NOLI

Noli, ‘licenza’ di fare danni all’arenile
Cosa è realmente accaduto con la mareggiata
Concessioni demaniali poco intelligenti?
 

 

 

Noli, ‘licenza’ di fare danni all’arenile
Cosa è realmente accaduto con la mareggiata
Concessioni demaniali poco intelligenti?

 

Noli –Servizio Piani di Bacino: Sito Internet….Provincia di Savona-comune di Noli  

 

Alla pagina 26 della Relazione sulla valutazione del rischio idraulico e geomorfologico del Bacino di Noli, si legge dell’intervento concesso da parte del C.T.P. (Comitato Tecnico Provinciale) alla Srl Liguria17 richiedente la riperimetrazione dell’area in frana attiva.

 

 

 

Su questo argomento ho già scritto il 16 e 23 Ottobre scorsi (vedi Trucioli). Nessuna novità per ora. Anche dopo aver visto su RAI 3 la trasmissione ” Presa Diretta”… sulla catastrofe di Genova, dove Noli non è menzionata (Liguria17 – Via Belvedere – arenile) , ma si riconosce tutta, dietro l’angolo delle situazioni, del dibattito,delle contestazioni,delle conclusioni sulle benevole concessioni in zone soggette a frana o a ripascimenti contro natura.

Disgrazia vuole che l’occhio scorra a destra a pagina 27 dello stesso verbale e udite…leggete con me. Titolo: Caratteristiche idrauliche e geologiche del territorio – bacino di Noli – : ” Il tratto di litorale del bacino è esposto alle traversie dei mari del secondo e terzo quadrante (Scirocco e Libeccio), con la conseguenza di un trasporto solido litoraneo alternato nelle due direzioni da levante a ponente e viceversa a seconda dell’alternarsi degli eventi meteomarini; in realtà è evidente la tendenza ad una deriva litoranea netta da ponente verso levante (conseguenza del mare dominante di Libeccio), con accumuli sopraflutto alle libecciate in prossimità delle opere di difesa trasversali ed erosioni sottoflutto”.

E ancora: “Allo stato attuale la configurazione degli arenili del bacino appare fortemente influenzata sia dalle opere di sversamento a mare degli anni ’50-’80 che dalle realizzazioni portuali e quindi in gran parte modificato artificialmente e gli scarsi apporti naturali dei rii sfocianti appaiono del tutto insufficienti a compensare le perdite (bilancio sedimentologico negativo).

In tale situazione è inevitabile una tendenza evolutiva degli arenili di tipo erosivo particolarmente evidente nei paraggi immediatamente a levante del porto di Finale e pressochè dell’intero arenile di Noli“.

Finalmente ho capito quello che, in questi ultimi anni, non sono stato in grado di recepire: la necessità di regolamentare ripascimenti “motivati” da parte delle Istituzioni (programmatrici) alla luce di questi tre paragrafi . Infatti, da quando ho cominciato a scrivere su Trucioli contestando la necessità di ripascimento a tutto danno della prateria di Posidonia, sito S.I.C., e come ultimo quello del 12/12/2010 (vedi….), dove documento e fotografo una situazione di pericolo (tutt’ora presente) sulla spiaggia antistante il centro di Noli (la spiaggia dei pescatori): Non immaginavo ci fosse programmata la “licenza di procurare danni” da parte di un documento ufficiale. Quello proposto dal Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale della Provincia di Savona, approvato con D.C.P. No 47 del 25/11/2003 ed aggiornato con D.G.P. No 136 del 18/09/2007 (pag.27).

In due pagine si può identificare il futuro di Noli. Spiego il perché: da un presupposto ERRATO, si arriva a dimostrare un ulteriore FALSO, cioè “una tendenza evolutiva degli arenili di tipo erosivo, con bilancio sedimentologico negativo”. Indirizzo che non viene minimamente contestato, corretto, sia dalla Regione che dal Comune in particolare, almeno sino ad oggi (s.e.o.) , e , come se non bastasse, soggetto a finanziamenti pubblici. Invoco sempre la legge 225/1992 con le responsabilità conseguenti: il Sindaco deve conoscere e difendere il SUO territorio.

