Persuasori occulti e poteri arcani

PERSUASORI OCCULTI E POTERI ARCANI

PERSUASORI OCCULTI E POTERI ARCANI
 

Qual è la differenza tra la pubblicità e la propaganda? Partiamo dal vocabolario. Pubblicità, s. f. “Divulgazione, diffusione tra il pubblico. In particolare l’insieme di tutti i mezzi e i modi usati allo scopo di segnalare l’esistenza e far conoscere le caratteristiche di prodotti, servizi, prestazioni di vario genere predisponendo i messaggi ritenuti più idonei per il tipo di mercato a cui sono indirizzati” (Treccani). Quindi la pubblicità ha a che fare con il commercio, anzi, per dirla con il geniale imprenditore americano produttore di automobili (nonché fervente filonazista e convinto antisemita) Henry Ford: “La pubblicità è l’anima del commercio”, e, per rafforzare il concetto, ha aggiunto che “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo”. 


Oggi, in un mondo ridotto ormai a mercato globale, dove il ciclo produzione-vendita-consumo anche di prodotti culturali come giornali, riviste, dischi, libri, videocassette, film, format televisivi, poster, riproduzioni di opere d’arte ecc. non conosce sosta, la pubblicità ha assunto proporzioni inimmaginabili centoventi anni fa, quando Toulouse Lautrec disegnava i suoi manifesti per il Moulin Rouge nella Parigi fin de siècle.  Così anche il nuovo mestiere del pubblicitario funzionale all’acquisto dei prodotti continuamente immessi sul mercato è diventato un’attività organica e necessaria alle aziende; si pensi alla fortuna professionale di artisti come Depero, di grafici come Erberto Carboni,  Armando Testa,  Bruno Munari, di fotografi come Oliviero Toscani o di poeti come D’Annunzio, Marinetti e Franco Fortini (che inventa per la Olivetti, tra l’altro, i nomi delle macchine da scrivere: Lettera 22, Lexikon, Tetractys…). In concomitanza, quindi, con la seconda rivoluzione industriale e della sua espansione in Europa e negli Stati Uniti, anche la pubblicità  si industrializza, diventando strumento sempre più pervasivo e raffinato di persuasione e induzione all’acquisto di prodotti presentati come necessari al ben-essere individuale o al prestigio personale.

 

Per raggiungere questo target (mi adeguo al gergo pubblicitario), come ha ben spiegato il giornalista e sociologo statunitense Vance Packard nel suo pionieristico saggio del 1957 The Hidden Persuaders (I persuasori occulti) l’industria pubblicitaria non ha esitato a servirsi della psicologia, della psicoanalisi e persino della psichiatria in modo tale da instillare nella mente del potenziale cliente nuovi desideri e bisogni prima inesistenti. Packard, con il suo saggio, intende comunicare ai lettori che la loro (e la nostra) vita quotidiana è soggetta a continue manipolazioni di cui non si rendono (non ci rendiamo) conto, mettendoli così in guardia contro le insidie di quei messaggi che agiscono subdolamente sull’inconscio del destinatario per fargli credere che è lui a scegliere di comprare quel determinato prodotto, mentre la scelta è quella decisa dal persuasore occulto al servizio dell’azienda produttrice. 

La pubblicità, come la propaganda, si serve dei mezzi di comunicazione di massa, cioè dei giornali, della radio, del cinema, soprattutto della televisione (e oggi anche della Rete). Sull’industria culturale e sulla cultura di massa e per la massa  fondamentali sono le analisi semiotiche di Umberto Eco raccolte nel volume Apocalittici e integrati del 1964. E veniamo alla propaganda. Il termine nasce in ambito ecclesiastico con l’istituzione nel 1622, da parte di Papa Gregorio XV, della Congregazione “de Propaganda Fide” per la difesa della fede Cattolica e l’evangelizzazione dei popoli. Riguardo alla propaganda in epoca contemporaneo, cito ancora dall’ Enciclopedia Treccani: Propaganda, s. f. Gerundivo del verbo ‘propagare’. “Azione che tende a influire sull’opinione pubblica e i mezzi con cui viene svolta. 

