Perché i maschi muoiono prima?

 
PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo
Da Il Letimbro

Perché i maschi muoiono prima?

 

PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo
Perché i maschi muoiono prima? 
 

 

Un noto professore di Harvard, dove c’è la facoltà di medicina probabilmente più famosa del mondo, ha scritto che quando la moglie gli chiese per quale ragione egli sarebbe probabilmente morto prima di lei lasciandola vedo- va, egli non seppe rispondere altro che: “statistica!”. In effetti tutte le statistiche confermano che mediamente, nel mondo, le donne vivono sette anni più degli uomini. Il 57% dei sessantacinquenni sono di sesso femminile, ma a 85 anni la percentuale diventa quasi il 70%. Perché gli uomini muoiono prima? Il prof Robert H. Shmerling fornisce diverse spiegazioni. Il lobo frontale del cervello, quello dove risiede il giudizio e la capacità di valutare le conseguenze delle nostre azioni si sviluppa più lentamente nei maschi e questo spiegherebbe perché alla stessa età i ragazzi hanno stili di vita più spericolati delle ra- gazze e sono quindi più spesso vittime di incidenti della strada, di ubriachezza, risse con conseguenze spesso drammatiche. I maschi fanno più spesso lavori rischiosi come i militari, i vigili del fuoco, e altre attività, tuttavia nei paesi occidentali queste professioni si vanno progressivamente equi- librando fra i due sessi, mentre nei paesi meno sviluppati le donne hanno ancora un alto tasso di mortalità per il parto. Gli uomini hanno il 50% di probabilità in più di morire di malattie cardiache, questo in parte perché non sono hanno gli estrogeni che proteggono le donne durante l’età fertile, ma anche perché hanno spesso il colesterolo più elevato e la pressione arteriosa non controllata. A questo proposito le statistiche ci dicono che gli uomini tendono ad evitare i dottori, mentre le donne sono molto più attente alla loro salute, aderiscono, molto più degli uomini agli screening programmati e questo maggior contatto con i medici contribuisce a conservarle più in salute. Gli uomini si suicidano più delle donne, nonostante la depressione, che è la causa più frequente del gesto, sia più diffusa nel genere femminile. Le donne cercano però più frequentemente aiuto nella psichiatria, che invece i maschi evitano. Gli uomini sono inoltre meno socialmente connessi delle donne: hanno meno amici, sono meno inseriti nelle attività di volontariato e in tutte quelle attività che, favorendo i contatti sociali, migliorano lo stato di salute, non solo mentale. C’è anche una differenza biologica importante: le donne hanno 23 coppie di cromosomi. Ogni gene che presiede a una funzione del nostro organismo è presente su due cromosomi, se uno muta e quella funzione si altera, c’è quello di riserva che supplisce. Gli uomini invece hanno il cromosoma Y che è responsabile del sesso maschile: se un gene di questo muta e non svolge più bene la sua funzione, non c’è uno di riserva su un cromosoma uguale, perché l’Y è unico. Questo spiegherebbe perché i feti maschili siano più fragili anche nella vita intrauterina e perché nei giovani maschi siano più frequenti alterazioni comportamentali su base genetica. Cosa si può fare per aiutare gli uomini a vivere più a lungo? Bisognerebbe educarli ad avere un atteggiamento più amichevole con i dottori, frequentarli con la stessa assiduità con la quale li frequentano le donne non per fare screening generali, che non sono raccomandati, ma semplicemente un visita annuale almeno, durante la quale il medico intervista il paziente sui suoi stili di vita (fumo, alcol, abitudini alimentari, attività fisica, inserimento sociale) gli misura la pressione, valuta i diversi fattori di rischio, anche famigliari, prescrive eventuali esami e soprattutto fornisce consigli idonei ed eventualmente farmaci. Il medico di famiglia utilizzerebbe questi incontri anche per motivare il paziente ad aderire a quei pochi screening di massa che sono raccomandati come quello per la diagnosi precoce del cancro del colon retto, che nonostante sia un tumore più diffuso negli uomini che nelle donne vede queste ultime aderire allo screening più dei maschi.

   Dott. Giorgio Menardo da IL Letimbro

 

E’ in edicola il numero di Settembre

 

 

 

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