La conformazione della costa, del litorale tra il porto di Finale e Punta Crena (Varigotti) si delinea esattamente da Ovest ad Est; da Punta Crena a Capo Noli esattamente da Sud Ovest a Nord Est; Da Capo Noli sino ai Bagni Letizia, con andamento arcuato, predomina una conformazione sulla linea Sud Est/ Nord Ovest e che tende, sino a congiungersi, sempre in senso orario, alla linea Sud Nord, esattamente il posizionamento geografico della spiaggia e del litorale di Noli sino ai confini del Rio Crovetto di Spotorno.(vedi foto cartografia)

Tutto quanto sopra virgolettato nella Relazione, può valere per la zona Porto di Finale/Capo Noli, ma solo come movimento di sabbia per effetto delle due distinte mareggiate. Infatti,la mareggiata di Sud Est (Scirocco) colpisce la linea di spiaggia di Varigotti con andamento di 45 gradi da levante a ponente, mentre quella di Sud Ovest (Libeccio) è posizionata con andamento di 45 gradi da ponente a levante. E mi fermo qui. Con un’unica conferma di erosione immediatamente a levante del porto di Finale per effetto della diga foranea del porto.

 

 

I litorali di Noli e Varigotti, appaiono esattamente posizionati a 90° l’uno dall’altro. Ciò precisato, come si può affermare che l’onda di libeccio crea sul litorale di Noli una tendenza evolutiva di tipo erosivo.? Con la mareggiata di libeccio, sulla spiaggia di Noli si riscontra mare calmo, mentre fuori Capo Noli si notano cavalloni di onde che scorrono da ponente a levante, con i notevoli e ben noti danni da Savona verso levante. Ed ancora, se uno non perde la famosa “bussola” (basterebbe chiedere ai pescatori), è elementare dimostrare che l’onda di scirocco colpisce l’arenile del centro di Noli pressochè frontalmente per effetto della rifrazione (“rebossu”) creata dal vuoto d’onda tra Capo Noli ed i Bagni Letizia. Non un granello di sabbia sfugge dalle anse create dai diversi moli artificiali. L’arenile di Noli quindi non è soggetto ad erosioni. Chi lo afferma dimostra leggerezza nel certificare le condizioni reali. E’ chiaro lo sperpero di denaro pubblico conseguente.

Fortuna ha voluto che la mareggiata del 5 Novembre colpisse il litorale di Noli senza piogge. Il Sindaco lo ha confermato in interviste, ma si è chiesto assieme ai suoi due ‘angeli custodi’ cosa sarebbe successo, dopo aver fotografato il livello di occlusione di tutti gli scarichi a mare di Corso Italia e dei due torrenti? Ma sopratutto il perchè. Sarebbe interessante sapere, tra l’altro, chi paga il danno subito dalla Cooperativa Pescatori a seguito dell’allagamento del locale a loro disposizione e nel quale è ubicata la macchina fabbrica ghiaccio del costo superiore ai 25.000 Euro ed altri macchinari.

Qui ci vorrebbe Paperinik per descrivere come le menti responsabili dell’approvazione del progetto dell’opera (sede della cooperativa) hanno condiviso la difesa a mare delle tre finestre delle dimensioni di 100×50 cm. : dall’interno un telaio di allumunio leggero con un semplice vetro, il tutto fissato al muro con silicone!!!. Nessuna difesa lato mare, se non una semplice inferriata antifurto.

Spero che nè la Cooperativa, nè noi cittadini siano quelli che “pagano”. Vecchia vicenda che coinvolge gli eredi del geometra Buscaglia docet. La gente di Noli capisce…compresi, appunto, i tre Capi Amministratori: la coppia Rossello – Penner ed infine Repetto. Chi ha approvato il progetto? Voi siete pagati, come Amministratori, anche per vigilare che non si commettano errori così grossolani a danno della comunità, oppure dovete agire di conseguenza.

