Pensiero magico e pandemia

In che cosa consiste il pensiero magico? Secondo Jean Piaget si tratta di una forma arcaica di pensiero caratteristica della fase magico-animistica attraversata dal fanciullo tra i due e i cinque anni, che è anche l’età in cui non distingue se stesso dagli altri perché non è ancora consapevole della propria soggettività e quindi si trova  nella fase del cosiddetto egocentrismo infantile. Per Lévi-Bruhl il pensiero magico è il modo con cui la mentalità primitiva interpreta la realtà, cioè tramite la credenza in forze, influenze e azioni non percepite dai sensi ma conosciute per “partecipazione mistica” cioè misteriosa e sacrale.

Il pensiero magico non è però solo un fenomeno della mentalità  primitiva, in C. G. Jung c’è pensiero magico quando il soggetto non può distinguersi chiaramente dall’oggetto e si ha, in termini psicoanalitici, una identificazione proiettiva in cui una parte della personalità è proiettata sull’oggetto esterno. Il pensiero magico, inoltre,  è antitetico al pensiero razionale e realistico che caratterizza (o dovrebbe caratterizzare)  la personalità adulta  ed è dominato, in termini freudiani, dal principio del piacere in quanto tende alla soddisfazione immediata dei desideri e, come accade nei sogni e nell’esperienza estatica e mistica, il tempo è sospeso, gli opposti coesistono e la realtà scompare. Naturalmente, così il pensiero magico-animistico come il principio del piacere non scompaiono mai del tutto dalla nostra psiche, ma convivono con il pensiero razionale e con il principio di realtà per mezzo dei quali ci  poniamo in relazione con il prossimo e con il mondo esterno. Queste componenti della psiche sono tutte necessarie, nella giusta misura,  all’equilibrio complessivo della persona umana. Lo squilibrio (e la patologia) nasce quando un’istanza prevarica fino a soffocare le altre: una persona tutta e soltanto razionale non esiste in natura, basti pensare  al fatto che quando sogna può compiere  atti che non compirebbe mai da sveglio. Nondimeno, quando in una persona il principio del piacere prevarica su quello di realtà e ii pensiero magico ed egocentrico domina sul pensiero razionale e realistico, non ci vuol molto a capire che quella persona deve ancora uscire dal suo stato di minorità.

Ora il quadro  che emerge dal 55° Rapporto del Censis sulla situazione socioculturale dell’Italia nell’anno di grazia (si fa per dire) 2021 è quello di una società in cui, oltre al contagio del virus Covid-19, si è diffuso un altro contagio, forse ancora più pericoloso e difficile da contenere e da debellare: quello della fuga nel pensiero magico e irrazionale in cui si rifugiano tanti nostri concittadini disorientati e frustrati dalla mancanza di certezze riguardo alla pandemia, alla durata dell’emergenza, all’efficacia dei vaccini, dalla contraddittorietà delle comunicazioni delle autorità sanitarie, dall’economia che stenta a ripartire, dal lavoro che non c’è e, insomma, da un futuro quanto mai  indecifrabile e incerto su tutti i fronti, da quello sanitario, a quello ambientale, a quello economico, a quello politico. E dunque ecco che l’irrazionalità rappresenta, secondo il direttore generale dell’Istituto di ricerca  Massimiliano Valeri e il segretario generale Giuseppe De Rita, “un fattore centrale dell’identità di periodo del nostro corpo sociale”. Chi volesse approfondire questa analisi può leggere il documentato articolo critico di Marco Giacinto Pellifroni “Articoli due” uscito domenica scorsa su “Trucioli savonesi”. Come si poteva immaginare ancor prima di leggere l’articolo, per Pellifroni si tratta di  una bieca operazione mistificatoria messa in atto dal Censis allo scopo di mettere alla gogna il “pensiero divergente” di quei nostri connazionali che non credono nelle verità ufficiali diffuse dai mass media di regime e che per esprimere le loro idee usano i social o i siti alternativi come  Byoblu (o anche, come è evidente, riviste online come questa sulla quale scrive anche il sottoscritto).

