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Nel terzo millennio Cristiano, chiunque osa vivere senza istruzione, informazione e internet, è considerato uomo di Neanderthal reincarnato per sbaglio.
E pure l’Umanità, prima di finire invasa dai “
ruminanti del sapere incapaci di capire”, aveva percorso un cammino incalcolabile affidata al super pensiero di
Madre Natura che sapeva, capiva e provvedeva a garantire a tutti gli esseri viventi, istintivamente istruiti a rispettare il Creato, una
vita povera ma con futuro assicurato dai cinque elementi vitali: acqua, cibo, sole, vento, alloggio.
Poi a partire da Talete, i filosofi iniziarono a spiegarci che il “melone” che ci portiamo in giro sulle spalle, se riempito di
conoscenza, serve per
pensare una forma migliore di vita; e lentamente i sistemi sociali, grazie al pensiero filosofico, matematico e derivati, si sono evoluti fino al secolo scorso quando hanno incominciato ad ammalarsi di
crescita tumorale di saperi e di sapienti, insomma di “
iperscolarismo“.
E questa crescita patologica di “
sotuttoio”, “ma a fare pensarci tu”, ha finito per impoverire il mondo di operatori capaci e ha reso i sistemi sociali tanto costosi e complessi, che ora tutti gli umani, anche se hanno una cultura al massimo livello filosofico o scientifico, rimangono scolari a vita, dipendenti per le cose che non sanno, dai “
padreterni” della cultura.
Oltre agli imprenditori piccoli e grandi, dipendenti a vita, da ingegneri, commercialisti e avvocati; anche i politici, i giudici, i burocrati, i giornalisti, i professionisti, i banchieri, tutte le teste d’uovo sono “
tributarista dipendenti”.
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Ma il pensiero conto terzi, cioè pensato da tizio e venduto a caio, per quanto possa essere in teoria valido e utile, ha una valanga di controindicazioni, almeno per due ragioni fondamentali:
1) Perché chi prova a tradurre in azione il sapere teorico attinto da altri; non avendo la stessa intelligenza del maestro, finisce per annacquarlo, e invece dell’utilità promessa, genera per sé, per la collettività e per l’ambiente solo danni.
2) E non basta; nel tempo trascorso tra l’apprendimento e l’uso pratico di un sapere “scientifico”, ci può essere stata una tale mutazione di variabili, da rendere l’azione teoricamente risolutiva, inefficace e persino devastante.
3) E ancora, giuridicamente il professionista, pensatore conto terzi, è considerato autonomo, e come persona non è escluso che lo sia al 100%; ma il suo pensiero, senza un soggetto agente che lo converta in azione produttiva e contributiva, è improduttivo, dipendente di fatto.
Quindi un pensiero che promettesse miracoli se tradotto in azione personalmente dall’autore, potrebbe diventare fallimentare o catastrofico, in mano a soggetti non altrettanto qualificati o tradotto in azione in un tempo e/o luogo sbagliato o con mezzi impropri o insufficienti.
Nemmeno le basi scientifiche da cui ha avuto origine la bomba atomica erano state pensata per estinguere l’umanità, ma in mano a soggetti sbiellati, ora quella aggeggio infernale può questo ed altro.
Pensate a quante patenti di guida fasulle vengono distribuite, e quanti invalidi e morti costano a livello planetario per incidente stradale.
E gli invalidi e i morti per i lavori pericolosi non sono da meno. Lo stillicidio quotidiano è allucinante.
Alle paraolimpiadi di Parigi in corso, gli invalidi sono un numero da far paura.
Per non parlare delle lauree e dei master non proprio meritati che poi servono solo agli arrampicatori sociali per sfruttare o derubare popoli e Stati. Alla faccia della cultura, politica e mercato che tutti promettono e giurano di usare con funzione salva poveri! Campa cavallo che l’erba cresce!
Notizia fresca di oggi 4 settembre 2024 in Italia tutto lo scibile umanistico e matematico è stato sminuzzato e polverizzato in 5000 corsi di laurea.
Ma l’offerta cresce ancora:
Sono tre i nuovi corsi in arrivo nell’anno accademico 2024/2025: la triennale in Ingegneria Fisica e Matematica, la triennale in Ortottica e Assistenza Oftalmologica e la magistrale in Governo delle Amministrazioni Pubbliche. (ingovernabili da quando Cristo camminava per terra).
Vale a dire che se in un corso ti insegnano a scrivere aste verticali, per quelle orizzontali devi prendere la seconda laurea. E per rendere complementare e compatibile filosofia, religione e scienza non ti basterà nemmeno il master, con lezione privata dal Padreterno.
E siccome i popoli sono una comunità di soggetti non tutti perfettamente validi; qualunque eccellente pensiero filosofico, matematico, politico, tradotto in azione da discenti poco qualificati, o dediti al cannibalismo, rischia di essere più dannoso dell’azione istintiva e rozza di qualunque ignorante cavernicolo.
Pensate all’opera pedagogica di Gesù per ammansire lupi e salvare agnelli: (quanto a perfezione, chi potrebbe fare meglio?); e pure, dopo 2000 anni, i poveri del mondo sono oltre due terzi dell’umanità.
