Paso Doble

Ferrovia a monte? Lasciatela dov’è. Hanno ragione Marson e Taboga 
P
ASO DOBLE
Non c’è da fidarsi del confuso sindaco presidente Vaccarezza, dei baciapile, della penosa accozzaglia berleghista con le sue ipocrisie

Ferrovia a monte? Lasciatela dov’è. Hanno ragione Marson e Taboga 
P
ASO DOBLE
Non c’è da fidarsi del confuso sindaco presidente Vaccarezza, dei baciapile, della penosa accozzaglia berleghista con le sue ipocrisie

Dalle valli Maremola e Varatella sino alla fertile piana dell’antica “Alba ingaunorum”, con la propaggine alassina, s’alza un solo  altissimo lamento, anzi non un lamento bensì una grido, raccolto dal profondo delle viscere popolari nelle pagine de “Il Secolo XIX” dell’11 e del 13 maggio uu.ss.: NO al raddoppio della ferrovia tra Finale e Andora (così come deliberato dal CIPE del 29 luglio 2005, con le integrazioni accettate dalla società Ferrovie dello Stato),

ahi ahi ahi no, que no, no quiero verlo.

Contraria altresì l’Assoutenti che, giustamente, denuncia una penalizzazione insostenibile per i lavoratori e per gli studenti  “pendolari”, privati delle stazioni e costretti all’uso di mezzi complementari, con iniqui gravami di spesa e di tempo.

   Noi avevamo già rilevato (Bellamigo 19/10/2009) che l’idea del rilancio di tale famoso raddoppio proposta dal Sindaco Presidente Vaccarezza, nel tessere il filo – piuttosto confuso e generico per la verità- delle sue strategie, avrebbe meritato maggiore prudenza.

Lo avevamo ancor più rimarcato allorquando il braccio destro dello stesso, l’avvocato Marson, assessore provinciale, aveva esclamato, in aperto contrasto con lui, che tale raddoppio non si farà mai (Bellamigo 16/11/2009).

Oggi osserviamo che, se si dovesse fare, esso deriverebbe da un provvedimento d’imperio proveniente dal Governo centrale poiché nessuno dei Comuni interessati lo vuole, salvo Loano. Su quest’ultimo punto, però, sarebbe opportuno un ampio sondaggio, visto che il vice-presidente nazionale dell’Assoutenti Gianluigi Taboga, che è di Loano, si è pronunciato decisamente per il no.

   Ma se  si verificasse, malgrado il parere negativo di quasi tutti i Comuni interessati, dell’Assoutenti e delle categorie produttive (economia agricola castigata in una con la “Piana albenganese”), il passaggio del progetto alla fase esecutiva (musica sullo sfondo: “dimmi quando, quando, quando …), allora il significato delle posizioni federaliste o, per dire più correttamente, autonomiste, tanto sbandierate dai berleghisti andrebbe al macero, così come, peraltro, ci auguriamo ci vada tutta la loro penosa accozzaglia di  retrive  posizioni pseudo- politiche.

    Sennonché noi siamo per la vera autonomia che, come può constatarsi anche in questa circostanza, nulla ha a che vedere con il berleghismo e le sue ipocrite sfaccettature.

    Il solito maniaco della terzina dantesca ci ha mandato i seguenti versicoli, prendendosi lo sfizio di usare del nostro pseudonimo. Pazienza ! ve li serviamo così come pervenuti stante la pertinenza dell’oggetto.

 Nel mezzo del cammin Letimbr-Impero,

stanno da secolar tenzone accese

le cittadi di mar ch’al Ministero

 

d’infrastrutture incrostano contese

per la strada ferrata che le spacca.

Allo tristo destino non arrese

 

ognuna sbarca dalla sua risacca

un disegnin: quale senza stazion ,

quale senza binario e poi da Vacca

 

la collinetta che,  a bella  ragion,

faccia da scudo al monte Castellaro,

mentre Alassio non vuol demolizion.

 

Pablo Marson canta con riso amaro:

“Qui non farassi alcun ferrocarrile

ch’ogni pueblo d’intesa è alquanto avaro.”

 

Movesi senza accordo consortile

il Presidente Sindaco a Loano

spalleggiato da mille baciapile:

 

“Noi bucheremo i monti del soprano,

scassineremo fonti e vene e terre

e il vile treno correrà sottano.”

 

Nel mentre si profilano le guerre,

dal secolo passato la promessa

riecheggia ancor  condita nelle serre

 

che alle balle la coltre fa più spessa:

“Lo spostamento a monte, qui lo dico,

è quistione del canto di una messa.”

 

Così  oramai  non ce ne importa un fico:

lasciatela dov’è berleghinisti

che ve lo manda a dire Bellamico.

      BELLAMIGO

 

Dall’archivio di Trucioli Savonesi (n. 228- 192- 184) altri articoli sul progetto di binari a monte, tra Andora e Finale, scritti dall’ingegner Filippo Bonfiglietti di Loano.

il 22 luglio scorso all’inviato speciale del Secolo XIX, l’ex ministro Claudio Scajola e l’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti annunciavano tra flash, microfoni, telecamere, taccuini, registratori professionali, l’ultima data del totale raddoppio ferroviario a monte Andora-Finale.

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