Ora voglio chiedere a Pellifroni se crede o non crede, al di là delle intenzioni più o meno  orientate del Rapporto  Censis,  che il 5,9% degli italiani (pari a quasi tre milioni) è convinto che il Covid-19 non esista, che per il 12,7%  la scienza crea più danni che benefici, che per il 56% esiste una casta mondiale di potenti che controlla tutto, che per il 38,9% cultura e identità italiane spariranno rimpiazzate da quelle degli immigrati; che per il 18,8% il 5G serve a controllare la popolazione e, dulcis in fundo, che per il 5,8% degli italiani la terra è piatta. Non basterebbero, chiedo,  queste percentuali, lasciando da parte altre questioni, per nutrire seri dubbi  sulla maturità  di tanti nostri concittadini? Si tratta in ogni caso di una minoranza, per quanto rumorosa possa essere, che però non è riuscita a contagiare, almeno per ora e malgrado l’audience di cui viene gratificata nei salotti televisivi,  la maggioranza dei cittadini italiani adulti. A questo proposito ritengo fondamentali le seguenti considerazioni di Massimo  Recalcati su La Stampa del 7 dicembre 2021: “Ma il fascino fantasmatico dell’essere in minoranza sta, purtroppo, condizionando anche l’attuale dibattito pubblico intorno alla gestione della pandemia e alle misure di emergenza sanitaria rese necessarie per il suo governo…Con la grave responsabilità di programmi televisivi dedicati al dibattito pubblico su questi temi, il fascino fantasmatico della minoranza come custode del pensiero critico, divergente, dissidente, eccetera, prospera allegramente.

Massimo Recalcati

Pur di fare audience si cavalca irresponsabilmente la tigre di carta del legittimo dissenso della minoranza soprattutto dove essa sa raggiungere i toni più esileranti della commedia all’italiana: il vecchio saggio che perde la bussola, i filosofi antisistema che non perdono una sola occasione di mostrarsi allo schermo, il medico che critica la scienza ufficiale nel nome di cure alternative improbabili, il personaggio televisivo in declino che cerca la sua ribalta, la giornalista no vax che evoca l’incresciosa somministrazione  del vaccino ai nostri figli, politici senza alcuna rappresentanza che contrastano le tesi di scienziati trasformandosi in virologi provetti, ecc.”. E qui non è difficile  cogliere allusioni alle sceneggiate di Vittorio Sgarbi, alle intemerate di Meluzzi, alle sfuriate di Massimo Cacciari, alle asserzioni apodittiche, negazioniste e complottiste di Gianluigi Paragone, alle fobie no vax della giornalista Maddalena Loy…La questione sollevata da Massimo Recalcati (ma non solo da lui) è quella se sia giusto  tollerare gli intolleranti: fino a che punto è lecito lasciar passare tesi aberranti e quanto mai controindicate in periodi di emergenza come quello in cui ancora ci troviamo? E non è un male inteso scrupolo democratico quello di dare spazio e voce su argomenti specifici come quello della pandemia, dei vaccini e delle   possibili terapie a persone non qualificate che non possono fare altro che creare confusione e disorientamento  in un’opinione pubblica che non è certo formata da specialisti della materia ed è già abbastanza frastornata? La questione è sempre aperta perché nessuno, a quanto pare, intende perdere l’audience assicurata dalle bufale sparate dai no vax e dalle reazioni dei medici e dei virologi presenti in studio (i quali, a mio modesto parere, dovrebbero rifiutarsi di partecipare a questi spettacoli indecorosi e farseschi).