 

 
Papa GregorioXV e palazzo Propaganda Fide

E’ un tentativo deliberato e sistematico di plasmare emozioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto. La propaganda utilizza tecniche comunicative che richiedono competenze professionali, nonché l’accesso a mezzi di comunicazione di vario tipo, in particolare ai mass media, e implicano un certo grado di occultamento, manipolazione, selettività rispetto alla verità. I messaggi possono arrivare a implicare diversi gradi di coercizione o di minaccia, possono far leva sulla paura o appellarsi  ad aspirazioni positive…

Assai più forte che nell’antichità (che pure non la ignorava), la necessità della propaganda si è affermata in tempi recenti,  in relazione con la sempre maggiore partecipazione delle masse e con il riconoscimento dell’opinione pubblica come forza agente della storia. La propaganda moderna tende a rivolgersi in modo particolare non alla ragione, bensì all’inconscio e all’irrazionale, si avvale quindi della psicologia, della sociologia, della psicologia delle masse ecc. , per elaborare una tecnica speciale, identica nella sua sostanza a quella della pubblicità. I mezzi cui ricorre sono tutti quelli atti a provocare emozioni intense , anche se non immediatamente apparenti, ma durature, quali la letteratura, il teatro., le arti figurative ecc., che possono più facilmente influenzare i ceti colti”.


 Sembra difficile difendersi, nel nostro tempo, dal fuoco incrociato della pubblicità e della propaganda, eppure, se  vogliamo ancora, come si dice,  pensare con la nostra testa e agire ponderatamente e secondo la nostra coscienza (se ancora ne abbiamo una) e non secondo quella di un altro o del ceto sociale di appartenenza o anche del nostro stesso partito (la verità prima di tutto),  dobbiamo saper distinguere tra la verità dei fatti e la propaganda. Già, ma lasciando ora da parte l’affermazione di Nietzsche “Non ci sono fatti ma solo interpretazioni”, non sempre è possibile verificare la veridicità di un’affermazione indimostrabile. Prendiamo la tesi, o meglio, la convinzione che ci sia un disegno dei poteri forti inter e sovranazionali che intende distruggere le culture nazionali, le identità dei popoli, l’autonomia degli Stati, del libero mercato e della sovranità monetaria, una specie di “Spectre” che agisce nell’ombra ma che si serve di “utili idioti” che agiscono in chiaro per l’attuazione dei suoi piani criminali. Poniamo anche che qualcuno sia convinto che questi utili idioti siano annidati nel Pd, in Forza Italia e nelle redazioni dei grandi giornali e negli organigrammi delle televisioni “di regime”,  come  potremmo “andare a vedere le carte”  di questa Spectre occulta e globale? Piuttosto risulta agli atti la fondazione dell’organizzazione The Movement dell’ideologo e stratega americano Steve Bannon che ha come suo programma la promozione del nazionalismo economico e il populismo di destra in Europa per contrastare il globalismo dell’Open Society Foundation del finanziere ebreo George Soros.


Steve Bannon

 E’ facile invece smentire il contributo decisivo che avrebbero dato “squadre di psicologi sociali, di esperti della comunicazione e della manipolazione dei fatti” alla timida ripresa del consenso perduto dal Pd nelle elezioni regionali in Abruzzo e in Sardegna rispetto alla débacle delle ultime politiche. In questi casi si usa chiedere: fuori i nomi. Quanto alla manipolazione dei fatti, a che cosa si allude? Forse a brogli o a manomissione delle schede? E poi perché, che senso ha  questa mala abitudine di accusare in modo generico gli avversari politici di malversazioni e velatamente (ma non tanto) addirittura di reati come la circonvenzione d’incapace o il plagio senza specificare come, dove e quando? Va bene l’uso e l’abuso dell’argomentazione retorica ad hominem e del sarcasmo per gettare discredito sull’odiata sinistra e vellicare la pancia dei followers , ma almeno che si parli chiaro e non per allusioni tanto generiche quanto inconsistenti.

  FULVIO SGUERSO

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