Pièce teatrale

LE AVVENTURE DI GIANNETTO GARAVENTA
UNA MUMMIA EGIZIA SUL MARE 
COMMEDIA EGIZIO-MARINARESCA -GIUDIZIARIA IN TRE ATTI (Prima puntata)

LE AVVENTURE DI GIANNETTO GARAVENTA

UNA MUMMIA EGIZIA SUL MARE

COMMEDIA EGIZIO-MARINARESCA -GIUDIZIARIA IN TRE ATTI  (Prima puntata) 

Personaggi ed interpreti:

 Giannetto Garaventa, capitano di mare in seconda

Baciccia, il nostromo

Joe Bufera, comandante dell’ Intrepida

Bernardo, il marconista

Ludovico Scavapiano, egittologo

Cleopatra (Cleo per gli amici)

Nené, il primo timoniere

Giggi, marinaio

Armando “Ciuppin” cuoco di bordo

Nefertiti (Nef, per gli amici, amica di Cleo)

Mummia di Merikare, dignitario di corte dell’antico Egitto.

Nando, marinaio.

Finanziere

Giudice

Pubblico Ministero

Avvocati della difesa

Atto Primo

 Scena I

La scena si svolge a bordo della nave petroliera “Intrepida” che sta per attraccare a porto Said, all’imboccatura del Canale di Suez. Nella cabina del comandante, disadorna e piena di carte nautiche, il capitano in seconda, Giannetto Garaventa, riceve le ultime istruzioni dal capitano in prima Joe Bufera. Si odono i segnali del rimorchiatore che sta per condurre la nave in porto. Risuonano nell’aria le stridule grida dei gabbiani e irrompono sulla scena i rumori tipici di un porto di mare. Attraverso gli oblò della cabina, disegnati sullo sfondo del palcoscenico si vedono passare marinai dell’equipaggio, che si lanciano grida in gergo marinaresco.

Suonano le sirene dei vaporetti.

JOE BUFERA : Allora, Giannetto, queste sono le istruzioni per l’attracco. Lo so che sei al tuo primo imbarco come capitano in seconda. Consigliati con Baciccia il nostro nostromo che ne sa una più del diavolo. Quanto a me, seguiro’ l’operazione e non aver timore che se sbagli mi senti! Ma vedrai che andrà tutto bene. Siamo intesi ?

 

GIANNETTO GARAVENTA: Perfettamente. Tutto è pronto. Vado sul ponte di comando per sorvegliare le manovre di aggancio del rimorchiatore. (Esce ed entra Baciccia, il nostromo).

 

BACICCIA (Rivolto al capitano): Mi avete fatto chiamare ?

 

JOE BUFERA : Tienilo d’occhio quello. E’ alle prime armi e non vorrei che mi combinasse qualche guaio prima di gettare l’ancora. Bell’idea ha avuto l’armatore di mandarmi uno fresco di Istituto nautico, ma qui c’è mancanza di marinai, figuriamoci di ufficiali. Comunque, per tutta la traversata da Genova a Porto Said, quel Giannetto si è comportato bene, quando abbiamo avuto quella tempesta al largo dell’Isola d’Elba ha mostrato, se non esperienza, una certa perizia. Insomma, ha la stoffa. Ma tu tienilo d’occhio, eh Baciccia. Mi raccomando. Tra poco verrò anch’io a sorvegliare le operazioni di attracco, ma se non lo faccio subito è perché voglio insegnare al mio secondo a comportarsi da vero capitano, altrimenti cosa me ne faccio di un secondo se devo fare tutto da solo ?

 

BACICCIA: Bene ! Se non c’è altro, io vado.

 

JOE BUFERA: Vai, vai e stai attento! (Poi parlando da solo) Qui a Porto Said sono sempre lenti nelle operazioni di carico del petrolio. Dovremo restare almeno una settimana in quest’area che non mi ispira grande fiducia. Devo dire la verità: sono più preoccupato quando la ciurma è a terra che quando è in mare. Almeno sulla nave posso controllarli, invece quando spariscono nelle bettole dei porti quei buoni a nulla, mangiapane a tradimento, sono capaci di combinare solo guai.Va beh andiamo a vedere cosa succede sul ponte di comando.

 

(La scena rimane vuota per pochi istanti e ,quindi , rientrano il capitano e Baciccia).

 

BACICCIA : E’ stato proprio bravo Giannetto. Beh, per essere alla prima navigazione. Guarda un pò cos’è la teoria. Al nautico gli hanno insegnato sui banchi come si attracca una nave al molo e lui ha dato tutti gli ordini giusti. per farlo. Non ho dovuto intervenire. Meglio così…

 

BUFERA: Sì, promette di essere un buon capitano a giudicare da questa manovra. Non era difficile, eh, ma insomma se l’ è cavata bene. Eccolo che arriva…

 

(Entra Giannetto) GIANNETTO: Capitano , tutto a posto, abbiamo gettato l’ancora. Adesso, se non ci sono altri ordini…risalgo sul ponte.