Cacciari, Paragone e Loy

“Un variegato popolo di minoranza – prosegue Recalcati – intende ribadire con forza il carattere nobile, eroico e integerrimo dei veri liberi pensatori. Gli altri, ovviamente, tutti pecore asservite al pensiero unico. Per il vostro bene, in fondo, ci dicono, cioè per il bene di tutti, ovvero per impedire che la nostra democrazia si trasformi irreversibilmente in una spietata dittatura sanitaria. In realtà mai come in questa fase della nostra vita civile e politica la retorica della minoranza ribelle mostra la sua radice inguaribilmente puberale. E mai come in questo periodo sentirsi parte di una maggioranza estesa, comunitaria, ampia ci rende davvero protagonisti nella difesa della nostra democrazia sotto assedio non solo dal Covid ma anche da una minoranza  ideologica e spesso violenta che danneggia la credibilità delle nostre istituzioni in un tempo dove dovrebbe prevalere la forza di una maggioranza che si ritrova nella lingua comune della difesa della vita individuale e collettiva”. Che cosa si può obiettare a questo discorse che richiama tutti e ciascuno alle proprie precise  responsabilità in tempo di emergenza pandemica? E’ un discorso utopistico? Illogico? Da anime belle? E’ una resa senza condizioni allo status quo? Chi pensa questo ha il dovere di indicare le possibili alternative perché non basta andare in piazza a gridare libertà! libertà! La libertà va sempre specificata altrimenti è un mero flatus vocis. Che libertà vogliono i no vax? Libertà dal vaccino o dal virus? Il vaccino non è obbligatorio, è vero, ma non per questo il virus smette di contagiare (il qui scrivente ne sa qualcosa che l’ha contratto in forma leggera grazie alla doppia dose di vaccino).  I più politicizzati fra i no vax vorrebbero rovesciare il governo Draghi, e le frange estreme neofasciste e neonaziste vorrebbero passare per le armi , cominciando da Mattarella e da Draghi, tutto l’attuale establishment politico ed economico del Paese (si vada a leggere che cosa scrivono “liberamente” sui social!).  Insomma queste frange estreme no vax sognano la rivoluzione conservatrice sul modello nazista. E’ questa la loro libertà. E la maggioranza degli italiani dovrebbe stare a guardare, magari in silenzio per rispettare la libertà di tutti? Dunque ripeto: che cosa si può obiettare al discorso di Massimo Recalcati? Attendo suggerimenti, grazie.



Fulvio Sguerso

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2 thoughts on “Pensiero magico e pandemia”

  1. Dunque, anch’io sarei preda del pensiero magico/ irrazionale? Ho un’educazione, oltre che umanistica, anche scientifica, sufficiente per farmi discernere, con una buona dose di probabilità, le bufale dalla realtà. Sul Rapporto Censis, ho obiettato la messa in un singolo fascio di credenze/opinioni non cestinabili in quanto contenenti elementi più o meno accentuati di veridicità (ad es. euro vs lira, 5G vs privacy, dominio della finanza sull’economia reale, ecc.) con altre chiaramente infondate (no uomo sulla Luna, terra piatta et sim.). Perché, tu invece ti bevi acriticamente tutto quello che cola dalle istituzioni, senza usare un tuo filtro per accettare o rigettare le notizie ufficiali? Ad es. getteresti senza indugio nella spazzatura quanto dice Sonia Cunial, solo perché esce dalla sua bocca? Vedi la sua ultima uscita: https://fb.watch/a04WKesAUN/ Che elementi hai per confutare i dati che snocciola? Il 99% dei dati che ci vengono forniti non sono verificabili da noi semplici cittadini e vanno valutati cum grano salis. Io cerco di farlo, soggetto naturalmente ad errori.

    1. Infatti non ho messo tutto sullo stesso piano, ho citato solo le credenze irrazionali più evidenti. Ma tant’è le tue convinzioni ideologiche e i tuoi riferimenti culturali (Marco Della Luna, Sara Cunial…) ti impediscono di uscire dalla bolla antiscientifica in cui, appunto, domina il pensiero magico. Significativo è il tuo silenzio sul pensiero realistico di Massimo Recalcati. Ma che cosa ci vogliamo fare? Ognuno si sceglie i maestri a cui più assomiglia. Ed ogni modo grazie per il commento e tanti auguri di buone feste.
      Fulvio

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