Note a margine degli Xenia: Xenia I, 10

Xenia I, 10

“Pregava?”. “Sì, pregava Sant’Antonio
perché fa ritrovare
gli ombrelli smarriti e altri oggetti
del guardaroba di Sant’Ermete”.
“Per questo solo?”. “Anche per i suoi morti
e per me”.
                  “E’ sufficiente” disse il prete.

 

Se alla domanda: “Per questo solo?” la risposta fosse stata “Sì, solo per questo”, sarebbe lo stesso stato sufficiente? O il perdòno eterno le sarebbe stato negato?
Non sappiamo.
Certo il prete, chiamato per l’estrema unzione, avrebbe avuto qualche imbarazzo in più nella risposta, che anche così, a giudicare dallo spazio bianco prima dell’ultimo verso da assumere come pausa di valutazione, non è immediata e non largheggia.
Perciò deve essere stato altrettanto liberatorio per il prete sentirsi dire: “Anche per i suoi morti e per me”, che per il poeta nella imminenza della vedovanza apprendere dell’assoluzione, perché, pur non credente, se egli si périta di chiamare il prete per l’ultimo sacramento, avrà cercato coerentemente di lasciar da parte se stesso e di immedesimarsi nella serietà, nel senso, nell’ansia e nel responso di quella sentenza. Una forma di estremo rispetto per quello che lei era e per quello a cui lei credeva.
Come se l’avesse accanto in un’aria di attesa sospesa, e nel breve finale del dialogo, di cui è inevitabile immaginare delle premesse, non stesse assolvendo a una educata formalità: ascoltare con sufficienza il giudizio del prete, avrebbe implicato ergersi a giudicare con pari sufficienza il credo della moglie.

Montale non se lo può e vuole permettere. La sa intelligente. E rispetta le invocazioni di lei a sant’Antonio, intrise di credo popolare ( e tanto più paradossali in quanto il santo procede in una sorta di confusiva sinergia con il dio pagano Hermes, italianizzato in Ermete, protettore degli attori e delle loro masserizie smarrite, in un bizzarro afflato di amor del prossimo che in un guardaroba riesce a superare la barriera delle fedi diverse ).
Lì il dio pagano viene, similmente ai templi riadattati a chiese, cristianizzato apponendogli il titolo di santo, nonostante il rischio di farlo confondere con sant’Ermete martire, del tutto estraneo a teatri ed attori.

Dunque il poeta non sa quale ragione episodicamente Drusilla possa avere avuto; ma sa in generale che la ragione di fondo, la filosofia, per così dire, che sottendeva alle sue invocazioni, stava nella sua natura volta alle cose semplici, spicciole e urgenti del quotidiano, le stesse attribuite al preferenziale campo d’azione del santo di Padova, allenata in questo anche dalla necessità di far fronte ogni giorno agli ostacoli del suo handicap.
Ombrelli smarriti e altri oggetti, rappresentano perciò proprio questi impicci, molestie, inconvenienti, piccoli problemi di straordinaria amministrazione 

Al prete tuttavia serviva qualcosa di più. Lo trova nella risposta che Montale dà alla domanda: “per questo solo?”. Che è: “Anche per i suoi morti / e per me”.
Da notare che “Sì, pregava Sant’Antonio / perché fa ritrovare / gli ombrelli smarriti e altri oggetti / del guardaroba di Sant’Ermete” si presta, con quel suo “fa ritrovare” causativo coniugato al cosiddetto presente di verità universale, a due interpretazioni, in quanto si può intendere che quella di Drusilla era una preghiera di ringraziamento, oppure che era una preghiera di richiesta.
In entrambi i casi si presuppone la fede, e perciò il prete, accertatosi comunque che non fosse solo quello il suo merito, può stabilire che “è sufficiente” e mettere fine a un dialogo in cui due parlavano e tre sentivano perché la moglie, ci informa in un’intervista lo stesso Montale sei anni dopo, ormai prossima alla morte, non riusciva più a parlare, ma capiva ancora benissimo: “lo si vedeva dall’espressione del volto, dalla perdurante vivezza dello sguardo che il male non era riuscito a spegnere”, la qual cosa aggiunge pathos alla benevola ironia. Verso il prete non meno che verso Drusilla.

Tre enjambement deboli ( dopo il primo, il terzo e quinto verso ) e uno forte ( dopo il secondo verso ), e alcune allitterazioni ( pregava, perché;   smarriti, altri, morti;   Ermete, prete ), in un testo tutto dialogato, a rendere più colloquiale e semplice, in linea con la religiosità di Drusilla, la congiuntura drammatica e definitiva in cui si svolse.

Fulvio Baldoino

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