Orgoglio a 5 stelle

Possono esserci critiche, discussioni, opinioni differenti. Per alcuni i cambiamenti sono naturale evoluzione, per altri involuzione, ma in ogni caso ignorare che il MoVimento sia stato e sia tuttora un cambiamento epocale, un qualcosa di profondamente influente sulla politica italiana e non solo, sarebbe disonestà intellettuale. Anche se troppo spesso continua a ricevere uno scherno e un disprezzo del tutto immeritati.

Dimenticate, però, tutto questo: è di Savona che si deve parlare adesso. E a Savona è indubbio che esista un gruppo compatto, serio, coerente che non ha mai deviato dalla linea e dagli intenti iniziali, che non ha mai accettato compromessi al ribasso, che nulla ha da rimproverarsi e men che meno di cui vergognarsi, ma che può andare a testa alta di fronte a chiunque.

In origine era un meetup, secondo i dettami del blog di Grillo, in cui individui di svariate provenienze politiche o anche apolitici si interrogavano sui problemi. E i problemi erano quelli che sappiamo: beni comuni minacciati, immobilismo, clientelismo, speculazione immobiliare che stava finendo di scempiare la città, aspetti ambientali e sociali, fallimentare politica dei rifiuti, lotta al carbone e all’inquinamento.

Un fervore di idee, la frustrazione di vedere sempre i soliti nomi in pista e i soliti decisori dietro le quinte, a fare gli interessi di tutti tranne che dei savonesi.

Vi sembra che, tranne per il carbone che è stata comunque una grande svolta, sia cambiato qualcosa da allora, sia nei nomi sia nelle vere intenzioni dietro i falsi programmi?

Da una costola del meetup venne la prima lista civica varazzina, non ancora MoVimento, ma caso unico e precursore in Liguria.

Beppe Grillo e Milena Debenedetti

Poi, nel 2011, con l’incoscienza di chi non ha niente da perdere né da nascondere mi presentai come candidata Sindaco, con risultati più che lusinghieri per una totale outsider, sia pure col richiamo di Grillo: 8,53% la lista, un insperato 9% per la mia candidatura.

Entrai in Consiglio con Andrea Delfino, sfiorando un terzo consigliere mancato per poco. Fedeli al principio di guardare ai fatti e non alle ideologie, ci mostrammo collaborativi per il progetto di democrazia partecipata subito naufragato per le resistenze della vecchia guardia in Giunta. Quella stessa che ora, dopo militanza pluridecennale, ha il coraggio di ripresentarsi con slogan di cambiamento, nella pseudo molto pseudo coalizione civica, più che altro ammasso confuso, del centro sinistra con Russo.

Fummo invece sempre attenti e critici sul cemento, sui debiti e gli investimenti discutibili, sul disastro delle partecipate e sullo stato preistorico della raccolta rifiuti, fra i primi a denunciare i problemi di Ata.

Nel frattempo alle politiche del 2013 fummo incaricati del coordinamento elettorale per tutta la Liguria, a dimostrazione che eravamo uno dei gruppi più antichi in regione e più apprezzati (a malincuore, per un genovese verso dei savonesi…) dallo stesso Grillo.

L’elezione di ben due deputati savonesi e un varazzino lo confermò.

Alle successive comunali per problemi di salute non me la sentii di affrontare un’altra campagna, ma il bravo Salvatore Diaspro si impegnò con tutto se stesso.

Lì si vide tutta la disonestà intellettuale di cui sopra: fummo subissati di disprezzo da una serie di personaggi che, incapaci di riconoscere obiettivamente il fallimento della loro sinistra, addossavano a noi, alla nostra non vittoria, il trionfo delle destre.

Non importa che avessimo sfiorato il ballottaggio, mancato per poche centinaia di voti, e che fosse un risultato straordinario e unico in Italia.  Infatti, dove aveva vinto il M5* come a Roma o Torino, il centrodestra si era presentato diviso. Purtroppo contro il centrodestra unito è difficile vincere, a dispetto della loro totale pochezza, ed era, è tuttora questo, più che mai, il vero problema.

