La notizia che deve darle è la peggiore che una mamma possa sentire nella sua vita di madre, è una notizia che nessuno dovrebbe mai darle, che nessuna madre vorrebbe mai sentire: tratta del ritrovamento di un cadavere e quel cadavere sembrerebbe proprio essere quello della sua tanto cercata figlioletta scomparsa. In me si scontrano tanti sentimenti quali rabbia, amarezza, tristezza, sgomento, dolore, angoscia e stupore, mentre la mamma dell’ormai defunta figlioletta non lascia trasparire nulla, resta fredda,impietrita, non versa una lacrima, non si dispera all’ascolto di ciò che le è stato appena detto, forse attonita e confusa per ciò che ha appena sentito, forse incredula perchè la notizia è troppo tragica ed è impossibile da accettare, forse perchè vorrebbe gridare al mondo che è troppo assurdo per essere vero e che non vuole ammettere che le sue speranze sono state infrante nel tempo di un secondo, un secondo maledetto in cui ha appreso la tragedia ed ha sentito pronunciare la parola ” cadavere”. Tra lo sgomento e lo stupore generale passano i minuti che piano piano e con una lentezza inaudita diventano ore; si cerca e si spera in una smentita che però non arriverà mai, anzi arriveranno altre notizie che sveleranno, a poco a poco, ancora di più l’orrore che la tragedia nasconde, ossia che l’assassino della ragazzina non è un’estraneo, che lei non si è mai allontanata dal suo paese, che le piste seguite dagli inquirenti si sono rivelate sbagliate. Infatti, poco dopo si scoprirà che lo zio della ragazza è stato interrogato per 12h di fila dai carabinieri e dopo ben 42gg, senza un rimorso, senza ascoltare la sua coscienza, ammesso che ce l’abbia, è crollato ed ha ammesso l’omicidio della nipote, che l’aveva rifiutato sessualmente, uccisa perchè non voleva accettare le sue molestie, forse perchè stanca dei continui abusi subiti anche in precedenza, tradita da qualcuno di cui si fidava, che trattava come un padre e che, invece, si era trasformato nel suo aguzzino, era diventato un orco che la vedeva con occhi perversi ed incapaci di provare vergogna e rimorso. All’agghiacciante notizia dell’uccisione da parte di un famigliare della ragazza a causa di un suo rifiuto e forse della minaccia di voler raccontare tutto e voler denunciare il suo aguzzino, si aggiunge anche il particolare ancora più orribile dell’omicidio stesso: non solo lo zio ha ucciso sua nipote minorenne ed è un pedofilo, ma non contento, ha dovuto dar sfogo al suo morbodo desiderio ed alle sue perversioni sessuali ed ha abusato della ragazza da morta, quando ormai non avrebbe più potuto difendersi o gridare aiuto, anche se magari nessuno l’avrebbe sentita o le sarebbe venuto in soccorso, per paura o per omertà o menefreghismo.
Sarah Scazzi di Avetrana è morta così, a soli 15 anni, dopo 42 giorni di angoscia e di ricerche, per mano di un famigliare, di un secondo padre del quale lei si fidava, del quale magari aveva provato a parlare con gli altri famigliari del cambiamento delle attenzioni da quando lei era cresciuta, di quando lei stava iniziando a diventare donna, quelle attenzioni morbose e perverse alle quali lei voleva gridare ” Basta!” perchè come tutte le adolescenti voleva solo vivere i suoi sogni, i suoi primi amori, aveva delle speranze di andare lontano, di avere in un futuro una famiglia. Lei, di cui si era detto che voleva fuggire da quel paese perchè le andava stretto, invece, non si era mai mossa non solo dal suo paese, ma addirittura da quel maledetto garage, in cui aveva trovato la morte per colpa dello zio, una morte assurda avvenuta con un cordino stretto attorno al collo, di spalle, perchè forse se solo fosse stato davanti, sarebbe stata più difficile da colpire, un’uccisione violenta e brutale alla quale si è aggiunta anche la profanazione del suo corpo, come se averla uccisa perchè non voleva più concedersi all’orco che aveva in famiglia, non fosse abbastanza, come se si volesse continuare a punirla per uno sgarro fatto al suo assassino, che l’ha tormentata anche per l’ultima volta dopo morta. Vedendo in televisione la storia di Sarah, sentendo leggere i suoi diari, sentendo che voleva farsi una famiglia tutta sua e vivere i suoi sogni è ancora più allucinante ed assurdo pensare che nessuno abbia mai sospettato o abbia mai saputo nulla degli abusi subiti dalla ragazza, che la mamma non abbia mai notato o forse voluto notare o ancora messo a tacere le parole di Sarah, i suoi comportamenti, i suoi cambiamenti. Ora di Sarah resta solo un corpo in stato di decomposizione, (che la madre ha preferito non rivedere per l’ultima volta, cosa che mi renda sempre + basita e sbigottita, perchè io, al suo posto, avrei voluto rivedere anche solo le ossa) un corpo straziato e gettato in un inghiottitoio per la raccolta d’acqua piovana impossibile da trovare se non condotti dall’assassino, da quella bestia che in un secondo le ha tolto la vita, ha spezzato i suoi sogni, le sue speranze ed il suo futuro. Ora di Sarah restano solo i diari scritti fitto fitto e pieni di disegni e cuoricini, restano solo i suoi vestiti in un armadio, i suoi libri di scuola, i cartelloni di cordoglio dei suoi compagni di scuola, il dolore dei famigliari, il dubbio e lo sgomento perchè forse sapevano e non volevano credere alle sue accuse, la colpa per non avere capito ed una bara con il suo cadavere martoriato sul quale piangere ed avere dei rimorsi, anche se ormai è tardi.
Bisogna sempre ascoltare i propri figli, non sottovalutare mai nulla, capire i cambiamenti dei propri figli, non avere paura di ascoltare o non mettere a tacere delle accuse che apparentemente potrebbero sembrare solo voci, non bisogna mai far vincere l’ipocrisia, l’omertà, il dubbio, l’indifferenza o il menefreghismo, non bisogna mai voltare le spalle o girare la testa dall’altra parte perchè è più comodo così, perchè la storia raccontata non può essere vera, perchè magari non si è voluto vedere o non si è voluto approfondire una situazione magari latente, perchè il futuro è nelle mani dei nostri figli che hanno tutto il diritto di vivere la loro vita, con i loro sogni e le loro speranze. Sicuramente in questi anni la situazione è andata peggiorando, si ha paura dei parenti, dei nonni, degli amici, dei vicini di casa, delle maestre, si ha vergogna ed angoscia nel denunciare possibili abusi, si ha timore di scoperchiare vasi di Pandora scomodi, perchè tanto si sa già che dopo pochissimi anni, in media 2, il pedofilo è già di nuovo in libertà, non controllato e capace di vendicarsi o di agire indisturbato senza controllo. Per fortuna non sempre è così perchè in questo mondo esistono ancora persone buone, gentili che si prendono amorevolmente cura dei nostri bambini non per avere tornaconti o per secondi fini, semplicemente perchè vogliono loro bene davvero e perchè piuttosto starebbero male loro o arriverebbero ad uccidere o a chiedere la pena di morte o a vendicarsi con le proprie mani se venissero toccati i loro affetti più grandi, perchè tutto si può sopportare, lungo la strada della nostra vita ci sono tante persone da incontrare per fare un pezzo di strada insieme, ma ci sono anche tante persone da lasciare lungo la strada, ma mai un figlio, mai.
Laura Candelo
8 ottobre 2010
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