Dicevo prima che la mareggiata di sabato 5, mattino, per fortuna è passata senza causare danni all’abitato del centro storico, in particolare Corso Italia. Ciò è dovuto dal fatto che non una goccia d’acqua è caduta durante la fase di occlusione dei sei scarichi. Questi scarichi posizionati sotto la costruenda Via Aurelia alla fine del 1800, hanno sempre funzionato senza creare disagi, scaricando alla base dello scivolo che univa l’arenile alla precedente passeggiata a mare.

Solo dopo i ripascimenti sia stagionali che intensivi di questi ultimi ventanni, e,in ultimo lo spostamento a mare della passeggiata, hanno causato quello che è sotto gli occhi di tutti: l’apertura a mare dei tombini è ormai coperta da 50 a 100 cm. di sabbia. Tale effetto è forse dovuto ad erosione? Oppure necessitano ulteriori ripascimenti , come si sta vociferando? Rimane indiscutibile il fatto che la LINEA di CONFINE che delimita l’arenile dal mare, da secoli, è sempre la stessa (a meno che non si riempia il golfo!!!). Si può pertanto notare come l’ingegneria idraulica crede di aver risolto il problema degli scarichi a mare sotto il livello della spiaggia. Come? Hanno costruito una canaletta in cemento che, se non coperta da sabbia, risulta estremamente pericolosa. A cosa serve?. A mio modesto avviso, questa volta la potenza del frangere delle onde ha trasferito il PLUS , l’indesiderato di sabbia depositatosi dopo i ripascimenti, dal mare verso monte, aumentando di conseguenza il livello dell’arenile a ridosso del nuovo scivolo.

Una seria ed accurata indagine della Protezione Civile deve essere programmata, se non altro per verificare la costante pericolosità venutasi a creare ormai con “il progresso della speculazione sugli arenili”, con ripercussioni negative, ancora, sulle strutture balneari che “sfidano”, pagandone le conseguenze, i confini millenari del mare.

 

La situazione di estremo pericolo non si risolve scavando con pale, ruspe e mezzi spurgatori (Ecoliguria) di volta in volta. Sarebbe interessante conoscere alla fine di queste operazioni il costo economico della NON MESSA IN SICUREZZA – COMUNQUE. Perchè è logico che alla prossima onda che raggiunge gli scarichi, in un attimo l’occlusione è certa. Ripeto, e qui parlo per Noli: gli Enti preposti continuano a programmare e concedere “ripascimenti” come se nulla fosse successo? Ricordo solo che nella mia vita di nolese ho visto mareggiate più intense di quella di sabato 5 Novembre, ma gli scarichi a mare di Corso Italia hanno sempre funzionato. Il motivo? Evitando costruzioni avanzate sulla spiaggia in cemento, anzichè su palafitte. E mi riferisco al buon esempio nella realizzazione dei primi bagni della cittadina, Vittoria ed Anita. Si aggiunga che la stessa tombinatura e lo sbocco dei torrenti, per quanto ricordo, non hanno mai creato danni in quanto il livello della spiaggia era molto più basso, ma con la identica profondità.

 

La soluzione esiste, occorre coraggio nella scelta.

Questo mio scritto è inviato a “futura memoria”, sia alla Procura della Repubblica di Savona per un domani …da non augurarsi, sia alla responsabile della Protezione Civile della Regione Liguria. Quest’ultima affinchè apra Lei una ” inchiesta-indagine” che porti ad una radicale soluzione capace di eliminare l’esistente potenziale pericolo di allagamento della parte bassa dell’abitato del centro storico e le relative conseguenze.

Carlo Gambetta

13 novembre 2011

 

 GUARDA LE FOTO DELLA MAREGGIATA

 

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