Noli
La storia dovrebbe insegnarci a non sbagliare, ma chi si preoccupa?
Quando siamo complici di mancata prevenzione
A Noli condotte a mare occluse, ma non si provvede
Quattro fotografie recenti documentano cemento e imprevidenza dell’uomo
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La storia dovrebbe insegnarci a non sbagliare, ma chi si preoccupa?
Quando siamo complici di mancata prevenzione
A Noli condotte a mare occluse, ma non si provvede
Quattro fotografie recenti documentano cemento e imprevidenza dell’uomo
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Noli – Il ricordare miei scritti su fatti disastrosi accaduti, con relative considerazioni, ospitati in passato sul “Letimbro”, è un’amara presa d’atto di una realtà che non tende a modificare la scelta di voler sempre, sempre, sempre violentare il territorio allorché si intendono procacciare o fare “affari”. |
Affari che vengono presentati come progetti di privati per un futuro migliore, guadagni e benessere per tutti, e poi…..ecco le frane che seppelliscono paesi, fiumi che straripano, famiglie rovinate sotto tutti gli aspetti, danni, lutti. E pochissimi, alla fine, sono riconosciuti responsabili, ma peggio, non pagano!! Anche i fatti accaduti, in anni passati nella nostra provincia, lo testimoniano. E penso a come finirà per gli alluvionati varazzini e dintorni. E questo i profittatori (quelli del pelo sullo stomaco) lo sanno. Oggi, ancor di più con l’ombrello della prescrizione sempre più favorevole a coprire i rischi. Soltanto qualche danno economico (parcelle legali e periti) per difendersi dai lunghi processi e nulla più, figurando alla fine…magari nulla tenenti se condannati a risarcire. Su Trucioli, invece, mi sono occupato, tra l’altro, a descrivere incongruenze ben visibili sul nostro territorio. Il fatto, ad esempio, di non voler prendere atto della realtà di interesse storico/culturale oltre che turistico di una storia vera, millenaria di Noli, quella venuta per ultima alla luce. Non volerla valorizzare, significa non voler bene al patrimonio storico di Noli e dell’umanità. Non preoccuparci del futuro di figli, nipoti, pronipoti. Si pensa soprattutto all’immediato, al tornaconto che magari procaccia anche consensi elettorali. Ma già,”con la cultura non si mangia….Tremonti dixit”. Governo centrale e governo locale confermano, con l’appoggio di Provincia e Regione attraverso le varie “conferenze dei servizi”, il basso livello della sempre più scredidata classe politica dirigente. Grazie allora al Maestro Baremboim, che ci ha ricordato dalla Scala di Milano, ciò che è scritto all’art. 9 della nostra Costituzione:”La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio ed il patrimonio storico della nazione.” La stessa Costituzione sulla quale i rappresentanti eletti,responsabili, hanno “giurato” fedeltà e rispetto. |
Noli |
Ancora su Trucioli, in passato, ho scritto sulle discariche intensive e dei ripascimenti a mare. Non ho avuto difficoltà a riconoscere miei errori di valutazione da non ripercorrere, proprio per le esperienze negative raggiunte. Ho sempre insistito sul fatto, osservando le fotografie d’inizio 1900, che il nostro arenile è rimasto pressoché uguale in profondità. Con una differenza, sostanziale da una parte, assai pericolosa dall’altra. Sostanziale: ricordo, come tanti potranno ricordare, la foce del torrente S.Antonio, la nostra “sciumea”, raggiungere il mare senza difficoltà. |
La foce non era incanalata, ragion per cui, l’onda di mareggiata oggi intralcia frontalmente e d’impeto quello che dovrebbe essere il normale deflusso delle acque sparse a ventaglio. Tutti possono constatare di quanto si è alzato l’arenile a monte con la costruzione di muri che servono all’installazione delle cabine (vedi foto a fondo pagina) Nel contempo ricordo, come tanti potranno ricordare, che ci si immergeva nell’acqua e subito si riscontrava lo scalino a scendere, con il fondale tendente a diminuire rapidamente. Oggi, invece, si constata un fondale che degrada lentamente dalla battigia verso il largo, senza scalino. Vale a dire, riempimento anche a mare. Sul vecchio scalino,e con il fondale più ripido, l’onda di mareggiata sfogava la sua potenza devastante frangendo verso al largo. Perdeva forza per saltare l’ostacolo. Ora invece l’onda scivola frenata solo dalla leggera pendenza della spiaggia verso lo scivolo che protegge la passeggiata. Pericolosa: mentre una volta tutti gli scarichi delle tombinature delle acque piovane da Corso Italia transitanti sotto l’Aurelia verso il mare, non subivano intasamenti (tranne quello di Via Colombo , guarda caso l’unico incanalato lato mare) perché sfociavano allo stesso livello di spiaggia a ridosso dello scivolo,da tempo ormai sono occlusi dal livello di spiaggia alzatosi di almeno 50 cm. a seguito di ripascimenti di questi ultimissimi anni. Tanto è vero che ogni volta, al termine della mareggiata, la ruspa del Comune scava per liberare l’uscita. Il cattivo funzionamento degli sfoghi a mare, sono stati, a mio avviso, concausa del mancato deflusso delle acque fuoriuscite dall’alveo del fiume (a sua volta ostruito dai cassoni dell’immondizia posizionati a diga contro l’allora ponticello), il ché ha creato allagamento con danni ingenti ai privati all’inizio del 2000. Esperienza meteorologica insegna che la mareggiata da SE, l’unica che Noli patisce, anticipa ed accompagna la pioggia. La stessa mareggiata trasporta e distribuisce il materiale di discarica intensiva o di ripascimento stagionale lungo il litorale se e ogni qualvolta il Comune decide di attivare questa operazione. Sarebbe auspicabile valutare cosa potrebbe succedere qualora forti piogge insistenti, cioè alluvioni, continuassero a non trovare sfogo attraverso le poche ed insufficienti condotte, ancor più in difficoltà di uscita sulla spiaggia per effetto dell’onda di mareggiata. Sarebbe opportuno prendere in seria considerazione la problematica della tombinatura, accompagnata dalla scelta di evitare ulteriori discariche a mare, qualunque esse siano. Anche a salvaguardia della documentata compromissione e degrado della prateria di poseidonia. Prevenzione? Si, prevenzione per evitare (speriamo di no) il pericolo incombente. Carlo Gambetta |
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Novembre 2010, le immagini documentano tre sbocchi a mare, di fronte all’abitato di Noli. Qui opere edilizie abusive e rialzamento della spiaggia costituiscono un “tappo” ad altrettanti scarichi naturali, ostruiti impunemente. In caso di alluvione chi sarebbe chiamato a rispondere dei danni alla comunità? Chi di omissione dolosa? Si griderà, come sempre in questo PAESE, al disastro annunciato! |