Nuova Italia padanica

Absit iniura verbis (non offendetevi della parola).
 Per una nuova Italia padanica

          EYJAFJALLAJOEKULL-AVION
Chi vuole nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Grazie Saviano!

Absit iniura verbis (non offendetevi della parola). Per una nuova Italia padanica
          EYJAFJALLAJOEKULL-AVION
Chi vuole nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Grazie Saviano!

Quando eravamo ragazzi viveva a Loano un simpatico e famoso alcolista, soprannominato “Balilla” (vedi foto a fondo pezzo), dalla battuta pronta e spiritosa. I suoi motti entravano presto nel linguaggio comune e così tutti se ne arricchivano la parlata.

Per dire che qualcuno non aveva raggiunto proprio il massimo nel fare una cosa o nel comportamento, la parola era “Aspâertô!”. Per dire che qualcuno le  stava sparando grosse  o riferiva grosse balle sue o di altri, la parola era “Aviòn!”, e ci si doveva coprire contemporaneamente il capo  con la mano destra, come per ripararsi da una  caduta di oggetti.

Absit iniuria verbis, ma avrete notato tutti come da quando il Papa ha definito “chiacchiericcio” la pubblicistica insorta sulla mondiale  pedofilia di svariati prelati e sui silenzi che l’hanno coperta, tale locuzione  inusuale sia entrata nel linguaggio dei nostri politici. Persino DAlema se ne è appropriato. Tutti, senza rispetto alcuno per la personalità di emissione (il Papa , suvvia!) , a dire “chiacchiericcio” , persino i dirigenti  provinciali  di cosiddetti partiti politici.

   Era come se non aspettassero altro.

L’abuso ci stimola a pesanti riflessioni sulla povertà di linguaggio dei nostri rappresentanti nelle Istituzioni. Tutti sproloquiano con parole desostanziate dalla ripetizione a vanvera, dall’imitazione, dalla caduta nel luogo comune .

Si consideri il termine “federalismo” : una vera e propria idiozia in uno Stato come l’Italia, dalla tenera età unitaria, dove le Regioni hanno una poderosa potestà legislativa.

Invece è passato, con sconnesse proposizioni pseudo giuridiche, persino in confuse decretazioni governative.

Tornando al nostro “Balilla”, pensiamo che se oggi fosse in vita le sue battute si sprecherebbero. Assume peraltro un rinvigorito rilievo “Aviòn”, pronunciata, con annesso gesto difensivo, all’insorgere di tutte le esternazioni di “Lui” e dei suoi accoliti (ivi compresa quella relativa alla cattiva luce in cui chi denuncia le mafie e la camorra getterebbe il Paese): essa potrebbe essere di aiuto alla sopportazione, giunta ai limiti di rottura, tra cotale “meneur des foules” e qualsiasi persona raziocinante, anche, pare, l’onorevole Fini.

Consigliamo, a tutti coloro che accolgono lo stupido  e falso  luogo comune di cui sopra, la lettura della vasta pubblicistica americana e la visione dell’ancor più vasta cinematografia corrente negli Stati Uniti sulla corruzione della polizia, sui crimini dei servizi segreti, sui risvolti privati delle alte gerarchie insediate alla Casa Bianca, sulle mafie che si travestono da lobbies per trafficare alle spalle o dentro il potere, sulle grandi testate giornalistiche, “sulle sette sorelle”, sulle stragi di  pellerossa ecc. ecc. – Vorremmo poi sapere dagli stessi berleghisti – alcuni dei quali abbiamo visto  calzare il berretto militare dei nordisti yankees- se, a causa di questa coraggiosa attività di denuncia prodotta negli stessi USA, essi abbiamo perso stima e ammirazione per i nostri amici americani.

Noi, salve rare eccezioni, non ce lo sogniamo nemmeno di affrontare nei mass media  tali temi con lo stessa frequenza e con la stessa forza. Abbiamo avuto però ed abbiamo molti magistrati, scrittori, registi, funzionari, ufficiali e agenti delle forze dell’ordine, semplici cittadini che, a rischio della loro vita  – e i caduti non si contano-  hanno saputo combattere e mettere a nudo la criminalità organizzata, con la loro lotta e con le loro pubbliche denunce.

E’ per loro, è per uomini come Saviano, che possiamo andare per il mondo affermando, senza vergogna e a testa alta, “siamo italiani”, malgrado l’attuale  governo e malgrado quelli che, come “Lui”, vogliono nascondere la spazzatura sotto il tappeto.

 Aviòn, dunque, che in francese e in spagnolo sta per “aeroplano”, giunge a proposito nel momento in cui l’eruzione d’Islanda ci ha gettati nel caos aviatorio.

Il vulcano del nord, imbrigliandoci da tutti i punti di vista, ha veramente , per noi latini, un nome di incoercibile difficoltà. Tolta l’ultima sillaba, tutto il resto conduce ad esercizi fonetici nei confronti dei quali il dialetto bergamasco sembra un elegante bla bla da salotto.

Eyjafjallajoekull !  Nessuno ci venga a raccontare che è riuscito a leggere questo nome di primo acchito, senza soffermarsi a pensarci su.

Quel …joekull finale ha qualcosa di familiare, ma tutto il resto !

   Intanto, anche per evitare i viaggi aerei, pare che si stiano gettando le basi per il tanto promesso e decantato “Ponte sullo stretto di Messina”, con alcuni primi ovvii attentati delle cosche per  la battaglia degli appalti. Non se ne parli però, tutto regolare.  “Egli”sovranamente intende –insieme al nostro ministro Scajola col nucleare- alle grandi opere, soprattutto se inutili. Non facciamo già gli sparlatori d’Italia con la storia delle mafie  e simili : ghe pensa lü !

Ci ha stupiti alquanto il tono dimesso del noto salvatore della Patria, Bertolaso, nell’affrontare la critica temperie aeroportuale. Non che non si sia visto, sempre inglobato  nella sua storica tuta, sudando e andando di qua e di là, come compar Alfio nella “Cavalleria Rusticana”, però meno; forse , dopo tutto, che ci poteva fare ?

“Faremo, faremo…” Lui ha parlato, ha esternato, ha sparato,con Vespa e con Fede, per quei che ci crede. La politica del doing : a gamba lesta e a testa bassa: banche, reddito, occupazione, tasse, cancro, vedrete, vedrete; intanto… Giustizia da soffocare, intercettazioni telefoniche, legittimo impedimento, presidenzialismo , à la guerre comme à la guerre, sempre avanti , per una nuova Italia padanica, con o senza questi e quello, avanti  popolo, bandiera rossa (ohilà!), volevamo dire, rosso-nera, verde di sera beltempo si spera, berleghisti “a noi!” , intorno ai grandi capi, sotto l’elmo di Papi! Aviòn!

                                                                           BELLAMIGO

 

L’allora comandante dei vigili urbani  Attilio Ripamonti, in “missione a Pisa”, ospiti di un convento di suore, con Giancarlo Munari, oggi contitolare delle pompe funebri Lirof,  il “mitico” Balilla (per le sbornie”) e il popolare Renzo Richero (bar con la moglie in via Stella, infaticabile milite della Croce Rossa, un fratello abita a Toirano)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.