Insomma, il pensiero conto terzi di professori, professionisti, burocrati e politici ormai non può essere abolito, ma andrebbe istituita la patente di guida e la polizza di assicurazione, per evitare che l’insostituibile arma della conoscenza, (patrimonio dell’umanità), ormai polverizzata fino a renderla inefficace, sia messa in mano a soggetti poco affidabili che la usano per accaparrarsi profitto e potere individuale, seminando danni insanabili per l’umanità e il pianeta.
Perciò, chi volesse imparare a pensare, affidi pure il suo cervello ad un professore o un professionista bravo, l’Italia non sarà mai sprovvista.
Ma non si illuda di essere autonomo, perché la vera intelligenza si sviluppa agendo, sbagliando, correggendo e continuando a pensare socraticamente di non sapere abbastanza, di non sapere un c****.
Perciò in aggiunta dovrà affidare le sue mani agli artigiani, ai geni del fare, prima che di questi “SUPERPROF” si estingua la razza, perché fanno ombra a chi i popoli preferisce conservarseli dipendenti, ma chiamarli adulti, liberi, autonomi e sovrani per poterli spremere da utenti, elettori e contribuenti.
Negli anni Settanta un paio di filosofi di marca buona, incominciarono ad insinuare timidamente che “
la scuola è morta” e l’Europa può essere salvata solo dalla “descolarizzazione”: ma hanno fatto un buco nell’acqua.
È passato inutilmente mezzo secolo, perché quel pensiero razionale gli arruffapopoli e gli utili idioti al loro servizio si sono affrettati a seppellirlo.
Ora domandiamoci prima che sia tardi: non sarà che il liberismo si è ammalato di “iperscolarismo“: di abbondanza di pensatori, carestia di operatori e conseguente scarsa produttività, nonché strozzinaggio fiscale e finanziario come inevitabile conseguenza?
Credo sia legittimo dubitare della cultura e della politica che promettono civiltà, progresso, giustizia e pace sociale crescente, ma continuano a generare ovunque fame, rischio di fallimento persino per le banche, rischio di default per gli Stati, e guerra ideologica, sanitaria, economica e militare a tempo indeterminato. E sulla devastazione ambientale e relativi sconvolgimenti climatici assassini stendiamo pure un velo pietoso.
Tutti quelli che lavorano alla costruzione e manutenzione della Torre di Babele culturale italiana, con i suoi 5000 corsi di laurea e 5 milioni di atenei, redazioni, sedi di partito e associazioni culturali, si scandalizzano della povertà e del disagio sociale che hanno generato, ma nessuno si vergogna. Forse pensano che tutto questo danno sia imputabile solo all’ignoranza di contadini, pastori, pescatori e boscaioli?
Chi ha governato l’Italia negli ultimi tre quarti di secolo, ha pensato che solo l’istruzione obbligatoria avrebbe potuto formare un popolo pacifico, solidale, democratico produttivo e contributivo.
Ma ora, non solo gli italiani non sanno governarsi, ma non sanno fare nemmeno ciò che hanno sempre fatto: procreare, crescere ed educare figli che non sognino di ammazzare i genitori o accoltellare il primo che capita per divertimento. Non sognano nemmeno di minacciare gli insegnanti o manifestare contro le forze dell’ordine.
Questo genere di guasti sarà colpa dei contadinl scarpe grosse e cervello fino; o dei prof scarpe fine ma cervello grosso, da cui deriva a cascata un diluvio di aspiranti intellettuali condannati all’emigrazione o alla disoccupazione. Mentre crescono i terreni incolti e le aziende agricole costrette ad assumere immigrati o perdere i prodotti e fallire.
Se l’istruzione fosse davvero determinante per la produttività economica e la pace sociale; la disponibilità di denaro e il potere d’acquisto dovrebbe crescere per tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi.
Invece in Italia dopo tre quarti di secolo di indottrinamento coatto, invece dei salari e dei profitti crescono cinque catastrofi: debito pubblico, criminalità, impoverimento sociale, devastazioni ambientali e smantellamento del Servizio Pubblico.
Ci manca solo la guerra, ma la coltiviamo andando in giro nel mondo a finanziare quella altrui.
Posto che, per numero di svitati siamo già autosufficienti; prima che il sonno della ragione generi mostri in quantità esportabile, credo sia urgente integrare e rendere obbligatorio studio e lavoro fino a 10-12 anni.
Poi ognuno sceglierà liberamente come maturarsi il melone: se riempirlo di sapere teorico a scuola; o renderlo concretamente operativo e quindi produttivo in un laboratorio artigianale.
Mi sfugge il nome, ma se non ricordo male, un grande filosofo ha detto:
“mi vergognerei se non sapessi fare ciò che so dire”.
Ma ormai vergognarsi è passato di moda. Nel terzo millennio Cristiano, per la patente di pensatore modello, basta saper tassare, spendere, sprecare, rubare, indebitare lo Stato e macellare imprenditori. I fessi e gli illusi che invece di pensare agiscono: assumono, producono, vendono, pagano, in attesa di essere strozzati tributariamente e finanziariamente, e poi premiati con la laurea ad honorem di falliti.
Franco Luceri da il rebus della cultura