissuto con le Borse ai massimi storici: in pochi esultano, in tanti piangono. Populismo?

 

 Marco Giacinto Pellifroni  19 gennaio 2020

 

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