 

BUFERA: No aspetta. Adesso andiamo tutti a mangiare. Brinderemo all’arrivo a Porto Said ed al tuo primo attracco che hai effettuato con vera maestria. Bravo. Ottima manovra…

 

GIANNETTO: Avevo tanta di quella paura. Una cosa è il manuale della teoria, un’altra è metterlo in pratica.

 

BACICCIA : Comunque, per nuotare bisogna gettarsi in acqua.

 

GIANNETTO: Proprio così, ben detto !

Porto Said

JOE BUFERA: E, parola di capitano, sei stato all’altezza della situazione. Sei mai stato in Egitto?

 

GIANNETTO: No, è il mio primo viaggio in mare a parte quelli fatti quand’ero al Nautico. Siamo stati una volta a Malaga e lì ho avuto la conferma che il mare era la mia vita…

JOE BUFERA: Dunque, non sei mai stato in Egitto. Avresti anche potuto esserci stato come turista, no?

 

GIANNETTO: Mai viaggiato in vita mia, niente aerei, qualche treno e la corriera che da Foce mi portava all’istituto nautico.

 

BACICCIA: Abiti a Foce ?

 

GIANNETTO: Sì, con mio padre Paolino che è impiegato delle poste e mia madre Giacoma che è casalinga. Mia madre non voleva che navigassi…

 

BACICCIA: E aveva ragione, E’ una vita da cani.

 

JOE BUFERA: Sarà, ma a me piace.

 

GIANNETTO: Anche a me. Sono nato per vivere sul mare.

 

BACICCIA: Io , invece, sono nato in via Pré e sarei stato fatto per vivere in una bella villa al Righi, ricco sfondato. E, invece , eccomi qui perché non avevo il becco di un quattrino e dovevo far qualcosa spinto a viva forza nella fabbrica dell’appetito.

 

GIANNETTO: Dell’appetito?

 

BACICCIA: Diciamo pure della fame…

 

JOE BUFERA: Beh, forza, adesso si mangia !  

 

Suona la campanella del mezzogiorno. E’ l’ora del pranzo. Cambia la scena. C’è tutto l’equipaggio attorno ad un lungo tavolo. Siamo nella saletta del refettorio. Qui, si consumano i pasti dell’equipaggio, in presenza del comandante e degli ufficiali.                                                                                                                               

                                                                         

           

Porto Said

Scena II

  ARMANDO detto CIUPPIN, cuoco di bordo: Forza gente. Indovinate che vi ha cucinato, oggi, Ciuppin, per festeggiare l’arrivo in questa bella Porto Said…

 

NENE’, marinaio: Bella ? Bella Porto Said ?

 

ARMANDO: Tutti i porti sono belli per chi naviga.

 

GIGGI: Che c’è di buono , Ciuppin ?

 

ARMANDO: Aspettiamo il capitano, il secondo ed il nostromo. Ah eccoli… Buongiorno, capitano, signori ufficiali… I marinai già seduti si alzano in piedi.

 

JOE BUFERA: Comodi, signori, comodi…

 

GIGGI : Che c’è di buono, Ciuppin ?

 

ARMANDO: Non avete indovinato ?

 

La ciurma in coro: No-o-o-o…

 

ARMANDO: Trenette al presto e fritto misto . Eh ?

 

JOE BUFERA: Ottimo!

 

NENE’ : Ecco così imparo a navigare con i liguri. Mai una bella pizza, eh Ciuppin !

 

ARMANDO: Il mio soprannome è Ciuppin che vuol dire zuppa di pesce, tu sei napoletano, falla tu una pizza.

 

NENE’ : E ti pare che se sapevo fare la pizza, stavo qua ? Con quello che guadagnano i pizzaioli! Scherzo, eh capitano…

 

JOE BUFERA: Com’è silenzioso il mozzo Nando. Che c’è ragazzo ?

 

NANDO: No, è che sono impaziente di scendere a terra. Ho sempre desiderato di vedere l’ Egitto. Beh, almeno qualche cosa di una città egiziana.

 

JOE BUFERA: Avrete dei permessi, a turno, per vedere Porto Said. Certo, non farete i turisti per visitare la Valle dei Re, le Piramidi e la Sfinge, perchè a Porto Said si scende a terra, ma non ci si muove dalla citta’. Mettetevi voi d’accordo per i turni di permesso, ma almeno due persone devono sempre restare a bordo. Siccome Porto Said la conosco come le mie tasche e non ci tengo più di tanto, uno dei due che restano a bordo posso anche essere io. Farò i turni come tutti voi.

 

GIANNETTO: Vorrei avvertire i miei che sono arrivato, insomma, che siamo arrivati tutti sani e salvi.

(Coro di risate)

BERNARDO, il marconista: Col permesso del capitano posso inviare un cablogramma alla famiglia di Giannetto.

