Pièce teatrale

LE AVVENTURE DI GIANNETTO GARAVENTA
UNA MUMMIA EGIZIA SUL MARE
COMMEDIA EGIZIO-MARINARESCA -GIUDIZIARIA IN TRE ATTI 
Ultima puntata

LE AVVENTURE DI GIANNETTO GARAVENTA
UNA MUMMIA EGIZIA SUL MARE
COMMEDIA EGIZIO-MARINARESCA -GIUDIZIARIA IN TRE ATTI 
 Nona  puntata

SCENA QUARTA

Nel parlatorio del carcere femminile, si presentano in visita a due detenute, il capitano dell’Intrepida Joe Bufera e il suo secondo Giannetto Garaventa. E l’immancabile Nené. C’è anche un’altra ragazza nel parlatorio. E’ la terza sorella, Domitilla.

CLEOPATRA: Gentile comandante, a venirci a trovare…Anche lei, signor Giannetto. E lei signor Nené. Grazie.

JOE BUFERA: Come state ragazze ? Chi è questa giovane che è venuta a trovarvi.

DOMITILLA: Sono la sorella Domitilla…

NENE‘: E’ un nome romano. Ma vostro padre anziché il contrabbandiere doveva proprio fare l’archeologo.

DOMITILLA: Infatti, prima si interessava di storia romana. Io sono la primogenita.

NENE’ (interessato): Nata a Roma, naturalmente…Con quel nome. Ci manca solo Messalina. Non è che avete ancora altre sorella, no ? Che ne so ? Poppea, Agrippina, Livia….

DOMITILLA: Macché siamo soltanto in tre. Io sono nata non a Roma bensì a Napoli…E lì risiedo. Ho una pizzeria…

NENE’ (galante): Tre come le tre grazie ed a Napoli, ci sono nato pure io! Cara, cara Domitilla. Una pizzeria! Che bella cosa!

DOMITILLA: Ah bene, un concittadino. Un napoletano verace. (Gli sorride ed abbassa lo sguardo arrossendo).

JOE BUFERA (Interrompendo l’idillio nascente tra Nené e Domitilla): E allora, giovani egizie, come ve la passate tra queste mura. Non è proprio la reggia di Alessandria. Ma, insomma, come va ?

NEFERTITI: Potrebbe andare meglio. Ma con la buona condotta, tra pochi mesi saremo fuori. Così potremo recarci a trovare il babbo.

GIANNETTO: Come sta l’archeologo?

CLEO: C’è poco da sfottere…

GIANNETTO: Non intendevo fare dell’ironia di cattivo gusto. Volevo sapere soltanto come se la passa il babbo ? In fondo, è un amico…

NEF: L’amico ne ha viste ben altre. Credimi Gian!

CLEOPATRA: E così capitano il suo vero nome è Antonio… Starebbe bene assieme al mio: Antonio e Cleopatra.

JOE: Sì ma il tuo vero nome qual’è?

CLEO: E’ proprio questo. Mio padre ha sempre avuto la passione dell’egittologia, anche se non è mai stato un vero archeologo. Ci ha chiamate Cleopatra e Nefertiti. Sono i nostri veri nomi. E la sorella maggiore qui presente ha avuto diritto ad un nome da antica romana: Domitilla, appunto. Vero Dom ?

DOMITILLA: Altro che. Sai che fortuna!

JOE:   Senti, senti…

NEF: Beh, lo hanno detto anche al processo. Non ci avevate fatto caso ?

GIANNETTO: Io sì lo avevo notato. Beh, anche Giannetto e Nefertiti, in fondo, suona bene. No ?

NEF: Sì, suona bene…

CLEO: Antonio, posso contare di rivederti all’uscita ?

JOE: Verrò a trovarti nei giorni di visita. E all’uscita mi troverai di certo. Puoi scommetterci!

NEF: E tu Giannetto ?

GIANNETTO: Ah bene. Sono il comandante in seconda. Dove va il capitano Bufera vado anch’io. Sì credo proprio che ci sarò anch’io ad aspettarvi all’uscita. Andremo tutti a trovare il babbo. D’accordo ?

NEF E CLEO (all’unisono): D’accordo, marinai!

NENE’ E DOMITILLA (all’unisono): Verremo anche noi dal babbo, naturalmente!

JOE: Una cosa però me la dovrete spiegare voi due. Come avete fatto, sulla mia nave, voi e vostro padre a fare apparire lo spettro di Merikare.

CLEO: Capitano è un trucco vecchio come il mondo. Una specie di lanterna magica, nel buio. Un registratore nascosto con un piccolo amplificatore.

GIANNETTO: Così la voce cavernosa del dignitario del faraone era quella di…

NEF: Nostro padre, naturalmente. L’aveva registrata prima…

CLEO: Ma voi marinai siete proprio dei creduloni…

JOE: Beh, questo è vero. Creduloni e superstiziosi, altrimenti come farebbero a nascere le leggende dei vascelli fantasma, degli olandesi volanti, dei mostri marini, dei forzati incatenati che appaiono e scompaiono. Ma vi assicuro che sul mare si possono vedere tante chimere, tante fate morgane, miraggi, allucinazioni di ogni genere. Il mare è un forziere di misteri, una miniera inesauribile per gli occultisti.

GIANNETTO: E gli imbroglioni.

JOE: Già. A quanto pare.

NEF: Però, dite la verità, quella del sarcofago della mummia sulle onde del Mediterraneo, non l’avevate ancora sentita raccontare dai vecchi lupi di mare.

CLEOPATRA: Almeno qualche cosa di inedito. Così, Joe e Giannetto, avrete qualcosa da raccontare ai vostri figli e nipoti nelle lunghe serate d’inverno.

GIANNETTO: Ma non ho figli e nipoti. Non sono ancora sposato…

JOE: Neppure io.

NEF: Appunto. Ma è una lacuna cui si può rimediare!

CLEO: Con un po’ di buona volontà! Voi che ne dite ?

JOE E GIANNETTO (all’unisono) : E’ una buona idea.

Tutti e quattro scoppiano in una fragorosa risata liberatoria. Alla quale, un poco in disparte , si uniscono Nené e Domitilla. Tutti promessi sposi, naturalmente.

(CALA IL SIPARIO)

Franco Ivaldo

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