Pedofilia a Savona
ESCLUSIVO/ IL MAXI-DOSSIER DI DON BOF
Commento/
Pedofilia a Savona, gli attacchi alla Chiesa, al vescovo
e il silenzio della società civile. Solo per opportunismo?
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ESCLUSIVO/ IL MAXI-DOSSIER DI DON BOF
Commento/
Pedofilia a Savona, gli attacchi alla Chiesa, al vescovo
e il silenzio della società civile. Solo per opportunismo?
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Il Vescovo Lupi
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Sono tempi difficili per la Chiesa savonese. I casi (conclamati) di pedofilia hanno provocato un vulnus non più risanabile, reso più dolente a causa di esternazioni, anche volgari, eccessive enfatizzazioni, ricerca e pubblicazione pruriginosa di notizie e testimonianze non sempre disinteressate. La Chiesa del vescovo Vittorio Lupi ha pagato e sta pagando un prezzo pesante sul piano dell’immagine. Una situazione dolorosa già di per sé e resa più lacerante a causa di assordanti silenzi da parte della società civile e in particolare del mondo cattolico. |
Premesso che le inchieste della magistratura, condotte con la necessaria cautela e sensibilità, sono opportune, necessarie, doverose per fare chiarezza su comportamenti e devianze, devono andare avanti nel massimo rigore e trasparenza, sorge legittimo il dubbio che la Chiesa sia rimasta sola nella tempesta giudiziaria e mediatica, con la città più attenta allo scandalismo della peggior specie che all’esigenza di chiarire, verficare, analizzare e condannare. E’ mancato soprattutto un dibattito serio sull’orrore della pedofilia, su peccati e omissioni di sacerdoti indegni, deboli, incapaci di fare sentire il ruolo e il peso del loro voto di fedeltà a Cristo. Al Vangelo. E’ mancato l’impegno civile e sociale, la capacità di andare oltre i fatti di cronaca, rimanendo al traino di personaggi squalificati, squalificanti. Il vescovo Vittorio Lupi e don Giampietro Bof, teologo al di sopra di ogni sospetto, figura primaria della Curia savonese, nel vortice di una vicenda dolorosa e umiliante, si sono trovati a fronteggiare attacchi indiscriminati, sospetti, offensive e indecenti manifestazioni, provocazioni spudorate, come il bacio tra due omosessuali sul portone del Duomo con tanto di fotografo al seguito. Non v’è dubbio che nella Chiesa savonese siano avvenuti episodi gravissimi finalmente al centro di delicate indagini. Ma è anche vero che qualcuno, alla ricerca del sensazionalismo, ha giocato al massacro, facendo di tutta l’erba un fascio. Così come è altrettanto vero che la città e il mondo cattolico poco o nulla hanno fatto per manifestare solidarietà e sostegno, oltre alla necessaria richiesta di pulizia. Certo, il prete accusato di pedofilia fa notizia, ottiene grande visibilità, suscita legittimo scandalo. Cosa che non avviene per il sacerdote che assiste i parrocchiani in difficoltà, si prodiga nell’insegnamento ai giovani, conforta le famiglie nei momenti di dolore, usura le scarpe battendo le strade di quartieri e nelle frazioni. Un esempio per tutti: l’indimenticabile don Genta, una vita per i poveri e gli ultimi, ambasciatore di pace tra uomini di etnie e religioni diverse. Il silenzio della città ricorda, pur con mille distinguo, gli anni dello “scandalo Teardo”, quando i silenzi omertosi, le complicità, i comportamenti attendistici di larga parte della città, partiti compresi, per paura o per convenienza, lasciarono isolati i magistrati Michele Del Gaudio e Francantonio Granero. Una città che non ha la coscienza civile, la sensibilità e il coraggio di esprimere con onestà intellettuale le proprie idee, quali esse siano, è una città senza idee e senza futuro. La redazione di Trucioli Savonesi |
Il dossier di don Bof: in due file ecco la verità “documentale” “Se verro denunciato mi autosospenderò” L’annuncio del teologo alla messa domenica in Duomo. Cosi titolava La Stampa dell’11 dicembre 2010 (leggi…). Dopo un precedente articolo scritto su Il Secolo XIX e di cui abbiamo dato notizia nel precedente numero di Trucioli Savonesi. |
Al sacerdote non è giunta notizia di avvenuta presentazione di denuncia-querela. Ma soprattutto quel suo “appello”, quel caloroso “messaggio”, è caduto letteralmente nel vuoto. Lui, invece, ha mantenuto la promessa. “Non ho nulla da nascondere”. Ha messo insieme un dossier: diviso in due file. Dal titolo “Confronti 2010”. Materiale documentale, con l’aggiunta di riflessioni, considerazioni, interrogativi, costatazioni, articoli di giornale. Il legale della Curia di Savona ha sempre, opportunamente, consigliato di tenere i “toni” bassi; l’esatto contrario per quanto accaduto nella triste storia- in attesa di sentenza – per i fatti addebitati a don Luciano Massaferro, arrestato ad Alassio il 29 dicembre 2009, con l’accusa di violenza sessuale ripetuta ai danni di una bimba-chierichetto di 11 anni. Ora, in attesa di sentenza, e tornato in libertà. Lui si è sempre proclamato innocente. Don Bof doveva tacere di fronte al suo dramma di “testimone-coinvolto”? Chi ha la pazienza di leggere e documentarsi potrà farsi un’idea,mentre la giustizia terrena procede, sperando nei tempi brevi. Chi è don Bof ? Non tutti i savonesi, forse, sono informati. E’ nato a Cogoleto nel 1934. Ordinato sacerdote a Savona . E’ stato docente presso l’Istituto Superiore delle Scienze religiose “Ut Unum Sint” in Roma (Filosofia e Teologia Fondamentale). Docente a Trento (Teologia Fondamentale e Dogmatica); a Urbino (Storia della Teologia Protestante). E’ stato annualmente invitato alla Facoltà teologica Giovanni Evangelista di Palermo e S. Giustina di Padova. E’ prevosto del “capitolo dei canonici”, autore di varie pubblicazioni concernenti soprattutto la Teologia Fondamentale, l’antropologia teologica, la teologia protestante. E’ socio onorario del Circolo degli inquieti e collaboratore dello storico mensile cattolico “il Letimbro”, fondato nel 1892. Il direttore responsabile è don Angelo Magnano, giornalista professionista. Capo redattore Marco Gervino. L’editore: la Diocesi di Savona-Noli. Una curiosità. Il papà di don Bof era amicissimo del padre di Nanni De Marco. I Bof, famiglia originaria di Seren del Grappa (Belluno). Era il 3 giugno 1935 quando a un anno, Giampietro andò a casa De Marco. I due papà si incontrarono. “Ricordo che correvo nei corridoi”. Da allora Nanni e Giampietro non si sono più rivisti, ma per il sacerdote fu un giorno “indelebile”.
Il materiale raccolto da don Giampietro Bof. prima parte seconda parte
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