 

JOE BUFERA: Per una volta , accordato. Ma i marconisti servono ad altro, eh. Per i messaggi alle famiglie ci sono le poste dei paesi ospitanti. Il marconista di bordo mi serve per altre cose… 

 

 

 

 

BACICCIA: A inviare gli Sos… (Coro di risate)

 

JOE BUFERA: Baciccia non fare lo iettatore, eh, siamo già in Egitto e di iettatori qui se ne intendono. La maledizione del faraone, le mummie, eccetera, eccetera… Ci manchi solo tu.

 

BACICCIA: Era solo una battuta, capitano!

 

JOE BUFERA: Beh, io faccio le corna lo stesso.

NENE’: E io tocco il cornetto rosso di mio nonno da buon napoletano. Peccato che nessuno di voi ha la gobba, altrimenti toccherei pure quella. Comunque, tocco qualcos’altro.

 

GIANNETTO: Superstiziosi come dei marinai, eh!

 

L’equipaggio in coro: E che altro siamo?

 

 

IL cuoco arriva con un piatto fumante di trenette al pesto, accolto con esclamazioni di entusiasmo. Tutti mangiano di buona lena.

 

 

NENE’: Devo riconoscere che il vostro pesto è quasi buono come la pizza di Mergellina. Quasi, eh. Non montatevi la testa!

 

BACICCIA : Belin! Questo qui va a pizza come le vecchie navi andavano a carbone. Ciuppin, complimenti! Hai fatto un pesto da resuscitare i morti…

 

NENE’ : Non parlare di resuscitare i morti, con tutte le mummie che ci stanno in Egitto, sei impazzito!

 

GIANNETTO: Dagli con le superstizioni. Che ne dice, capitano ?

 

JOE BUFERA: Ah, io dico che non è vero ma ci credo!

 

BERNARDO: Non ci crederete , ma ci sono marconisti, miei colleghi, che sostengono di aver udito via radio, mentre erano in alto mare… la voce di equipaggi scomparsi.

 

NENE‘: Madonna, pure questo se ne esce con i fantasmi degli equipaggi spariti…

 

BERNARDO: La sapete la storia della Medusa , quelli sulla zattera costretti dalla fame al cannibalismo. Ebbene, un mio amico, marconista anche lui, mi ha detto di aver ricevuto un messaggio in alfabeto morse che diceva: qui l’equipaggio della Medusa , stiamo affondando soccorreteci. Stiamo affondando, sos, sos… Ma la Medusa era colata a picco, sessant’anni prima…

 

NANDO: Ma fammi il piacere! Senti, Bernardo, quando tu personalmente riceverai un appello dal “Titanic” fammelo sapere, eh!

 

JOE BUFERA: Spiritoso il ragazzo. Ma io ci vado cauto con le storie e le leggende del mare. In vita mia, con trent’anni di navigazione alle spalle ne ho cose da raccontare credetemi. Cose strane e misteriose. Buone ‘ste trenette, Ciuppin !

 

GIANNETTO: Davvero squisite.

 

ARMANDO: Ritiro i piatti e arrivo col fritto misto …

 

NENE’: Pescato di giornata.

 

ARMANDO: Sì con la canna. Pescati dalla Findus e surgelati come Dio comanda, io ho fritto il tutto e spero vi piaccia.

 

NANDO: Tutto dipende dall’olio, lasciatelo dire a me che sono di Oneglia.

 

NENE’: Sì, ma anche il pesce…fresco.

 

ARMANDO: Vallo a trovare il pesce fresco…

 

GIANNETTO: Come, in mare…

 

ARMANDO: Signor secondo, siamo una petroliera non un peschereccio. Eppoi anche i pescherecci con tutto l’inquinamento che c’è in questo povero Mediterraneo faticano non poco a trovare il pesce, come Dio comanda.

 

(Arrivano in tavola i piatti col fritto, portati dal cuoco)

Coro di commenti che apprezzano il fritto.

 

NENE’ : Non è la pizza, eh, ma anche sto’ fritto mi ricorda Napoli.

 

BACICCIA: A me ricorda la Liguria, anzi meglio la mia vecchia Zena. Che osterie c’erano in via Pré e che cuoche… da resuscitare…vah beh! Ho capito, ho capito. Fate gli scongiuri, fate, fate ! Però, Egitto o non Egitto, un bel giretto a terra adesso ci vuole. Che turni facciamo ?

 

JOE BUFERA: Per ordine alfabetico, sui cognomi eh. Non sui nomi. Come sempre,

Baciccia, cosa lo chiedi a fare, sembri un pivello e sei un vecchio lupo di mare, un nostromo con fiocchi e contro fiocchi.

 

BACICCIA: La B è la seconda lettera dell’alfabeto e sarebbe andata bene col mio nome. Il guaio è che il cognome fa Zurla e la zeta… Belìn!

JOE BUFERA: E’ l’ultima…

 

BACICCIA: Beati gli ultimi se i primi sono onesti ! Speremmu ben !

 

Fine Prima parte

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