Salvatore Diaspro candidato Sindaco nel 2016

No: questi erano alibi puerili, secondo loro.  Avremmo dovuto cospargerci il capo di cenere e ammettere di avere sbagliato tutto.

Sono stati altri 5 anni di puntuale opposizione, critica ma anche costruttiva dove serviva, in Consiglio comunale, quattro consiglieri sotto la guida del capogruppo Manuel Meles, giovane ma molto preparato.

Abbiamo assistito a 5 anni di nulla, di sfascio: un risanamento dei conti disastrati dalle precedenti amministrazioni, fatto di tagli lacrime e sangue, poche iniziative, e quelle poche sarebbe stato meglio non prenderle, perfetta continuità con il Crescent 2, più qualche tentativo di speculazione collinare, alcuni purtroppo approvati, altri rallentati solo e per fortuna dalla crisi.

Un vicesindaco che ha accumulato figure imbarazzanti e continue smentite di precedenti battaglie, fino ad ammettere di essere in continuità con il predecessore Di Tullio.

Una Sindaco incapace di tenere insieme la sua maggioranza, ma sempre trattata coi guanti di velluto dai media (ed ecco altri esempi della disonestà intellettuale, dei due pesi e due misure). Neppure ripresentata, e ora sparita dai radar, lasciando un esempio così negativo come primo Sindaco donna, da non avere più una sola candidata donna in queste comunali, dopo le tre delle scorse.

Su altri esponenti ci sarebbe da aprire capitoli a parte, primo fra tutti Santi, un Attila arboreo, perfetto esempio della vecchia politica in tutte le sue sfumature.

Ata è arrivata al prevedibile redde rationem, in una agonia così lenta e priva di individuazione dei responsabili, che ora ci troviamo la città sommersa dalla rumenta.

Ed eccoci qui. Ci danno per annientati, ci marginalizzano e ci sottovalutano as usual.

Si sentono in lontananza trionfali marcette di restaurazione, coi poteri forti, sempre gli stessi, coi progetti devastanti, sempre gli stessi e sempre più fuori tempo massimo, in attesa di sbrigare la noiosa formalità. Tanto, centrodestra o centrosinistra che sia, per loro è lo stesso.

Caduto ogni pudore e ogni barriera, non ci si prende neppure più di tanto la briga di fingere rinnovamento, e le poche dichiarazioni assai velleitarie in proposito sono involontariamente comiche, da Schirru che promette una giunta in discontinuità con la precedente (ma si è accorto di chi ha candidato?), a Russo che si proclama civico e prende le distanze dal PD (ma si è accorto di chi ha candidato?). Dagli slogan ridicoli alle candidate che alzano le vele col vento in… poppa, in stile comica di Benny Hill. Dalle liste “civiche” infarcite di vecchie conoscenze ad altre che rinnegano decenni di battaglie fingendo di vedere rinnovamento dove non c’è.

Manuel Meles candidato Sindaco

Una campagna elettorale nulla, sottotono, senza i frenetici isterici ripetitivi dibattiti (meglio per i due candidati cosiddetti arbitrariamente “principali”, che mostrerebbero la loro scarsa consistenza in un confronto), un imbarazzante ulteriore scadimento, mentre la città è sempre più nel degrado. I pontificatori pontificano, i soloni ci ignorano. As usual.

Eppure noi siamo qui, a dispetto loro, con ben due liste, persone motivate, tante proposte, il candidato Manuel Meles pronto a sostenere l’impegno enorme di risanare, in tutti i sensi, una città che ha smarrito ogni significato. Di ripartire, su nuove basi. Pulite e prive di lacci e lacciuoli, dovendo rispondere solo ai cittadini.

i candidati delle lista M5S

Personalmente neppure questa volta posso partecipare, ma il gruppo c’è, solido, entusiasta, e l’orgoglio di appartenervi pure.

Orgoglio che rivendico fieramente.

Riusciranno, riusciremo, nel poco tempo che resta di questa strana campagna elettorale di questo strano confuso e pesante periodo, a rovinare la festa di chi già prepara nuovi banchetti?

Ai savonesi l’ardua sentenza.

MILENA DEBENEDETTI Consigliera uscente  del Movimento 5 stelle

 

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