Non è una città per giovani

Le elezioni sono passate, ci si avvia a un ballottaggio per il quale, lo dico subito, non voterò né trovo motivi per votare. Non mi convincono le solite argomentazioni ideologiche, quando poi a livello locale quel che conta è come amministrare una città, come affrancarsi dai poteri forti, come rendere efficiente il sistema e il sociale, come trovare investimenti giusti e proficui.  Non gli ordini del giorno per dedicare una piazza a un fascista o a un antifascista, con relativo sterile ma compiaciuto battibecco.

Schirru e Russo i due sindaci al ballottaggio

Da ora in poi parlerò solo per me stessa, sentendomi libera di esprimere le mie personali idee molto più estremiste, specie in campo ambientale, che farebbero sembrare Greta una industriale del carbone, che non si confanno alle amministrazioni locali, ma piuttosto a sedi decisionali ben più in alto, ahimè, molto distanti da noi.
Si conclude qui il mio decennale impegno in Consiglio Comunale. Resto legata al gruppo locale 5 stelle da un profondo rapporto di stima, amicizia e collaborazione.
Un bilancio in poche righe è impossibile. Dovrei dire che prevale la frustrazione, nel constatare i meccanismi assurdi e la poca efficienza a livello di buon senso e utilità spicciola per i cittadini, nonché le dinamiche dialettiche campate per aria e la scarsa aderenza alla realtà di quelli che si proclamano competenti.
Ma sarebbe ingeneroso. Ho imparato, abbiamo imparato tanto. Abbiamo instillato dubbi.
Per dire, qualche anno fa l’allora Sindaco Berruti mi sfidava a spiegargli come migliorare la differenziata, e quando gli rispondevo di rivolgersi a Capannori, Vedelago o Ponte delle Alpi per chiarimenti, mi rispondeva stizzito. Allora per tutti o quasi era normale parlare di chiusura del ciclo dei rifiuti prospettando inceneritori, e la differenziata era una stravaganza, una moda poco utile. Si facevano investimenti insufficienti a spizzichi. Ata era quel che era, e lo sappiamo ormai.  Ed eravamo col centrosinistra…
Adesso sul piano pratico siamo messi pure peggio, ma ascolti concetti sulla riduzione dei rifiuti e sull’economia circolare persino da consiglieri di centrodestra. O perlomeno non li negano più con disprezzo.
E alla fine è stata proprio una amministrazione di centrodestra a fare quello che io suggerivo, inascoltata, al Sindaco Berruti: ossia elaborare un piano rivolgendosi a Contarina, che gestisce i servizi nel trevigiano, comprendendo proprio l’esperienza di Vedelago. Meglio tardi, molto tardi, che mai.

 I mezzi della Ditta Contarina

Un buon piano, sulla carta. Ennesima dimostrazione che su certi aspetti pratici il colore politico non c’entra.
A poco a poco, troppo lentamente, certo, impercettibilmente, ma i concetti si muovono, e anche se chi li veicola rimarrà minoranza o sparirà del tutto, io confido che il seme germoglierà, prima o poi, nella visione comune.
Quanti pregiudizi, per noi… I violenti (mai fatto un solo discorso aggressivo in Consiglio), gli incompetenti, quelli del no…
Abbiamo sempre detto che le idee non hanno colore, sono buone o cattive. E che ci saremmo opposti a quelle cattive e appoggiato lealmente quelle buone. Così come abbiamo fatto col recente piano rifiuti, nella precedente amministrazione uno dei nostri primi atti fu di appoggiare, anche con collaborazione pratica, il progetto “venti di partecipazione”, un esempio di democrazia partecipata con assemblee dei cittadini, a cura dell’assessore al decentramento.
Andò molto bene, nella fase propositiva. Peccato che una volta presentata agli assessorati competenti, per avere un progetto di realizzazione, ogni singola idea fu troncata sul nascere come fastidioso orpello.

il candidato Sindaco del M5S, Manuel Meles

Ecco, quelli erano tutti progetti, idee e speranze riguardanti verde pubblico, mobilità ciclopedonale, ciclo dei rifiuti, qualità della vita urbana.
Ignorati allora, con atteggiamento sprezzante e infastidito, dall’assessore ai lavori pubblici.
In perfetta continuità, nel segno del peggioramento sul verde e la manutenzione, l’attuale assessore di segno opposto (ma veramente opposto? Ricordo qualche votazione su certi temi, come dire, “bipartisan”…)
Il fatto che entrambi si ripresentino nei due schieramenti, onusti di preferenze, uno addirittura stracarico, ci dà da pensare.
Fa pensare che, scoraggiata, la Savona del verde, della mobilità sostenibile e dell’economia circolare se ne sia rimasta a casa.  Mentre la Savona dei tombini riparati e dei tappulli a comando abbia prevalso.
Del resto quasi metà dei cittadini lo ha fatto, starsene a casa, delusa dal sistema politico. Era perfettamente prevedibile e l’avevo previsto.
Delusa anche da noi, certo: hanno pesato avverse e confuse dinamiche nazionali, la pandemia che ha reso difficile comunicare e riunirsi, la breve campagna elettorale. Il risultato non è del tutto scoraggiante se si pensa alla media nazionale, perché il nostro bravo Manuel Meles ci ha messo del suo, ma non può certo dirsi minimamente soddisfacente.

Mi piace pensare, però, che anziché rimestare negli elettorati inseriti in ideologie o sistemi di potere, o anziani di età e/o di pensiero, si possa ripartire proprio dalla Savona lungimirante che allora avrebbe voluto partecipare e fu stroncata. Ridarle uno spazio e una voce, affrontare e interpretare le esigenze di chi vorrebbe meno cemento e più valorizzazione dell’esistente, vivibilità e dignità. Perché non sono progetti solo quelli che includono qualche metro cubo di calcestruzzo. Anzi, tutto l’opposto.
E maggiore attenzione a tutti quegli stimoli della modernità e dell’innovazione nel segno del rispetto ambientale e della collaborazione sociale, che altrove sono all’ordine del giorno, qui paiono utopie e frivolezze.
Purtroppo, però, (e qui mi rifaccio al titolo) causa e conseguenza della situazione attuale è una pesante denatalità e una fortissima emigrazione dei giovani. Quante volte ragazzi brillanti si sono avvicinati al gruppo, hanno contribuito con idee ed energie che solo da giovani si possono avere, per poi emigrare per lavoro.
E non mi sembra certo espressione di pensiero giovanile o innovativo la Savona che emerge da queste elezioni, l’Italia stessa, più arroccata che mai, arrogante nella restaurazione.
Una Italia ingessata e statica, che soffoca tutto il potenziale brillante che potrebbe esprimere.
Ma ci sono tanti che iniziano a rendersene conto, sia pure in maniera confusa, e ad esserne insofferenti.
Il momento più buio è sempre quello che precede l’alba. Coraggio, a tutti noi.

Milena Debenedetti

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